Ecco, tu hai ridotto la mia esistenza
alla lunghezza di qualche palmo, la mia durata è come nulla davanti a te;
certo, ogni uomo, benché saldo in piedi, non è che vanità… Certo, s’affanna per
quel ch’è vanità.
Salmo 39:5, 6
Strana miopia
Testimonianza di un medico colpito dal
cancro
“La prima reazione di fronte all’annuncio
di un cancro è spesso l’incredulità. Quando si tenta di immaginare la
possibilità della propria morte, il cervello si ribella. Quasi come se la morte
non toccasse che agli altri… Finché la malattia non ci sfiora, la vita ci
sembra infinita, e crediamo che sia sempre il momento di lottare per la
felicità… Rimandando al domani la ricerca dell’essenziale, rischiamo che la
vita ci sfugga dalle mani senza averla veramente mai gustata. Questa strana
miopia, queste esitazioni, talvolta vengono scombussolate da un male come il
cancro. Eppure, rendendo alla vita la sua reale fragilità, le restituisce il
suo autentico sapore. Qualche settimana dopo aver ricevuto la diagnosi di cancro,
ho avuto la strana sensazione che mi siano state tolte le lenti grigie che mi
velavano la vista.”
Ma bisogna proprio ammalarsi gravemente
per rendersi conto di che cosa è la nostra vita? Qualcuno lo pensa, ma non
dovrebbe essere così. Dovremmo trarre delle lezioni dalle esperienze degli
altri, come quella di questo medico. Ma soprattutto ascoltiamo la testimonianza
della Bibbia. Essa dice che la nostra
vita è come un vapore (Giacomo 4:14), ma che ha una dimensione eterna. È fragile, sì, ma altrettanto preziosa.
Preziosa agli occhi di Dio, perché ci ha creati a sua immagine e desidera il
nostro bene. Egli ci ama. Non aspettiamo il giorno della prova! Fermiamoci oggi
per riflettere e incontrare Dio, per ascoltare Gesù e crederlo.