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venerdì 10 giugno 2016

10 Giugno

(Eliseo disse:) “Quell’uomo venga pure da me…” Naaman dunque venne con i suoi cavalli e i suoi carri, e si fermò alla porta della casa di Eliseo. Ed Eliseo gli inviò un messaggero a dirgli: “Va’, lavati sette volte nel Giordano… e tu sarai puro”.
2 Re 5:8-10

Grandezza umana
Leggere 2 Re 5:1-14

Naaman, capo dell’esercito del re di Siria, soffriva di lebbra, malattia incurabile all’epoca. Venuto a conoscenza che in Israele c’era un profeta capace di fare miracoli, decide di andare a trovarlo. Con tutto il fasto legato al suo rango, Naaman si presenta alla porta della casa del profeta il quale gli fa trasmettere l’ordine di lavarsi sette volte nel Giordano, senza altre spiegazioni. Naaman, colpito nel suo orgoglio, prima rifiuta energicamente; poi, persuaso dai suoi servitori, va… e il miracolo si compie.
Ancora oggi, Dio vuole salvare gli uomini dalla terribile malattia del peccato. Per essere guariti, la nostra posizione sociale e i nostri ragionamenti sono degli ostacoli. Per salvarci, Dio ci chiede di diventare come piccoli fanciulli. Tali sono quelli che entrano nel regno dei cieli (Matteo 18:3).

Questo principio è sempre valido anche per la testimonianza cristiana. Se siamo fieri della nostra posizione sociale, rassomigliamo a Naaman con i suoi cavalli e i suoi carri. Non saremo credibili quando affermiamo che non siamo stati riscattati “con argento o con oro”, ma “con il prezioso sangue di Cristo” (1 Pietro 1:18-19). Dare importanza a ciò di cui l’uomo può vantarsi, è come alterare il messaggio dell’Evangelo. Credenti, non dimentichiamo che eravamo corrotti dal peccato come gli altri uomini, e che siamo soltanto oggetti dell’immensa grazia del nostro Dio.