Una tempesta, ben peggiore di quella sul lago di Galilea, sta per
abbattersi sui discepoli. Il Signore annuncia, ancora una volta, che sta per
lasciarli. Il loro cuore è turbato. Pietro ha posto la domanda: “Signore, dove vai?” (13:36); le loro
speranze sono svanite come lo diranno anche i discepoli sulla via di Emmaus che
speravano; “che fosse Lui che avrebbe
liberato Israele”, ma, per prima cosa, il Signore rivela loro che Lui se ne
va e che tornerà per prenderli con sé
(3).
Che conforto e che prospettiva quella di essere “presso di Lui”! Al brigante sulla croce dirà, di lì a poco: “oggi tu sarai con me in paradiso” (Lc
23:43).
Paolo dirà che: “essere con Cristo
… è molto meglio” (Fl 1:23) e noi possiamo consolarci l’un l’altro con
questa certezza: “saremo sempre col
Signore” (1 Te 4:17).
Il Signore dà loro una nuova rivelazione di Se stesso e come nel mezzo
della tempesta aveva rincuorato i discepoli sulla barca dicendo: “sono io”, in quegli ultimi istanti che
trascorre coi suoi discepoli può dire: “io
sono la via, la verità e la vita” (6).
Rivelazione di ciò che Egli è per i suoi e una provvista per la fede di
ogni credente nell’attesa del momento che ci prenderà con Se per essere per sempre con Lui.
Che i nostri cuori siano sempre più desiderosi di vedere Colui che dice:
“sì, vengo presto” (Ap 22:20).
D.C.