La fede
è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.
Ebrei11:1
Vedere per credere!
Spesso
si usa quest’espressione per commentare un avvenimento eccezionale,
incredibile. Molti ritengono che vedere sia un criterio valido per autenticare
un fatto, e fanno riferimento all’apostolo Tommaso che non aveva creduto che
Gesù fosse risuscitato prima di averlo visto vivente con i propri occhi. Ma si
sa che i testimoni di uno stesso avvenimento possono raccontarlo in modo
differente. E ancora, la visione rimane limitata alle realtà concrete,
materiali. Ad esempio, per quanto riguarda il vento, ne vediamo soltanto gli
effetti. Ma c’è anche una sfera che sfugge completamente alla vista, è la sfera
morale dei sentimenti, delle emozioni, dell’astratto. Lo scrittore
Saint-Exupery faceva dire al piccolo principe: “Si vede bene solo con il cuore;
l’essenziale è invisibile per gli occhi”.
E che
dire del campo spirituale, delle cose celesti, divine? Dio stesso si rivela per
mezzo del suo Spirito: “Nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di
Dio”, e coloro che hanno ricevuto lo Spirito di Dio (1 Corinzi 2:11-14). Il credente le percepisce per la fede.
Chi crede solo quello che vede, tocca, o riesce a spiegare non potrà mai avere
accesso alla sfera spirituale.
“Beati
quelli che non hanno visto e hanno creduto”, dice il Signore Gesù a Tommaso. E
l’apostolo Paolo scrive che è possibile sopportare le sofferenze guardando
all’eternità, avendo “lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a
quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma
quelle che non si vedono sono eterne” (2 Corinzi 4:18).