Un dottore della legge si alzò per
metterlo alla prova, dicendo: “Maestro, che devo fare per ereditare la vita
eterna?” Gesù gli disse: “Nella legge che cosa sta scritto? Come leggi?”
Luca 10:25, 26
Come leggi?
Al dottore della legge che gli chiede,
per metterlo alla prova: “Maestro, che devo fare per ereditare la vita
eterna?”, Gesù risponde con quest’altra domanda: “Come leggi?” Lo rimanda così
ai testi divini, rimettendolo sotto l’autorità di quella Parola di Dio che
quell’uomo conosceva, ed è questa Parola che illumina il suo stato morale.
A ognuno di voi vorremmo porre la
domanda: “Come leggi?” Con
quale spirito prendi conoscenza dei messaggi che Dio ti rivolge
giornalmente, per mezzo di questi foglietti staccati uno dopo l’altro?
Il nostro scopo, lo ripetiamo, è di condurre ogni lettore ad un contatto
diretto, personale, con la Parola di Dio; le numerose citazioni, come pure
i passi della Scrittura, possono operare nelle nostre anime e portarle a
conoscere l’opera salvifica di Dio.
Questo scopo fallirebbe se la lettura
dei foglietti, che costituiscono altrettanti messaggi da parte di Dio, non
avesse il risultato di provocare un esame più completo di ciò che questa Parola
dichiara di essere, l’unica vivente ed operante (Atti 17:11).
Lo sapete: il “buon seme”, il seme
divino, è la Parola di Dio. Leggete il brano del Vangelo di Luca 8:4-15 e
vedrete come questo seme può essere ricevuto nel cuore. Cade talvolta “lungo la
strada”, è calpestato e gli uccelli del cielo lo mangiano. Sono quelli, dice
Gesù, a cui “il diavolo porta via la parola dal loro cuore, affinché non
credano e non siano salvati”.
Come leggi? In fretta, a causa del poco tempo, cercando soltanto
un’emozione religiosa? Se è così, c’è da temere che il diavolo si affretti a
togliere dal tuo cuore quella minima traccia di una religiosità che è “come la
rugiada del mattino, che presto scompare” (Osea 6:4).
Come leggi?