Dio
l’Eterno ordinò all’uomo: “Mangia pure da ogni albero del giardino, ma
dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel
giorno che tu ne mangerai, certamente morirai”.
Genesi 2:16-17
Il Creatore e la sua creatura
Quando
Dio creò l’uomo, lo creò a sua immagine. L’intenzione divina era quella di
poter intrattenere delle relazioni di fiducia con la sua creatura. Egli non ha
creato un essere programmato per rispondere sempre esattamente alla volontà del
suo Creatore. L’uomo in questo caso sarebbe un robot che compie
sistematicamente le funzioni per le quali è stato formato. Non è così l’essere
umano. Essendo fatto a immagine del suo Creatore, è dotato di una capacità
decisionale che lo rende responsabile dei suoi atti. Per dimostrare questa
responsabilità, Dio aveva fissato al primo uomo Adamo un campo d’azione
preciso, ben provvisto delle risorse necessarie al suo benessere. Il solo
limite era il divieto di mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del
bene e del male.
Purtroppo
il test ha messo in evidenza, già al tempo dei nostri progenitori, la
diffidenza, l’orgoglio, l’insubordinazione dell’essere umano che hanno causato
la rottura delle sue relazioni con il Creatore, e di conseguenza la perdizione
eterna. Ma Dio ha voluto offrire all’uomo il rimedio della sua grazia. Per
questo motivo ha elaborato il piano della salvezza
per mezzo del sacrificio volontario di Gesù Cristo che sarebbe venuto sulla
terra prendendo forma umana. La sua vita perfetta, senza peccato, gli diede il
diritto di presentarsi come Vittima santa, l’unica capace di soddisfare la
giustizia e la santità di Dio, dando libero corso al suo amore. La sua morte
permette ora a Dio di perdonare il peccatore.