Quel
giorno sarà per voi un giorno di commemorazione, e lo celebrerete come una
festa in onore del SIGNORE; lo celebrerete di età in età come una legge
perenne.
Esodo 12:14
Un memoriale
Il
popolo d’Israele doveva ricordarsi, di anno in anno e di generazione in
generazione, del giorno in cui l’agnello pasquale era stato sacrificato in
Egitto. Il suo sangue, posto sugli stipiti e sull’architrave delle porte, aveva
risparmiato dalla morte i primogeniti degli Israeliti. Per questo dovevano
celebrare quel giorno come una festa in onore di Dio.
Per
noi credenti, che conosciamo il Signore Gesù come nostro Salvatore, vi è un
ricordo che desideriamo perpetuare durante la nostra vita: quello della morte
del Signore col pane e col vino. Quale riscattato rifiuterebbe al suo Salvatore
ciò che egli stesso ha chiesto ai suoi con tanto amore nella notte in cui fu
tradito: “Fate questo in memoria di me” (Luca 22:19)? “Ogni volta che mangiate
questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore,
finché egli venga” (1 Corinzi11:26).
Non
una volta all’anno come gl’Israeliti, ma ogni domenica, siamo chiamati a
celebrare un culto di adorazione. Esso ha luogo “il primo giorno della
settimana” (Atti 20:7), perché è il giorno della risurrezione di Cristo. Questo
giorno è per i credenti come una festa in ricordo
del Signore Gesù, morto per loro sulla croce e uscito vincitore dalla tomba.
Posti al riparo dal giudizio futuro, annunziamo la morte del Signore e la sua
risurrezione trionfante come il sicuro fondamento della salvezza per chiunque
crede.