Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una
gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di
Colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.
1 Pietro
2:9
Il
sacerdozio dei credenti in Cristo
L’apostolo
applica ai credenti in Cristo dei privilegi simili a quelli promessi a Israele
sulla base dell’ubbidienza alla legge ma molto più elevati e gloriosi (Esodo
19:6). Li definisce “una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa,
un popolo che Dio si è acquistato”. Eletti
secondo la prescienza di Dio Padre, essi sono acquistati, come popolo, dal
sangue dell’Agnello di Dio, “per proclamare le virtù di Colui che li ha
chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa”.
Se
noi esercitiamo un sacerdozio santo
davanti a Dio per offrirgli sacrifici spirituali, possiamo anche esercitare un sacerdozio regale verso gli uomini,
porgendo loro, da parte di Dio, la medesima grazia di cui noi siamo oggetti e
proclamando al mondo le virtù di Colui che ci ha così meravigliosamente
liberati. Non dobbiamo quindi trascurare il compimento del sacerdozio regale, cioè far conoscere la grazia a coloro che sono
ancora nelle tenebre; e non dobbiamo nemmeno trascurare il sacerdozio santo, che rende a Dio ciò che gli è dovuto. Del resto,
i due tipi di sacerdozio vanno insieme e non possono essere efficaci l’uno
senza l’altro.
Nell’antico
patto, per Israele, le due funzioni di re e di sacerdote erano nettamente
distinte, e una era incompatibile con l’altra. È una dignità esclusiva riservata
ai credenti in Cristo essere da Dio visti come re e sacerdoti.