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lunedì 30 settembre 2019

30 settembre


Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di Colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.
1 Pietro 2:9

Il sacerdozio dei credenti in Cristo

L’apostolo applica ai credenti in Cristo dei privilegi simili a quelli promessi a Israele sulla base dell’ubbidienza alla legge ma molto più elevati e gloriosi (Esodo 19:6). Li definisce “una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato”. Eletti secondo la prescienza di Dio Padre, essi sono acquistati, come popolo, dal sangue dell’Agnello di Dio, “per proclamare le virtù di Colui che li ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa”.
Se noi esercitiamo un sacerdozio santo davanti a Dio per offrirgli sacrifici spirituali, possiamo anche esercitare un sacerdozio regale verso gli uomini, porgendo loro, da parte di Dio, la medesima grazia di cui noi siamo oggetti e proclamando al mondo le virtù di Colui che ci ha così meravigliosamente liberati. Non dobbiamo quindi trascurare il compimento del sacerdozio regale, cioè far conoscere la grazia a coloro che sono ancora nelle tenebre; e non dobbiamo nemmeno trascurare il sacerdozio santo, che rende a Dio ciò che gli è dovuto. Del resto, i due tipi di sacerdozio vanno insieme e non possono essere efficaci l’uno senza l’altro.
Nell’antico patto, per Israele, le due funzioni di re e di sacerdote erano nettamente distinte, e una era incompatibile con l’altra. È una dignità esclusiva riservata ai credenti in Cristo essere da Dio visti come re e sacerdoti.