I versetti 5 e 6 portano alla mente il Signore
stesso nei suoi rapporti con coloro che si radunavano per metterLo alla prova
(Mt 22:34), per “contrastarlo duramente …
tendendogli delle insidie” (Lc 11:53), per cercare di coglierLo in fallo su qualche parola, per poterlo consegnare al
potere del governatore (Lc 20:20). A tutto ciò il Signore rispondeva con una
piena fiducia nel Padre. ImitiamoLo!
Però, prima di potersi confidare in Dio,
occorre conoscerLo. Nessun bambino piccolo, generalmente, darà la sua manina ad
uno sconosciuto. Solo se conosciamo il Suo amore e le Sue tenere cure paterne non
avremo niente da temere da parte dell’uomo (4, 11), sarà Dio stesso, dopo
averci salvato, a preservarci da ogni caduta (13).
Gli uomini ci guardano, ci osservano, spiano i nostri passi (6) per coglierci
in fallo nella nostra testimonianza, ma il nostro Dio fa molto di più: “conta i passi” della nostra vita (8).
Ogni attimo della nostra vita è sotto il Suo sguardo.
Sappiamo anche che perfino i capelli del
nostro capo sono contati (Mt. 10:30) ed in questo Salmo lo vediamo occuparsi
anche delle nostre lacrime (8) di tutte, anche quelle più segrete che non abbiamo mai
condiviso con nessuno.
Spesso, nella sofferenza, pensiamo di essere
soli, che nessuno di coloro che ci circondano possono capirla, ma nessuna delle
nostre lacrime andrà perduta: sono raccolte “nell’otre di Dio” (8); tutto viene
registrato nel “libro di Dio”, niente passa inosservato.
Eliu incoraggiava Giobbe con queste parole: “e tu, quando dici che non lo scorgi, la tua
causa gli sta davanti; sappilo aspettare!” (Gb 35:15).
Facciamole nostre!
D.C.