Noi
siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all’estremo; perplessi, ma non
disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati, ma non uccisi.
2 Corinzi 4:8, 9
Lo scoraggiamento
Nella
Bibbia troviamo due uomini di Dio che nella loro vita hanno avuto un momento di
profondo scoraggiamento. Si tratta di Davide e del profeta Elia.
Questi
due uomini erano entrambi animati da un’ardente fede in Dio. Davide non aveva
temuto di affrontare il gigante Golia, persuaso che la sua debolezza avrebbe
manifestato la potenza di Dio. Gli andò incontro con grande coraggio, nel nome
del Dio degli eserciti (del cielo) che il suo avversario aveva oltraggiato (1
Samuele 17:36-45). Il profeta Elia non aveva tremato di fronte alle minacce del
malvagio re Acab. In tante circostanze difficili la sua fede aveva trionfato su
tutti gli ostacoli. Eppure, questi eroi della fede, a un certo momento della
loro vita, hanno vacillato. Se ai migliori mancano le forze, che ne sarà di
noi? “Chi pensa di stare in piedi guardi di non cadere” (1 Corinzi 10:12),
scrive l’apostolo Paolo.
Davide
andò in crisi quando la persecuzione da parte del re Saul si era fatta più
accanita. “Davide disse in cuor suo: Un giorno o l’altro perirò per mano di
Saul” (1 Samuele 27:1). Elia, pur dopo tante prove della potenza di Dio, si
scoraggiò vedendo che il popolo d’Israele, caduto nell’idolatria, era sordo ai
suoi richiami. “Basta! Prendi la mia vita, o SIGNORE… I figli d’Israele hanno
abbandonato il tuo patto” (1 Re 19:4-10).
Spesso
è così anche per noi. Dopo aver
riportato una vittoria siamo ancora più
vulnerabili e abbiamo particolarmente bisogno di guardare al Signore per
non lasciarci cogliere dallo scoraggiamento.