Gesù rispose loro: “Non sono i sani che
hanno bisogno del medico, bensì i malati. Io non sono venuto a chiamare dei
giusti, ma dei peccatori a ravvedimento”.
Luca 5:31-32
Chi è giusto?
Gesù ci parla: leggere Luca 5:27-35
Matteo era un “pubblicano”, un esattore
delle imposte che lavorava per i Romani; per questo motivo era certamente
disprezzato. Un giorno sente Gesù che gli dice: “Seguimi”, e subito si alza,
lascia tutto e diventa discepolo del Signore. Gli prepara anche un gran
banchetto a casa sua; e questa volta spende per gli altri invece di ricevere il
denaro dagli altri! Alla sua tavola, attorno a Gesù, si trovano persone di ogni
reputazione. Anche dei Farisei, uomini religiosi, ma spesso ipocriti, che
criticano Gesù perché mangia “con i pubblicani e i peccatori”. Non capiscono
che quelle persone sono lì non per fare sfoggio dei loro meriti, ma perché
hanno dei bisogni spirituali e vogliono ascoltare Gesù.
È per loro che Gesù era venuto: “Non sono
venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento”. Matteo era
stato chiamato. Sapendo di essere peccatore, ha risposto alla chiamata e si è
pentito. È diventato un giusto grazie
alla fede in Gesù che di lì a poco sarebbe morto anche per i suoi peccati.
I Farisei si credevano giusti perché
osservavano strettamente i riti religiosi della tradizione, ma erano giusti
solo ai propri occhi, non agli occhi di Dio.
Ancora oggi Dio chiama gli uomini, tutti
gli uomini, al pentimento, perché per Lui “non c’è nessun giusto, neppure uno”
(Romani 3:10). Per Lui sono tutti spiritualmente malati e hanno bisogno di
Gesù, il medico divino. Il primo passo della fede è accettare di essere perduti.
Hai già fatto questo passo?