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mercoledì 19 giugno 2019

19 giugno


Gesù rispose loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, bensì i malati. Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento”.
Luca 5:31-32

Chi è giusto?
Gesù ci parla: leggere Luca 5:27-35

Matteo era un “pubblicano”, un esattore delle imposte che lavorava per i Romani; per questo motivo era certamente disprezzato. Un giorno sente Gesù che gli dice: “Seguimi”, e subito si alza, lascia tutto e diventa discepolo del Signore. Gli prepara anche un gran banchetto a casa sua; e questa volta spende per gli altri invece di ricevere il denaro dagli altri! Alla sua tavola, attorno a Gesù, si trovano persone di ogni reputazione. Anche dei Farisei, uomini religiosi, ma spesso ipocriti, che criticano Gesù perché mangia “con i pubblicani e i peccatori”. Non capiscono che quelle persone sono lì non per fare sfoggio dei loro meriti, ma perché hanno dei bisogni spirituali e vogliono ascoltare Gesù.
È per loro che Gesù era venuto: “Non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento”. Matteo era stato chiamato. Sapendo di essere peccatore, ha risposto alla chiamata e si è pentito. È diventato un giusto grazie alla fede in Gesù che di lì a poco sarebbe morto anche per i suoi peccati.
I Farisei si credevano giusti perché osservavano strettamente i riti religiosi della tradizione, ma erano giusti solo ai propri occhi, non agli occhi di Dio.
Ancora oggi Dio chiama gli uomini, tutti gli uomini, al pentimento, perché per Lui “non c’è nessun giusto, neppure uno” (Romani 3:10). Per Lui sono tutti spiritualmente malati e hanno bisogno di Gesù, il medico divino. Il primo passo della fede è accettare di essere perduti. Hai già fatto questo passo?