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domenica 10 agosto 2025

10 agosto - Attenzione, c’è uno squalo!

Essi ascoltano le Tue parole, ma non le mettono in pratica.

Ezechiele 33:32

 

(Gesù disse): “Se sapete queste cose, siete beati se le fate”.

Giovanni 13:17

 

Attenzione, c’è uno squalo!

 

Mentre dei villeggianti facevano il bagno nella deliziosa acqua tiepida di una spiaggia australiana, ad un tratto suonò una sirena: uno squalo bianco era stato avvistato non lontano dalla costa. Nello stesso momento un nuotatore, ignaro, si dirige verso il largo e si avvicina sempre più allo squalo. Tutti sono presi da paura. Alcuni lo chiamano gridando, ma senza risultato. Finalmente, altri lanciano dei sassi e riescono così ad attirare la sua attenzione. Voltandosi, l’uomo capisce che sta accadendo qualcosa di anormale e con tutte le sue forze si mette a nuotare per guadagnare la riva. Soltanto allora prende coscienza del pericolo al quale è appena scampato, ringrazia con gesti di entusiasmo coloro che lo hanno avvertito, e racconta a tutti di essere un non udente…

Troppe persone sono ignare del pericolo che corrono per la loro vita spirituale; ascoltano la Parola di Dio, ma è come se fossero sordi perché si rifiutano di ascoltare. Già anticamente Dio aveva dovuto dire al Suo popolo Israele: “Ho parlato ed essi non hanno dato ascolto” (Isaia 66:4). Queste persone sorde alla voce di Dio non avvertono l’imminenza del pericolo.

Facciamo attenzione a non comportarci come loro. È a noi che Dio si rivolge quando dice: “Io ti ho parlato al tempo della tua prosperità, ma tu dicevi: Io non ascolterò. Questo è stato il tuo modo di fare sin dalla tua adolescenza; tu non hai mai dato ascolto alla mia voce… O paese, o paese, o paese, ascolta la parola del SIGNORE!” (Geremia 22:21, 29).

Dio ha un messaggio urgente di salvezza e di grazia che bisogna afferrare oggi, mentre siamo ancora in vita, se vogliamo scampare al giudizio di Dio.

sabato 9 agosto 2025

Sedotti

“Nessuno, quand'è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno; invece ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte” Giacomo 1:13-15.

L'uomo è sempre pronto a sottrarsi alla responsabilità delle proprie colpe. Spesso, anche i cristiani hanno le idee confuse e di fronte a certe cadute, anziché riconoscere la loro mancanza di vigilanza finiscono per attribuire le colpe a Dio. “L'uomo rispose: La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell'albero, e io ne ho mangiato” Gen. 3:12. 

Nessuno... Giacomo afferma che, nella maniera più assoluta, Dio non può tentare nessuno. Un altro modo di scaricare le nostre responsabilità consiste nell'incolpare Satana. Certo non possiamo dimenticare la sua azione ma questo non deve servire per scaricare le nostre responsabilità. “ognuno è tentato dalla propria concupiscenza”.

La concupiscenza attrae e seduce. Linguaggio della pesca. Il pescatore per attrarre il pesce e farlo abboccare all'amo deve ricoprirlo con un esca appetitosa, qualcosa che piace al pesce e il problema è che il pesce è sempre in cerca di cibo. Dobbiamo solo essere attenti a quale cibo stiamo ricercando. Noi non siamo delle vittime inermi delle nostre concupiscenze.

Sansone fece la sua scelta quando disse a suo padre: “prendimela perché mi piace” Giudici 14:3.

La concupiscenza concepisce.... partorisce il peccato, ecco cosa succede quando anziché scacciare il pensiero, lo favoriamo, lo alimentiamo e ne troviamo piacere. Il peccato non è sterile, porta con se delle conseguenze: produce la morte. Nella Bibbia la morte ha spesso il significato d'interruzione della comunione con Dio. Comunione che può essere ristabilita con la confessione sincera del nostro peccato.

Davide, cosciente del suo stato, chiese: “Rendimi la gioia della tua salvezza” Salmo 51:12.

Dobbiamo ben stare attenti a noi stessi e al nostro cammino. La Parola di Dio, se letta e ritenuta con sincerità può ben aiutarci in questo.

La Bibbia o ti terrà lontano dal peccato o il peccato ti terrà lontano da questo libro.

09 agosto - Realtà o apparenza?

Ora Barnaba… avendo un campo, lo vendette, e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli.

Atti 4:36-37

Ma un uomo di nome Anania, con Saffira sua moglie, vendette una proprietà, e tenne per sé parte del prezzo, essendone consapevole anche la moglie; e, un’altra parte, la consegnò, deponendola ai piedi degli apostoli.

Atti 5:1-2

 

Realtà o apparenza?

(Leggere Atti 5:1-11)

Ecco due personaggi della Chiesa di Gerusalemme nei primi anni del cristianesimo.

Barnaba ha venduto il suo campo, forse quello che gli dava da vivere, e ha portato ai piedi degli apostoli tutto il ricavato perché fosse distribuito ai poveri. Oggi si direbbe che non ha agito con avvedutezza perché non ha pensato al proprio futuro, ma Dio ha apprezzato molto la fede di quel credente. Leggendo la sua storia, vediamo come il Signore lo abbia colmato di benedizioni; ha viaggiato con l’apostolo Paolo per portare l’Evangelo a quanti non lo conoscevano ancora e non gli è mai mancato niente. Avendo dato tutto ciò che possedeva per amore del Signore, il Signore ha provveduto a tutti i suoi bisogni.

Anania, con la moglie Saffira, ha pensato di agire nello stesso modo; soprattutto ha voluto far vedere che si comportava come gli altri. Ha venduto una proprietà e, come Barnaba, ha deposto ai piedi degli apostoli una certa somma. Nessuno l’obbligava a vendere i suoi beni e nemmeno a dare tutto, ma lui ha fatto credere che quella somma fosse l’intero ricavato della vendita. La parte che ha tenuto per sé doveva servire a garantirgli un futuro agiato… ma non ha avuto nessun futuro! Sia lui che sua moglie sono morti all’istante.

Il Signore ci chiede semplicemente di andare a Lui così come siamo e di agire secondo la misura della nostra fede; non pretende niente da nessuno, se non la sincerità di cuore e una vera fede in Lui.

venerdì 8 agosto 2025

08 agosto - Le tempeste della vita

SIGNORE, tu sei il mio Dio;… tu sei stato… un rifugio contro la tempesta, un’ombra contro l’arsura; poiché il soffio dei tiranni era come una tempesta che batte la muraglia.

Isaia 25: 1, 4

 

Le tempeste della vita

 

Una sera d’estate un violento uragano si abbatte sul camping. I mie due figli si rifugiano nel camper, fra le mie braccia. Questo mi ha fatto pensare alle tempeste che possiamo attraversare nella vita: malattie, problemi di lavoro, incomprensioni in famiglia, delusioni… oppure anche tempeste spirituali che toccano le nostre convinzioni e creano dubbi.

In ogni caso, qualunque sia la tempesta, se amiamo Dio abbiamo in Lui protezione e un sicuro rifugio. L’atteggiamento dei miei figli mi ha fatto riflettere: loro si sono stretti a me, con fiducia, ma io ricerco la presenza di Dio, mi stringo a Lui quando attraverso la prova?

Le tempeste che attraversiamo possono avere diverse cause: possono essere provocate da un peccato commesso, e allora dobbiamo confessarlo a Dio e abbandonare il male. “Egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati” (1 Giovanni 1:9). Ma non è sempre così; una prova può essere permessa da Dio perché impariamo ad attaccarci di più a Lui; è la prova della nostra fede il cui risultato sarà alla Sua gloria e per il nostro progresso spirituale (1 Pietro 1:7).

La Bibbia ci dà molti esempi di credenti zelanti che hanno attraversato delle tempeste. Emblematico è il caso di Giobbe (Giobbe 1:8): da quelle terribili prove ha imparato a conoscere se stesso e, pur essendo un uomo umanamente giusto, ha detto “mi ravvedo, mi pento” (Giobbe 42:6). Nello stesso tempo, però, ha imparato a conoscere la compassione e la misericordia di Dio (Giacomo 5:11).

Sovente ignoriamo il perché di certi uragani che ci colpiscono ma, dando fiducia al Signore, potremo affrontali e attraversarli serenamente.

Se conosciamo Dio e lo amiamo, possiamo rallegrarci in Lui ancora prima di comprendere lo scopo che si era prefisso e la benedizione che voleva accordarci.

giovedì 7 agosto 2025

Lezioni dal libro di Giosuè

Il libro di Giosuè ci presenta il combattimento che il popolo di Dio deve affrontare per prendere possesso della terra promessa e illustra per noi ciò che possiamo vedere nell'epistola agli Efesini. Come posizione siamo già seduti nei luoghi celesti in Cristo, ma in pratica c'è ancora un combattimento da fare e un armatura da rivestire.

Nel cap. 7 vediamo qualcosa che stupisce: la disubbidienza di un solo uomo porta delle conseguenze su tutto il popolo. Giosuè apprende che la sconfitta era una conseguenza del peccato. Qualcuno aveva preso dell'interdetto, ossia si era impossessato di qualcosa che non doveva prendere. Acan è colpevole per aver trattenuto per se ciò che era destinato a Dio, l'oro e l'argento, per esempio, che dovevano essere consacrati a Dio.

“L'uomo deve forse derubare Dio?” Malachia 3:8. 

Si inizia selezionando la tribù, poi la famiglia, la casa e infine la persona e questo fa pensare che ci sia un qualche collegamento con questa azione di peccato. Da notare che le istruzioni ricevute dagli esploratori salite e esplorate, sono diverse da quelle impartite per Gerico, andate ed esaminate. Il primo gruppo doveva esaminare per riferire il secondo doveva esplorare per capire l'entità dell'esercito per attaccare. Difatti la risposta delle spie, non conforme ai pensieri di Dio, esprime una strategia umana basata su un giudizio umano.

Per il cristiano la sconfitta presso Ai illustra gli effetti distruttivi del peccato che produsse delle conseguenze su tutta la comunità. La cosa che colpisce e che Giosuè non si interroga subito con un perché ciò era accaduto, che era la cosa giusta da fare, ma innalza un lamento verso Dio come volendosi lamentare con Lui.

Il popolo era uno, come anche il corpo è uno e “Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo...Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui” 1 Cor. 12:12,26.

E' molto serio il pensiero che quando qualcuno di noi tollera un qualche peccato nella sua vita non soltanto perde la comunione con Dio ma porta un malessere all'interno del corpo.

07 agosto - Un ambasciatore in catene

Pregate… con ogni preghiera e supplica… anche per me, affinché mi sia dato di parlare apertamente per far conoscere con franchezza il mistero del vangelo, per il quale sono ambasciatore in catene.

Efesini 6:18-20

 

Un ambasciatore in catene

 

Un ambasciatore è una personalità riconosciuta, onorata, che ha delle responsabilità ma anche grandi privilegi, e gode di un certo benessere. Non è così, però, per i servitori del Signore. Essi sono, sì, degli ambasciatori del grande Re che è nel cielo, ma possono finire incatenati in una prigione. Possono essere dimenticati, disprezzati e anche essere messi al bando dalla società. Il loro Signore non ha forse pagato con la vita la Sua testimonianza?

L’apostolo Paolo era molto utile, ma è stato imprigionato per diversi anni… Perché tutte quelle prove? Perché altri servitori del Signore hanno dovuto cessare la propria attività a causa di una malattia, quando sembravano così indispensabili alla causa del Vangelo e al bene dei loro fratelli? Non sappiamo dare una risposta, ma possiamo essere certi che il Signore ha i Suoi giusti motivi.

Quando arriva la prova, dobbiamo rimanere fermi nella fiducia in Lui. Certo, le difficoltà sono reali e “sul momento non sembrano portare gioia ma tristezza; ma se ci lasciamo formare dalle prove e dalle difficoltà, raccoglieremo “un frutto di pace e di giustizia” (Ebrei 12:11). Finché ci troviamo in questo corpo terreno (Romani 8:23), se siamo provati dalla malattia dobbiamo accettarla con pazienza, e permettere a Dio di compiere il Suo lavoro in noi.

Se il nostro paese attraversa guerre, carestie, epidemie, catastrofi, ne soffriamo tutti, ma se conosciamo il Signore abbiamo il privilegio di poter rivolgere a Lui le nostre richieste e contare sulla Sua potenza e sul Suo amore. Qualunque sia il cammino che Egli ci ha tracciato, in un modo o in un altro sperimenteremo la verità di queste parole: “Beati quelli che confidano in Lui” (Salmo 2:12).

mercoledì 6 agosto 2025

La medicina

Marx paragona la religione o la fede a una droga che si assume per sfuggire ai problemi presenti, al fine di farci rifugiare in un mondo irreale. Definisce la religione, un autoinganno. Lenin si espresse ancora più chiaramente al riguardo: “La religione è l’oppio del popolo”.

Come una madre che dà il ciuccio al suo bimbo che sta piangendo, al fine di tranquillizzarlo, facendogli credere così di essere sazio, costoro definiscono la fede come un’invenzione dell’uomo, con cui lo stesso si affida a un’illusione, ingannando per di più anche gli altri. Ma è proprio così? E' sufficiente auto convincersi e tutto va a posto?

A volte, ho un problema di bruciori allo stomaco o di eccessiva acidità gastrica.

Allora vado dal farmacista e gli racconto di cosa soffro. Il farmacista apre un cassetto, prende una scatoletta e mi raccomanda un determinato medicinale. Mi spiega quante pastiglie devo prendere e in che orari. Convinto dalle parole ben argomentate dello specialista, compro le pastiglie ed esco dalla farmacia, con la certezza che quella medicina mi aiuterà. Questa è la mia confessione: credo che queste pastiglie aiutino a lenire il bruciore di stomaco. Le istruzioni dicono – «Antiacido. Indicazioni: Trattamento dell’ipercloridria che non danneggia la mucosa.»

Pensate che, da sola, la mia convinzione basterebbe a eliminare i miei dolori? Certamente no!

Supponiamo adesso che io stesso sia un esperto, che sappia spiegare la composizione chimica e il modo in cui agisce il trisilicato di magnesio e che potessi perfino trattarne nelle conferenze mediche; sparirebbe, solo per questo, la mia indisposizione di stomaco? Sicuramente no!

Voi stessi sapete cosa occorre fare: avendo fiducia che il farmacista sia un esperto in materia e, con la speranza che la casa produttrice non abbia messo cianuro al posto del composto di magnesio, devo assumere quelle pastiglie e lasciarle sciogliere in bocca, per provare dopo un po’ di tempo il miglioramento che la medicina apporterà al mio organismo.

Sicuramente in un primo momento devo cercare l’informazione, ma ciò che più conta, alla fine, è assimilare e mettere in pratica quelle conoscenze; altrimenti non potrò certo sperare di ricevere l’aiuto di cui ho bisogno.

Succede lo stesso con la fede biblica. La diagnosi corretta sul mio stato e l’esatta determinazione dell’unico rimedio, non mi aiuteranno, se non prendo quel rimedio. Sapere di avere bisogno del perdono dei miei peccati e che Dio ha soddisfatto le condizioni necessarie per quel perdono, tramite la morte sostitutrice di suo Figlio Gesù Cristo, non è sufficiente, ma occorre anche che arrivi un momento nella mia vita in cui, finalmente, confiderò in Dio, mi conformerò alla sua Parola, la accoglierò con gratitudine e mi approprierò del suo grande rimedio.

La fede biblica implica che si accetti sia la diagnosi sia il rimedio di Dio; che si sia convinti che Egli è la verità e, si abbia fiducia che adempirà la sua promessa: “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” Giovanni 5:24.

06 agosto - Quando Dio parla

Dio il SIGNORE chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?» Egli rispose: «Ho udito la Tua voce nel giardino e ho avuto paura,… e mi sono nascosto».

Genesi 3:9-10

 

La folla si stringeva intorno a Lui (Gesù) per udire la parola di Dio.

Luca 5:1

 

Quando Dio parla

 

Dopo che hanno disubbidito a Dio, nel giardino di Eden, Adamo ed Eva sentono la Sua voce che li chiama. La loro reazione è immediata: hanno paura e si nascondono. Quando, sul monte Sinai, Dio dà a Mosè i dieci comandamenti della Legge, il popolo di Israele, davanti ai lampi, ai tuoni e alla montagna che trema, è spaventato e chiede che Dio non parli più con loro (Esodo 20:18-20).

Quando, in Gesù Cristo, Dio riveste la nostra umanità e viene fra gli uomini, la voce divina non è più quella che giudica e condanna, ma quella che annuncia misericordia e perdono. Ascoltare Gesù è ascoltare Dio (Giovanni 12:49-50). Le Sue parole di grazia non fanno più paura.

– “La folla si stringeva intorno a Lui per udire la parola di Dio” (Luca 5:1).

– “Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla Sua bocca” (Luca 4:22).

– “Le guardie risposero: “Nessuno parlò mai come quest'uomo” (Giovanni 7:46).

– “Tutto il popolo, ascoltandolo, pendeva dalle Sue labbra” (Luca 19:48).

Dio è forse cambiato? No. Egli resta il Dio giusto e santo che non può in nessun modo passare sopra il peccato, nemmeno il più piccolo dei peccati. Guai a noi se il Signore Gesù, Suo Figlio, non avesse preso su di Sé il giudizio che i nostri peccati meritavano! Grazie a Lui, Dio può far grazia all’uomo: “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).

Ascoltiamolo anche noi senza paura, lasciamoci attirare da Lui e vincere dalla Sua grazia!


martedì 5 agosto 2025

Uguale a chi?

“A chi mi assomigliereste, a chi mi uguagliereste, a chi mi paragonereste quasi fossimo pari?” Isaia 46:5.

“e cammin facendo domandò ai suoi discepoli: Chi dice la gente ch'io sia?” Marco 8:27.

Il questo mondo esistono liste lunghissime di personaggi famosi. 

Il Signore Gesù non può essere inserito in alcun modo in una di queste liste insieme ai grandi di questo mondo. Si parli pure di Alessandro Magno, di Carlo Magno, di Napoleone il Grande, ma Il Signore Gesù è a parte, il Signore non è Magno, è Unico. 

E' “il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno” Romani 9:5. Non c'è niente da aggiungervi... Egli è al di là delle nostre analisi, sconvolge i canoni umani, costringe al silenzio ogni tentativo di apporre titoli accanto al suo nome.

Il Signore Gesù occupa una categoria contenente un solo nome, il Suo. Non basta ammettere che Egli sia “il più grande uomo mai esistito”; non possiamo parlare del Signore in termini comparativi e nemmeno superlativi; per noi non è una questione di paragone, ma di contrasto. “Perché mi chiami buono?” domandò al giovane ricco, “nessuno è buono se non Dio”. Non si tratta che Egli sia migliore degli altri uomini e nemmeno il migliore degli uomini. Nel Signore era presente la bontà, l'assoluta bontà di Dio.

05 agosto - Paura del futuro?

“Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio!”

Isaia 43:1

 

“Io so i pensieri che medito per voi”, dice il SIGNORE: “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza”.

Geremia 29:11

 

Paura del futuro?

 

Pensando al futuro, tutti provano una certa apprensione, se non una reale paura, e molti si pongono delle domande: “Cosa mi aspetta?”, “Cosa ci sarà dopo la morte?”. Ma queste paure svaniscono e queste domande trovano risposta per chi crede in Gesù e ripone in Lui la propria fiducia. Con Lui non si ha più nulla da temere, né per il presente né per il futuro, perché Dio mette nel cuore la Sua pace.

Dio stesso dice ad ogni credente: “Io ti ho riscattato”. L’ha detto a me quando ho creduto al Vangelo. Non soltanto i miei peccati sono stati perdonati e sono liberato dal giudizio futuro, ma sono stato strappato dal potere di Satana per vivere, adesso, come un figlio di Dio. Questa liberazione è il risultato della morte e della risurrezione di Gesù Cristo, che ora è in cielo e intercede per me.

Quando Dio dice ad ognuno di noi “ti ho chiamato per nome”, sottintende che ci conosce personalmente. Egli sa di cosa siamo fatti (Salmo 103:14), conosce i nostri punti deboli. Dopo la nostra conversione è diventato nostro Padre, un Padre che ci ama e che ogni giorno vuole farci del bene. Egli ci rassicura dicendoci “tu sei mio”. Noi siamo preziosi al Suo cuore, siamo il Suo “tesoro particolare” (Malachia 3:17). Ma il valore che ha per Dio ogni Suo figlio, non è dovuto a meriti particolari, ma al prezzo che il Figlio Suo ha pagato per il nostro riscatto.


lunedì 4 agosto 2025

Dichiarazione diritti

Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo. Eccone un estratto: “Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo; Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità”.

Immagino che tutti gli uomini si siano rallegrati nel lontano 1948 leggendo tali parole ma, purtroppo c'è un errore di fondo: tutto si concentra sull'uomo, sulla sua buona volontà, su i suoi buoni propositi. Come cristiani abbiamo imparato ha non avere fiducia in noi stessi e a non fare affidamento sul nostro cuore e sui suoi buoni propositi. 

L'uomo, per prima cosa, dimentica i diritti di Dio. L'ignoranza e il disprezzo per essi e proprio la prima causa delle disgrazie dell'uomo. 

Sì, Dio ha dei diritti e ha stabilito delle leggi morali proprio per le sue creature ma il disconoscimento di Dio e dei suoi ordinamenti ha portato l'uomo ad allontanarsi da Lui per seguire le sue proprie vie “voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli” Efesini 2:1-2. 

Perché c’è tanta violenza in questo mondo? Questa domanda viene fatta spesso e, senza dubbio, dalla notte dei tempi. “Or la terra era corrotta davanti a Dio; la terra era piena di violenza. … Allora Dio disse a Noè: “Nei miei decreti, la fine di ogni essere vivente è giunta poiché la terra, a causa degli uomini, è piena di violenza” (Genesi 6:11, 13). Il versetto qui sopra la lega, chiaramente, allo stato del cuore dell’uomo dinanzi a Dio.

La radice della parola violenza è la stessa di quella di: violazione o trasgressione; l’atto di violare, di infrangere. Queste parole significano: non mostrare un rispetto appropriato di Dio e delle sue leggi ed hanno anche il senso del disprezzo. 

Non si vuole ascoltare Dio. “Io ti ho parlato al tempo della tua prosperità, ma tu dicevi: "Io non ascolterò". Questo è stato il tuo modo di fare sin dalla tua adolescenza; tu non hai mai dato ascolto alla mia voce” Geremia 22:21.

Se un giorno uno di voi dovesse udire simili parole da parte del Giudice Supremo, quanto sarebbe angosciato.

“Dio parla una volta, e anche due, ma l'uomo non ci bada” Giobbe 33:14.  Eppure Dio vuole: “distogliere l'uomo dal suo modo d'agire e...per salvargli l'anima dalla fossa” Giobbe 33:17-18.

04 agosto - Meglio accettare i rimproveri

Un rimprovero fa più impressione all’uomo intelligente, che cento percosse allo stolto.

Proverbi 17:10

 

Beati… quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.

Luca 11:28

 

Meglio accettare i rimproveri

 

Ascoltare un rimprovero è spiacevole, esporsi alla critica è doloroso… tuttavia un rimprovero può aiutarci a migliorare il nostro modo di agire o a correggere qualche errore; dunque, può rivelarsi positivo e formativo. Così possiamo fare dei progressi, più di quanti ne faremmo ascoltando soltanto quelli che ci lusingano, perché “vale più udire la riprensione del saggio, che udire la canzone degli stolti” (Ecclesiaste 7:5).

La “canzone degli stolti” evoca qualcosa di piacevole ma che non ha nessuna utilità: lusinghe, elogi, complimenti di facciata… Vale più un rimprovero giustificato che mille complimenti illusori, dolci suoni per le orecchie che presto svaniscono.

Ma chi è il saggio che devo ascoltare? Può essere un mio parente, un amico, una persona con molta esperienza, qualcuno che abbia il coraggio di dirmi la verità.

Ma ci sono anche riprensioni e rimproveri di cui dobbiamo assolutamente tenere conto: quelli che provengono da Dio, il nostro Creatore, che sa tutto e ci ama. Il Suo messaggio, quello della Bibbia, può sembrare a prima vista negativo, perché Dio mi dice che sono un peccatore, perduto, lontano da Lui (Romani 3:23); poi, però, mi invita ad andare a Lui così come sono per ricevere il Suo perdono in Gesù Cristo, tramite la fede in Lui e nel Suo sacrificio.

Questo è il messaggio che dobbiamo accogliere e che cambia la nostra vita!


domenica 3 agosto 2025

Occorre un elemento nuovo

“È proprio secondo giustizia che voi parlate, o potenti? Giudicate voi rettamente i figli degli uomini? Anzi, in cuor vostro commettete iniquità; nel paese, voi gettate nella bilancia la violenza delle vostre mani” Salmo 58:1-2.

 “Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati” Matteo 5:6.

La fame e la sete di giustizia di cui parla il Signore Gesù non possono oggi essere soddisfatte. Nonostante i loro sforzi, gli uomini sono incapaci di stabilire la giustizia. La malvagità si estende ovunque, perfino laddove essa dovrebbe essere condannata, ai poteri politici, ai tribunali e nei nostri propri cuori. Gli scandali che disonorano certe personalità non sono che la parte emergente di un immenso iceberg. Ma, misericordia divina, la Bibbia fa brillare in fondo al tunnel la speranza di un'uscita. Questa speranza non è da ricercare nell'uomo ma in qualcosa di “nuovo” che solo Dio può donare.

“Gli abitanti della città (Gerico) dissero a Eliseo: Ecco, il soggiorno in questa città è gradevole, come vede il mio signore; ma le acque sono cattive, e il paese è sterile” 2 Re 2:19. 

La missione di grazia di Eliseo inizia da Gerico, città sotto maledizione: “Sia maledetto, davanti al SIGNORE, l'uomo che si alzerà a ricostruire questa città di Gerico! Egli ne getterà le fondamenta sul suo primogenito, e ne rizzerà le porte sul più giovane dei suoi figli” Gios:6:26. 

Il soggiorno nella città era gradevole, ma le acque erano malsane e la terra sterile. Un po' come è il mondo, talvolta gradevole esteriormente, ma contrassegnato dalle conseguenze del peccato; le sue risorse non danno una vera soddisfazione. Il mondo promette molto ma non porta a nulla; non può rispondere ai veri bisogni dell'uomo.

Gli abitanti ebbero la fede necessaria per beneficiare della grazia che Eliseo stava portando. Il profeta chiede che gli sia portata un recipiente “nuovo” con del sale.

Occorreva l'introduzione di qualcosa di “nuovo” e del sale che è un elemento che preserva dalla corruzione. Eccola la svolta. Non la si trova affannandosi nel tentativo di migliorare “il vecchio” perché esso è corrotto e non produce che morte. Solo Cristo salva, cambia la nostra vita, trasforma la vecchia fonte che non faceva altro che produrre acque inquinate, malsane e la rende una fonte di vita.

“Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna” Giov. 4:14.

03 agosto - Che imprudenza!

Vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio!

2 Corinzi 5:20

 

Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza.

2 Corinzi 6:2

 

Che imprudenza!

 

Mettiamo il caso di un giovane gravemente ammalato. Sua madre fa venire un medico che gli prescrive delle medicine da prendere immediatamente; anzi, gliele offre lui stesso. Il malato sa che senza quelle cure morirà, ma rifiuta di prenderle. Muore poco tempo dopo. Le medicine erano a portata di mano, vicino al suo letto, ma lui non ha voluto approfittarne!

Ridicolo vero? Questa storia è inverosimile. Eppure questo tipo di imprudenza esiste; chi agisse in questo modo sarebbe accusato non solo di incuria ma di follia!

Amico lettore, senza dubbio tu non sei un insensato, ma sei sicuro di non assomigliare a quel giovane? Hai fatto tutto per prepararti in vista del domani, del dopodomani e del… dopo la morte?

Forse preferisci dimenticare che un giorno, presto o tardi, dovrai lasciare questa terra. Ma è una realtà. Oggi, forse, trovi troppo duro riconoscere i tuoi peccati, l’orgoglio, le menzogne, l’indifferenza verso Dio che, direttamente o indirettamente, hai offeso. Eppure, è a Lui che dovrai rendere conto. La Bibbia dice:  “È stabilito che gli uomini muoiano… dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 6:27). Il giudizio di Dio fa paura, ma sappi che il rimedio contro questo giudizio è alla tua portata. Gesù è venuto per salvarti; è Lui stesso il rimedio di cui hai bisogno. Egli si è sacrificato, ha preso sopra di Sé i tuoi e i miei peccati e ha subito al nostro posto il castigo di Dio perché noi fossimo perdonati e salvati.

Accetta questo rimedio. Accettalo oggi. Non comparirai in giudizio e avrai la vita eterna!

sabato 2 agosto 2025

Come possiamo?

“Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. Ma per questo mi è stata fatta misericordia” 1 Tim.1:15-16. 

Voi avete per la Bibbia un grande rispetto e pensate che sia un libro al di sopra di tutti gli altri libri. Non per questo siete salvati.

Voi credete che vi sia un Dio: e fate bene “anche i demoni lo credono e tremano” (Giac. 2:19). Non per questo siete salvati.

Avete una religione e siete presenti alle funzioni, generosi nelle donazioni. Non per questo siete salvati.

Voi riconoscete che gli uomini sono peccatori e che per la loro salvezza il Signore è venuto quaggiù ed è morto sulla croce. Non per questo siete salvati.

Come potete dunque essere salvati? E' necessario uscire dal generico. Non dite: tutti hanno peccato, ma: Io ho peccato, io sono colpevole davanti a Dio. Non dire Cristo è morto per i peccatori ma Cristo è morto per me. La salvezza è una questione personale. Ognuno deve avere a che fare con Dio per se stesso. Venite a Dio con il vostro peccato; riconoscete le vostre colpe e accettate per voi stessi l'efficacia del sacrificio di Cristo sulla croce. I riscattati che riempiranno il cielo vi saranno entrati ad uno ad uno attraverso la porta stretta.

02 agosto - Dio ci ama

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Giovanni 3:16

 

(Dio) ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Ebrei 1:2

 

Dio ci ama

 

Devi essere convinto che Dio ti ama. Forse non l’hai mai ringraziato, ma Dio ti ama lo stesso. Forse non ti senti molto amabile, ma Lui ti ama lo stesso. E non per la tua buona condotta o il tuo impegno a fare il bene, no, ma perché Egli è il tuo Creatore, e ama le Sue creature. E l’ha dimostrato!

Sì, l’ha dimostrato quando ha mandato sulla terra il Figlio Suo Gesù Cristo, che è diventato un uomo per parlarci un linguaggio che noi potessimo capire. Ora Gesù non è più sulla terra, ma noi possiamo ascoltare ancora la Sua voce e contemplare la Sua vita leggendo i Vangeli. Lo hai già fatto? Hai letto i Vangeli per scoprirlo, vederlo e ascoltarlo?

Il primo messaggio di Dio per noi non è gradevole. Ci dice che abbiamo tutti disubbidito, proprio tutti, e che per questo meritiamo di essere puniti. Ma ci dice anche che Gesù ha accettato di essere punito al posto nostro, al posto di tutti quelli che lo accettano nel loro cuore credendo in Lui. Per loro c’è un perdono definitivo e una nuova vita di relazione col Creatore dei cieli e della terra! Non è incredibile? Non è forse la più grande prova del Suo amore?

Dio consiglia, desidera, ordina, ma non costringe nessuno. È per il tuo bene presente ed eterno che ti mostra il Suo amore e ti supplica di accettarlo. Perché Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità” (1 Timoteo 2:4).

venerdì 1 agosto 2025

Ringraziare Dio

“Anima mia, benedici il SIGNORE! SIGNORE, mio Dio, tu sei veramente grande;

sei vestito di splendore e di maestà...Quanto sono numerose le tue opere, SIGNORE!

Tu le hai fatte tutte con sapienza; la terra è piena delle tue ricchezze” Salmo 104:1,24.

La creazione è come un immenso libro nel quale si legge di Dio ad ogni pagina e si impara a rispettare e ringraziare Colui che ha creato i mondi e che li sostiene. Si impara a conoscere la sua potenza e la sua bontà solo ponendo mento a tutto ciò che ci circonda. L'uomo dovrebbe chiedersi perché il pianeta su cui abita è così ricco di beni e risorse, perché tutta la natura intorno a lui è così ben regolata e ordinata nei suoi cicli vitali. Si è ritrovato in un mondo non solo abitabile ma in grado di fornire ogni sorta di materiale, ricchezze e nutrimento o almeno lo era prima che l'uomo dimostrasse quanto lui, lontano da Dio, può essere distruttivo.

Non riflette sulle lezioni che questo grande libro impartisce. Nella creazione dunque c'è un linguaggio che parla del creatore, delle sue cure, della sua grandezza ed eterna potenza e responsabilizza ogni essere vivente riguardo alla sua posizione nei riguardi di Dio.

Che ha fatto l'uomo? Si è costruito degli idoli di pietra, di legno o metallo. Certo l'uomo “civile” si beffa di questi feticci e idoli grotteschi, ma non si distacca molto da questi in quanto se ne è procurati altri più “moderni” facendo del denaro o del potere i suoi idoli domestici. 

Quanti sono quelli che possono affermare: “anima mia benedici il Signore”? E quanti si sono ancor più meravigliati rimanendo addirittura ammutoliti dinanzi all'opera della croce?  Lì Dio ha agito non secondo la sua immensa potenza in creazione ma secondo il suo immenso amore in salvezza per l'uomo. Era scritto: “Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù (Salvatore), perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati. La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele (Dio con noi)” Matteo 1:21,23.

Dio parla attraverso il creato, ma ancor più ha parlato nel Figlio. “Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi” Ebrei 1:1-2.

01 agosto - Il capolavoro della creazione

Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono le Tue opere, e l’anima mia lo sa molto bene.

Salmo 139:14

 

L’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo, sia conservato irreprensibile.

1 Tessalonicesi 5:23

 

Il capolavoro della creazione

 

Dopo aver chiamato all’esistenza gli esseri viventi che popolano la terra, i mari e i cieli, Dio ha creato l’uomo, il capolavoro della Sua meravigliosa creazione. Ha soffiato in lui un alito vitale, ci dice la Bibbia, e l’uomo divenne un “essere vivente” (Genesi 2:7). Questo soffio divino ha fatto dell’uomo una creatura a parte, del tutto distinta dagli altri esseri viventi.

L’uomo possiede un corpo, la parte materiale del suo essere che è in relazione col mondo esterno, ed anche uno spirito e un’anima che costituiscono la parte spirituale, immortale, responsabile e intelligente. Grazie al suo spirito l’uomo può entrare in contatto con il Creatore e relazionarsi con Lui, cosa che gli animali non possono fare.

Il corpo umano è estremamente complesso e altrettanto lo sono le facoltà dell’anima e dello spirito. L’uomo pensa, riflette, ragiona, studia, paragona; è dotato di memoria, di volontà e può fare dei progetti e realizzarli. Inoltre sente, ama, odia, spera… Fin dall’inizio, Dio ha desiderato stabilire una relazione con l’essere umano, ma questa relazione è stata rovinata dalla disubbidienza e dal peccato. La caduta di Adamo fu una immensa tragedia perché da allora tutta l’umanità ha voltato le spalle a Dio.

Ma ecco che Gesù è venuto per riconciliare l’uomo con Dio. Tutti coloro che credono in Lui ricevono una vita nuova: “Se dunque uno è in Cristo egli è una nuova creatura” (2 Corinzi 5:17). Per la fede, il credente è introdotto in una relazione con Dio molto più intima, quella di figlio! (Giovanni 1:12). E questa relazione rinnova i pensieri, il cuore, lo spirito, e libera la coscienza.