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domenica 31 agosto 2025

31 agosto - Nessuno è perfetto

(Gesù ha detto:) “Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste”.

Matteo 5:48

 

Crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.

2 Pietro 3:18

 

Nessuno è perfetto

 

“Nessuno è perfetto” – recita un proverbio – e tutti ne siamo consapevoli; tuttavia, questo non ci autorizza a trattare con leggerezza certi “piccoli peccati” che tendono a farci perdere l’esatta percezione della differenza che c’è fra il bene e il male.

Quando il Signore Gesù dice: “Siate perfetti come il Padre vostro è perfetto”, non abbassa il livello che dovremmo raggiungere, anche se siamo deboli esseri umani. Ma come potremo raggiungere un tale obbiettivo? Come comparire davanti a un Dio perfetto con tutte le nostre “imperfezioni”? Alcuni pensano che le buone azioni compensino le cattive, ma è un errore. Sarebbe come se giustificassimo un eccesso di velocità con il fatto che, nel tratto precedente, abbiamo tenuto una velocità al di sotto dei limiti consentiti.

La soluzione è un’altra. Come più volte abbiamo ripetuto in questi foglietti, è il Signore Gesù che perdona i nostri peccati, se li riconosciamo, e ci rende giusti davanti a Dio. E’ Lui che ci comunica la vita divina. E’ attraverso le Sue perfezioni che Dio vede i credenti.

In seguito, per mezzo del Suo Spirito e della Sua Parola, fortificati dalla preghiera, possiamo progredire nel bene e, se siamo occupati di Lui, tendere verso la perfezione, quella stessa del Signore Gesù uomo.

La vita cristiana è un combattimento, con vittorie e disfatte, ma non cediamo allo scoraggiamento. Facciamo in modo di stimolarci l’un l’altro all’amore fraterno e alle buone opere, “esortandoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno”, quello del ritorno del Signore (Ebrei 10:25).

La perfezione ci sarà nel cielo quando saremo con Lui.

sabato 30 agosto 2025

Indolenza spirituale

“Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all'amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno” Ebrei 10:24-25. 

Siamo tutti portati all'indolenza spirituale, tutti cerchiamo di evitare le situazioni burrascose, evitiamo di andare a mettere le mani la dove si manifestano dei problemi, ci piace rifugiarci nel nostro nido tranquillo e ben protetto. 

Questo passo degli Ebrei ci esorta a renderci attenti gli uni gli altri e a restare uniti, due cose che richiedono impegno e iniziativa, entrambe queste cose sono semplicemente la manifestazione della vita di Cristo in noi e non dell'affermazione di noi stessi. Se viviamo una vita isolata, ritirati e lontani dagli altri, siamo agli antipodi della spiritualità insegnata da Cristo.

La nostra spiritualità è messa alla prova proprio quando ci imbattiamo nelle difficoltà e in problemi da risolvere, la meschinità, l'ingratitudine, la maldicenza, l'apatia, sono tutte cose che tendono a farci diventare spiritualmente indolenti.

30 agosto - Riconciliati con Dio

E voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, ora Dio vi ha riconciliati nel corpo della carne di Lui, per mezzo della Sua morte, per farvi comparire davanti a Sé santi, senza difetto e irreprensibili.

Colossesi 1:21-22

 

Riconciliati con Dio

 

A causa del peccato che è nella nostra stessa natura, noi tutti siamo esattamente il contrario di quello che Dio è. Dio è luce, amore e santità, ma l’uomo è, nei confronti di Dio, un estraneo e un nemico, caratterizzato da opere malvagie, da orgoglio e da violenza. La Bibbia descrive molto chiaramente questa condizione dell’uomo. Ognuno di noi, esseri umani, merita quindi nient’altro che il Suo giudizio.

Ma, come sappiamo, Gesù è venuto sulla terra per farci conoscere l’amore di Dio e riconciliarci con Lui! “Dio era in Cristo nel riconciliare con Sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe” (2 Corinzi 5:19). Per fare questo ha dovuto morire sulla croce e subire il giudizio a noi destinato. Lui, che non era per nulla responsabile del nostro stato di ribellione, ha realizzato il progetto di Dio che era di offrire all’uomo un mezzo di salvezza. Era Dio, il creatore di ogni cosa che esiste, eppure è stato trattato come un malfattore! E’ morto volontariamente perché noi colpevoli fossimo resi giusti.

Quando due persone si riconciliano, occorre che ognuno faccia la sua parte; Dio invece ha fatto tutto Lui, e ci chiede solo di accettare la Sua grazia e la salvezza che ci offre. Per noi uomini, a volte è difficile dimenticare i motivi di una discordia; Dio invece dichiara in modo positivo: “Non mi ricorderò più dei loro peccati” (Ebrei 10:17)!

Attraverso il Signore e la Sua opera, Dio vede tutti coloro che credono come esseri innocenti, irreprensibili, addirittura perfetti nonostante le debolezze che ancora hanno e le cadute nelle quali ancora incorrono. Ascoltiamo l’esortazione dell’apostolo Paolo: “Nel nome di Cristo, siate riconciliati con Dio” (2 Corinzi 5:20).

venerdì 29 agosto 2025

29 agosto - Prendete Dio in parola!

La fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo.

Romani 10:17

 

Forse non hanno udito? Anzi, la loro voce è andata per tutta la terra e le loro parole fino agli estremi confini del mondo.

Romani 10:18

 

Prendete Dio in parola!

 

Le affermazioni della Bibbia provengono da Dio e sono dirette a noi.

Vediamone alcune:

L’uomo è in uno stato disperato: “Per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato” (Romani 5:12).

Dio prende l’iniziativa di amarlo: “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo unigenito Figlio” (Giovanni 3:16).

Il Signore Gesù ha dato Se stesso in sacrificio: “C'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato Se stesso come prezzo di riscatto per tutti” (1 Timoteo 2:5-6).

Dio offre all’uomo la salvezza: “Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia: Oggi, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore” (Luca 2:10-11).

Dio ci dice come ottenerla: “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato” (Atti 16:31).

Chi crede ringrazia e adora: “A Lui che ci ama, (Gesù Cristo) e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue,… a Lui sia la gloria e la potenza nei secoli dei secoli!” (Apocalisse 1:5-6).

giovedì 28 agosto 2025

Felici?

Dovrebbe esserci una persona a cui non interessa essere felice? Difficile da immaginare. Ma le persone hanno idee diverse sul percorso verso la vera felicità. Ma la Sacra Scrittura conosce una sola via: Cristo.


Prima di morire a 40 anni di cancro allo stomaco, una donna famosa e di successo ha scritto:

1. Avevo l'auto più costosa del mondo nel mio garage ma ora devo muovermi in sedia a rotelle.

2. La mia azienda vende tutti i tipi di vestiti di marca, scarpe e oggetti di valore, ma ora il mio corpo è avvolto in un piccolo panno fornito dall'ospedale.

3. Ho molti soldi in banca. Ma ora non mi giovano a nulla.

4. Casa mia era come un castello, ma ora dormo in due letti in ospedale.

5.  Passavo da un hotel a cinque stelle ad un altro hotel cinque stelle. Ma in questo momento passo del tempo in ospedale, trasferendomi da un laboratorio all'altro

6. Ho avuto sette parrucchiere per farmi i capelli, ma ora non ho un capello in testa.

7. Ho viaggiato su un jet privato, posso volare ovunque, ma ora ho bisogno di due assistenti per entrare alla porta dell'ospedale.

8. Anche se ci sono una infinità di alimenti, ora la mia dieta è due compresse al giorno e qualche goccia di acqua salata la sera.

Le mie case, le auto, il mio aereo, i mobili di antiquariato, gli yacht, la fama, nessuno di loro mi serve. Niente di tutto questo mi rilasserà. 

 “Allora, che profitto trae l'uomo da tutto il suo lavoro, dalle preoccupazioni del suo cuore, da tutto ciò che gli è costato tanta fatica sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolore, la sua occupazione non è che fastidio; perfino la notte il suo cuore non ha posa. Anche questo è vanità” Eccl. 2:22-23. 

“Beato colui la cui trasgressione è perdonata e il cui peccato è coperto” Salmo 32:1. 

Questa è veramente la felicità. Avere la piena certezza che i miei peccati sono tutti perdonati è il solo fondamento della felicità. Essere felice senza questa certezza significa cercare di essere felice sull'orlo di una voragine spalancata in cui, da un momento all'altro, potrei precipitare per sempre.

“Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell'eternità” Eccle. 3:11. 


E' assolutamente impossibile che un uomo possa godere di solida felicità finché non vi sarà la certezza divina che tutta la sua colpevolezza è stata annullata dal sangue della croce. L'incertezza a questo riguardo deve essere una causa d'angoscia morale per tutti quelli che sono stati condotti a sentire il peso del peccato.

In tutte le epoche il perdono dei peccati è stato conosciuto con tutta la certezza che la Parola di Dio può dare. 

Paolo lo ha predicato: “Vi sia dunque noto, fratelli, che per mezzo di lui (Gesù) vi è annunciato il perdono dei peccati” Atti 13:38; e anche Pietro dichiara: “Chiunque crede in Gesù riceve la remissione dei peccati” Atti 10:43.

28 agosto - “Ho solo quello che merito”

“Torna,… io non vi mostrerò un viso accigliato, poiché io sono misericordioso”, dice il SIGNORE, “e non serbo l’ira per sempre. Soltanto riconosci la tua iniquità”.

Geremia 3:12-13

 

SIGNORE, se le nostre iniquità testimoniano contro di noi, opera per amor del tuo nome; poiché le nostre infedeltà sono molte.

Geremia 14:7

 

“Ho solo quello che merito”

1 Samuele 30:1-7

 

Davide aveva commesso l’errore di allearsi coi nemici del suo popolo, proprio lui, il futuro re di Israele. Quando torna alla città dove abitava e che non avrebbe dovuto lasciare, trova un disastro: la città saccheggiata, le donne e i bambini presi prigionieri… I suoi soldati parlano di lapidarlo. Momento cupo nella vita di quest’uomo di fede! “Davide fu grandemente angosciato”, ci dice il racconto, “ma si fortificò nel SIGNORE, nel suo Dio”. La sua fede riprende il sopravvento e Dio risponde e gli accorda una straordinaria liberazione. Davide ritrova tutto: mogli, figli e beni di ogni genere per sé e per i suoi uomini.

In quella circostanza Davide avrebbe potuto dire “ho quello che merito”, e poi disperarsi… In effetti, era colpa sua se non si trovava lì quando il nemico è sopraggiunto, ed ora ne pagava le conseguenze. Poteva ancora sperare nell’aiuto divino? In quel giorno di sconforto Davide ha urgente bisogno del “suo Dio” e a Lui si rivolge con un’ardente preghiera. E non resta deluso.

Anche noi qualche volta dobbiamo fare fronte alle conseguenze dei nostri peccati. Se Satana approfitta di certe occasioni per spingerci alla disperazione, respingiamo i cupi pensieri e volgiamoci a Dio con fede. Lui non ci respinge mai perché è un Dio di perdono e di speranza. E’ il Dio di ogni grazia.

mercoledì 27 agosto 2025

27 agosto - Dio si è rivelato

Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che Egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi. Egli, che è splendore della Sua gloria e impronta della Sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della Sua potenza.

Ebrei 1:2-3

 

Dio si è rivelato

 

Come potremmo conoscere a fondo Dio se non fosse venuto a noi sotto una forma visibile e con un linguaggio a noi comprensibile? Le meraviglie della natura rivelano la Sua straordinaria potenza, ma non sono sufficienti a rivelare il Suo cuore. Il patriarca Giobbe dice che le bellezze del creato sono “solo gli estremi lembi della Sua azione” (Giobbe 26:14). Così, presi dai loro ragionamenti, molti pensano che Dio sia come uno di loro (Salmo 50:21) e si fanno di Lui una concezione sbagliata aderendo a religioni che non fanno altro che allontanarli da Lui e dalla verità.

Ma, come dicevamo all’inizio, Dio si è rivelato. L’ha fatto in Gesù Cristo, “Dio manifestato in carne”. Lui che è il creatore dell’universo è venuto sulla terra “simile agli uomini, trovato esteriormente come un uomo” (Filippesi 2:7-8). Era senza peccato, ma ha subito il giudizio di Dio che tutti noi meritavano a causa dei nostri peccati. Chi crede in Lui è riconciliato con Dio.

Molti stimano che la gloria consista nell’accrescere il proprio potere, nell’innalzarsi al di sopra degli altri e dominarli. Ma la gloria di Dio, manifestata per mezzo di Gesù, presenta una realtà esattamente opposta. Il Signore Gesù non si è innalzato, non ha disprezzato gli uomini, ma si è abbassato fino a loro. Si è avvicinato alla Sua creatura colpevole e ha fatto grazia a tutti coloro che si volgono a Lui con sincero pentimento.

Così, Dio è glorioso nella Sua santità quando giudica e punisce il peccato; ma è altrettanto glorioso nel Suo amore quando ci ha fatto dono del Suo unico Figlio per fare grazia a noi colpevoli e darci la vita eterna.

martedì 26 agosto 2025

26 agosto - La preghiera di Abraamo

Abraamo rimase… davanti al SIGNORE.

Genesi 18:22

Dio si ricordò d’Abraamo, quand’Egli distrusse le città della pianura (Sodoma e Gomorra) e fece scampare Lot al disastro.

Genesi 19:29

 

La preghiera di Abraamo

 

Dio ha appena comunicato al patriarca Abraamo una terribile notizia: Sodoma, la città depravata, sta per essere distrutta. Abraamo vive sulla montagna, lontano da quella città e quindi al riparo dalla distruzione, ma Lot suo nipote è andato a vivere proprio a Sodoma, in mezzo a quegli uomini corrotti. Lui è un uomo giusto (2 Pietro 2:7), ma corre il rischio di essere distrutto insieme a tutti gli altri.

Abraamo, uomo di fede, supplica Dio in favore della città: “Forse ci sono cinquanta giusti nella città; davvero farai perire anche quelli?” (Genesi 18:24). Poi continua: e se ce ne sono quarantacinque?… E se ce ne sono dieci? Con grande pazienza Dio risponde all’insistenza di Abraamo (Isaia 41:8) e gli promette di risparmiare la città se vi si troveranno almeno dieci giusti. Abraamo rimane solo e passa la notte insonne. Al mattino presto esce dalla sua tenda e dal monte guarda verso Sodoma: la città è un immenso rogo. Evidentemente non c’erano nemmeno dieci giusti! L’intercessione di Abraamo è stata dunque inutile? No! Il suo Dio è un Dio fedele. Egli non ha potuto risparmiare la città perché interamente pervertita, ma si è ricordato di Abraamo e della sua supplica. Con grande misericordia ha fatto uscire dalla città Lot, sua moglie e due figlie.

Anche a noi può sembrare, a volte, che le nostre preghiere siano state inutili e che tutto sia perduto. No. Confidiamo sulla fedeltà di Dio che ascolta la preghiera dei Suoi e onora la loro fede (Salmo 65:2). “La Sua misericordia si estende di generazione in generazione su quelli che lo temono” (Luca 1:50).

lunedì 25 agosto 2025

25 agosto - Aspettare

È bene aspettare in silenzio la salvezza del SIGNORE.

Lamentazioni di Geremia 3:26

 

Dio mio … nessuno di quelli che sperano in Te sia deluso.

Salmo 25:2-3

 

Aspettare

 

Aspettare non è il nostro forte. Aspettare pazientemente e rimanere in silenzio, è ancora più difficile. Tuttavia, è quello che Dio ci insegna. Egli compie i Suoi piani nei tempi che ha stabilito e vuole che gli diamo fiducia. L’attesa può essere breve, ma non sempre è così. Nella Bibbia leggiamo di credenti che hanno dovuto pazientare a lungo prima che Dio intervenisse. Vediamo qualche esempio.

Ad Abraamo e Sara, Dio aveva promesso un figlio, ma hanno dovuto aspettare ben venticinque anni prima che Isacco nascesse. Durante questo lungo periodo non sono stati sempre pazienti e tranquilli, ma Dio li ha portati a distogliere i loro sguardi dalle possibilità umane (erano ormai molto avanti negli anni) e ad orientarli verso Lui solo (Genesi da 15 a 21).

All’età di 40 anni Mosè riteneva di avere le capacità necessarie per aiutare il popolo d’Israele, schiavo in Egitto. Il progetto di Dio era di liberarli, ma i tempi non erano maturi. Mosè ha dovuto aspettare quarant’anni, pascolando le greggi nel deserto. All’età di 80 anni, Dio si rivela a lui e gli affida la missione di liberare il suo popolo e condurlo nella terra promessa (Esodo cap. 2 e 3).

Caleb, uno dei dodici uomini inviati da Mosè ad esplorare il paese di Canaan prima della conquista, ha scoperto le bellezze del paese che Dio gli aveva promesso e non vedeva l’ora di entrarvi. Ma ha dovuto attendere quarantacinque anni prima di entrare nel paese e ricevere la città di Hebron come sua eredità. Per tutto questo tempo egli ha pazientato e Dio ha fortificato la sua fede (Numeri 13 e 14; Giosuè 14).

E noi, sappiamo aspettare con pazienza i tempi di Dio?

domenica 24 agosto 2025

24 agosto - Lasciamo fare a Dio il Suo lavoro

Sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il Suo disegno.

Romani 8:28

 

Lasciamo fare a Dio il Suo lavoro

 

Il versetto di oggi può essere paragonato a degli occhiali attraverso i quali il cristiano dovrebbe guardare e apprezzare tutto quello che gli avviene.

Tutte le cose: questo comprende sia le più piccole che le più importanti; quelle piacevoli come quelle spiacevoli. Infatti, tutte le cose sono sempre dei mezzi che Dio utilizza per la nostra formazione e benedizione. Nessuno di questi mezzi è fine a se stesso. Questo versetto ci aiuta a non concentrare l’attenzione sulle circostanze, ma piuttosto sulla mano del nostro Dio che le dirige. La Sua è sempre una mano d’amore, anche quando lavora per lungo tempo con strumenti che fanno male. E’ come il lavoro dell’orefice che deve tagliare e far brillare le pietre preziose.

Tutte le cose “cooperano”: il verbo nell’originale greco implica un “lavoro” ed è il lavoro di Dio.

“Noi siamo opera Sua” (Efesini 2:10), e per formarci usa gli strumenti adatti. Infine, notiamo che il versetto parla di “noi” perché prende in considerazione non solo ognuno individualmente ma tutti i credenti. Il Signore purifica e santifica la Sua Chiesa, che è l’insieme di tutti i veri credenti, e la farà comparire davanti a Sé “gloriosa, senza macchia o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile” (Efesini 5:26-27).

Lasciamo dunque che Dio faccia il Suo lavoro in noi per renderci “conformi all’immagine del Figlio Suo” (Romani 8:29) nella pazienza, nell’ubbidienza, nell’umiltà, nell’amore.

Dio vuole farci assomigliare al Signore Gesù come uno scultore che, partendo da un informe blocco di marmo, lo lavora e lo trasforma per renderlo simile al modello che ha in mente di realizzare.


sabato 23 agosto 2025

23 agosto - Pregare in ogni tempo

Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.

Filippesi 4:6-7

 

Pregare in ogni tempo

 

“Non angustiatevi di nulla”. Sono parole dell’apostolo Paolo che possono sembrare lontane della realtà. Nella vita di oggi lo stress la fa da padrone. Le preoccupazioni, i ritmi a volte frenetici, l’ansia per il futuro, ci fanno sentire che non è possibile uscirne con le nostre forze. Fin dal mattino, i pensieri sono rivolti a quello che ci aspetta: una giornata di duro lavoro, magari con la paura continua di sbagliare, l’ansiosa ricerca di un impiego, i problemi coi figli o con il coniuge…  A tutto questo si aggiungono i problemi di salute e quelli finanziari. Molti cercano di uscire da queste situazioni con le proprie forze, e quando non c’è soluzione, come sovente accade, ecco arrivare la depressione, lo sconforto, la sensazione di impotenza. Gli aiuti che a volte si trovano danno un sollievo momentaneo.

Il versetto di oggi ci indica un rimedio efficace: “Fate conoscere le vostre richieste a Dio”. Rimedio molto semplice, ma – si chiederà qualcuno – siamo certi che funzioni?

Dio ci chiede di far conoscere a Lui i nostri bisogni in preghiera. “Il Padre celeste sa che avete bisogno di queste cose” (Matteo 6:32), diceva il Signore, ma vuole che gli parliamo dei nostri bisogni e riconosciamo la nostra impotenza nell’ottenere dei risultati. Non sempre avremo una risposta immediata perché i tempi di Dio non sono i nostri. Le Sue risposte potrebbero non essere quella che ci aspettiamo, ma potremo sperimentare “la pace di Dio. Affrontando in questo modo i nostri problemi, non saremo più angustiati e non ci sentiremo soli.


venerdì 22 agosto 2025

22 agosto - Afferrare la Sua mano

“Io, il SIGNORE, … ti prenderò per la mano; e ti custodirò”.

Isaia 42:6

 

La mia mano è davvero troppo corta per liberare, oppure non ho la forza di poter salvare?

Isaia 50:2

 

Afferrare la Sua mano

 

“La mia speranza è di afferrare sempre la mano del Signore Gesù e di non lasciarla mai”. Così si esprimeva un uomo che aveva delle grandi responsabilità a livello statale. Dopo essere passato per una prova particolare nell’ambito delle sue funzioni, sentiva il bisogno di un valido appoggio per far fronte ai suoi impegni e alle difficoltà in cui si era venuto a trovare.

Avviene a tutti di sentirsi sopraffatti o soli, specialmente quando le circostanze della vita sono difficili; tuttavia, vi è qualcuno che può aiutarci sempre e che è reperibile in ogni momento: il Signore Gesù. Egli ha detto: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28). Egli non abbandona mai coloro che si affidano a Lui. Afferriamo la Sua mano per rimanergli vicino, per parlargli in preghiera e sentire costantemente la Sua presenza che ci rassicura. Può darsi che la prova si prolunghi, ma non saremo più soli ad attraversarla. “Io non temerei alcun male, perché Tu sei con me” (Salmo 23:4). Il fatto di dipendere da Lui, che è onnipotente e ci ama, ci dà pace e serenità. Sperimenteremo la Sua tenerezza e le Sue cure. Egli è il nostro Buon Pastore che ha cura delle Sue pecore.

L’apostolo Paolo, ormai prossimo al martirio e incarcerato a Roma a motivo della sua fede e della sua opera di evangelista (2 Timoteo 2:8-9), soffrì l’abbandono da parte di molti; ma poté dichiarare: “Il Signore però mi ha assistito e mi ha reso forte. Il Signore mi libererà da ogni azione malvagia e mi salverà nel Suo regno celeste. A Lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen” (2 Timoteo 4:16-18).

giovedì 21 agosto 2025

21 agosto - “Basta! Questa volta è troppo”

Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete per ricompensa l’eredità.

Colossesi 3:23-24

Le donne anziane… , siano maestre nel bene, per incoraggiare le giovani ad amare i mariti, ad amare i figli, a essere sagge, caste, diligenti nei lavori domestici.

Tito 2:3-5

 

“Basta! Questa volta è troppo”

 

Immaginiamo la fatica e il lavoro di una mamma costretta ad alzarsi più volte nella notte per accudire i figli malati…. Al mattino i bambini sono stanchi, nervosi, annoiati e non smettono di litigare. Anche la mamma è molto affaticata e il lavoro di casa non va avanti. Mentre sta preparando il pranzo, una nuova disputa sorge fra i bambini nella stanza vicina; la mamma si precipita lasciando in cucina il più piccolo che sta giocando tranquillamente. Quando torna, trova il piccolo occupato a vuotare, sul pavimento, la bottiglia dell’olio lasciata aperta… “Questo è troppo”, pensa la giovane madre distrutta; vorrebbe sedersi, piangere, gridare. “Basta non ne posso più, arrangiatevi da soli senza di me!”. Ma una mamma non può permettersi questo…

Care mamme, tutte le cure che prodigate alla vostra famiglia non passano inosservate al Signore. Egli non dimentica le vostre incessanti preghiere e conosce bene il compito di una madre di famiglia con tutti gli inconvenienti che esso comporta.

Il Signore vi ha dato dei figli che hanno bisogno di voi per tutte le loro necessità. Se compite i vostri doveri quotidiani per amore del Signore, sarà Lui a darvi la forza necessaria e voi non perderete la vostra ricompensa!

Se i figli hanno bisogno di voi, voi avete bisogno del Signore. Egli è sempre pronto ad accogliere la vostra preghiera, e le Sue risorse sono infinitamente più grandi delle vostre.


mercoledì 20 agosto 2025

20 agosto - I rimproveri del Signore Gesù

“Certe donne tra di noi … andate la mattina di buon’ora al sepolcro, non hanno trovato il Suo corpo, e sono ritornate dicendo di aver avuto anche una visione di angeli, i quali dicono che Egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro… ma Lui (Gesù) non lo hanno visto”.

Luca 24:22-24

 

I rimproveri del Signore Gesù

Leggere Luca 24:13-31

 

Due discepoli del Signore lasciano Gerusalemme pieni di tristezza; invece di instaurare il Suo regno glorioso come essi speravano, Gesù, il Messia, è morto crocifisso. Tutte le loro speranze sono svanite. A un certo punto, mentre camminano per strada, uno sconosciuto si avvicina, li vede tristi e chiede il perché di quella tristezza. Così essi raccontano quanto è accaduto a un certo Gesù, e lo ragguagliano sulle ultime notizie di quel mattino stesso: “Alcuni dicono che è vivente… ma… non lo hanno visto”.

Lo sconosciuto li ascolta, poi fa loro un severo rimprovero: “Insensati e tardi di cuore a credere…”, e mostra loro che gli avvenimenti che li turbavano erano stati, già da molto tempo, preannunciati dalle Scritture, cioè i libri dell’Antico Testamento che i Giudei leggevano; e quei discepoli rimangono disorientati.

Giunti a destinazione, non vogliono separarsi da quell’uomo che li ha illuminati su quanto era avvenuto e ha riscaldato il loro cuore. Così lo supplicano di entrare con loro in una locanda. Egli accetta l’invito “per restare con loro”. Anche Lui desidera la loro compagnia, e al momento che sono a tavola distribuisce il pane, dopo averlo spezzato. E a quel punto lo riconoscono: è Gesù, il loro Maestro risuscitato!

Non meritiamo anche noi, sovente, dei rimproveri da parte del nostro Maestro? E’ un atto d’amore se ci fa sentire quanto siamo deboli, ed è per amore che ci istruisce e fa traboccare di gioia i nostri cuori.


martedì 19 agosto 2025

19 agosto - Una cosa ti manca

Gesù, guardatolo, l'amò e gli disse: «Una cosa ti manca! Va', vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristato da quella parola, se ne andò dolente, perché aveva molti beni.

Marco 10:21-22

 

Una cosa ti manca

 

Il giovane di cui parla il versetto citato, andò dal Signore Gesù per fargli una domanda; aveva tutto ciò che un uomo può desiderare: elevato rango sociale, buona cultura religiosa, ricchezze; aveva anche una vita esemplare perché rispettava la Legge di Dio sin dalla sua infanzia e ricercava sinceramente la vita eterna. La Bibbia ci dice: “Gesù l’amò”. Questo amore lo aiuterà a scoprire la causa del suo vero problema: “Una cosa ti manca … vieni, seguimi”. Questo è vero anche per noi: il Signore Gesù vuole mostrarci cos’è che ci impedisce a seguirlo, perché ci ama. Per quel giovane, purtroppo, le ricchezze erano un ostacolo fra lui e il Signore.

I media, i films, le comunicazioni pubblicitarie più disparate, trasmettono tutti lo stesso messaggio: per essere felici occorre essere ricchi. La mentalità attuale ne è fortemente marcata. Il Signore Gesù rovescia completamente questo concetto di felicità, e ci rivela che i beni materiali sono sorgente di tristezza se ci impediscono di seguirlo. E questo è vero, sia che si tratti di conoscerlo come Salvatore, sia per tutto il percorso della nostra vita cristiana. Chiediamo a noi stessi: cosa faremmo fatica a lasciare? Signore, cos’ho di troppo, nella mia vita, che dovrei abbandonare per seguirti?

Per chi è già credente e ha ottenuto, per la fede, la salvezza, non resta che continuare a seguire il Signore, tagliando ogni legame con ciò che impedisce di dedicarsi a Lui e al Suo servizio.

lunedì 18 agosto 2025

18 agosto - “Accendi un fuoco e bruciale!”

Ricevete con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre. Mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto.

Giacomo 1:21-22

 

“Accendi un fuoco e bruciale!”

 

Molti anni fa, in Sicilia, un evangelista con un carico di Bibbie attraversava un bosco quando si trovò di fronte un uomo armato e malintenzionato che gli chiese cosa avesse nel sacco.

– Trasporto delle Bibbie, rispose l’evangelista.

– Accendi un fuoco e bruciale! gli intimò il bandito.

L’evangelista accese un fuoco, poi chiese se poteva leggere un breve brano da ogni Bibbia prima di gettarle nel fuoco. Avendo ricevuto risposta affermativa, lesse da una il Salmo 23, dall’altra la parabola del buon Samaritano, dall’altra ancora qualche versetto del “sermone sul monte”, poi l’inno all’amore scritto dall’apostolo Paolo in 1 Corinzi 13.

Ogni volta il brigante diceva: “Questo è un buon libro, non bisogna bruciarlo, dallo a me”. Alla fine, nessun libro fu dato alle fiamme; il brigante se li prese tutti e se ne andò.

Alcuni anni più tardi, il credente ritrovò quel ladro ed ebbe la sorpresa di scoprire che era diventato un vero cristiano! Gli raccontò la sua conversione e aggiunse: “È la lettura dei vostri libri che mi ha trasformato”.

La Bibbia non è un libro come gli altri, è la Parola di Dio. Essa agisce sulle nostre coscienze per mostrarci che abbiamo assoluto bisogno del perdono di Dio; agisce nel nostro cuore per farci amare Dio, e ci fa incontrare il Signore Gesù come Salvatore. Solo così abbiamo una nuova vita.

La lettura regolare della Bibbia, fatta con rispetto e fiducia, diventa allora una sorgente di coraggio, di forza e di gioia.


domenica 17 agosto 2025

17 agosto - Statue di cera

Il Signore conosce quelli che sono Suoi.

2 Timoteo 2:19

 

Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.

Matteo 7:21

 

Statue di cera

 

Durante le vacanze trascorse a Londra con i miei ragazzi, siamo stati al celebre Museo delle cere di Madame Tussaud. Ho spiegato loro che erano tutti personaggi celebri del passato, vestiti alla moda del loro tempo e posti nell’ambiente della loro epoca. Tuttavia, ho notato che non erano tanto i personaggi storici che li interessavano, quanto quelle statue di cera che rappresentavano dei visitatori seduti che osservano le altre statue. E siccome alcuni burloni imitavano quei falsi visitatori restando completamente immobili, i miei ragazzi si divertivano a indovinare quali erano le persone vere e quali quelle di cera. Bisognava quasi toccarli per vedere la differenza!

Mentre loro si divertivano, io riflettevo sui falsi cristiani, che possono dare l’idea di avere la vera vita, la vita eterna. Ma è solo un’apparenza. La somiglianza coi veri cristiani può trarre in inganno; si direbbe che non manca niente… salvo la cosa principale: la vita divina in loro. Una religione di forma non può comunicarla, nessun rito. Neppure il battesimo è sufficiente. I falsi cristiani possono ingannare il mondo, illudere se stessi, ma non inganneranno mai Dio. Anche noi dobbiamo porci la domanda – e questo non è un gioco –: Sono un cristiano autentico che ha una relazione personale col Signore Gesù, oppure un cristiano finto, come una statua di cera senza vita?

Qual è la mia e la vostra risposta?

sabato 16 agosto 2025

16 agosto - L’unico mezzo di salvezza

“Credi nel Signore Gesù e sarai salvato”.

Atti 16:31

 

Noi crediamo che siamo salvati mediante la grazia del Signore Gesù.

Atti 15:11

 

L’unico mezzo di salvezza

 

La parola “diluvio” è usata molto spesso ma forse qualcuno non sa che il racconto di questa catastrofe si trova nella prime pagine della Bibbia (Genesi 7:11 a 8:22). Il Signore Gesù ne parla anche ai Suoi discepoli (Matteo 24:38). A più riprese la Bibbia fa riferimento al diluvio, precisando che è per la fede in Dio che Noè fu salvato, lui e la sua famiglia (Ebrei 11:7). Nelle sue Lettere, l’apostolo Pietro parla di questo avvenimento come di un giusto giudizio di Dio sugli uomini di quel tempo che si erano allontanati da Lui, ma nello stesso tempo annuncia anche che un giorno il mondo sarà distrutto, non più per le acque di un diluvio ma per mezzo del fuoco.

I contemporanei di Noè si sono certamente di beffati di lui mentre costruiva l’arca, quel grande battello, sulla terra ferma lontano dal mare; allo stesso modo, oggi, molti si beffano di coloro che credono nel Signore Gesù per essere salvati non da un diluvio, ma dal giudizio che i loro peccati meritano.

Pertanto, le catastrofi che i media ci riportano ci avvertono dell’urgenza di mettere la nostra fiducia nel Signore. Solo coloro che entrarono nell’arca prima del diluvio, ossia Noè e la sua famiglia, furono salvati.

La Bibbia ci ricorda che “in nessun altro (se non in Gesù) è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12).

Non lasciamo passare quest’occasione che Dio, nella Sua grazia, ci offre ancora oggi.

giovedì 14 agosto 2025

15 agosto - Lo sguardo del Signore Gesù

Gesù uscì di nuovo verso il mare; e tutta la gente andava da Lui, ed Egli insegnava loro. E, passando, vide Levi, figlio d'Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”.

Marco 2:13-14

 

“Venite a me, … imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore”.

Matteo 11:28.29

 

Lo sguardo del Signore Gesù

 

All’inizio dell’Evangelo di Marco troviamo il Signore in diversi luoghi e fra gruppi di persone differenti: nelle sinagoghe, nella casa di Pietro, nei villaggi della Galilea, sulla riva del mare di Galilea…

Tuttavia, in mezzo alle folle, Gesù distingue alcune persone particolari: nella sinagoga libera un uomo posseduto da uno spirito immondo (Marco 1:23-27), nella casa di Pietro guarisce sua suocera (v. 29-31), quando attraversa la Galilea guarisce un lebbroso (v. 40-42) e, sulla riva del mare, attorniato dalla folla, vede Levi, seduto al suo posto di lavoro, al banco delle imposte (2:13-14). Gesù conosce i pensieri di Levi e sa che è pronto a seguirlo. La semplice chiamata “Seguimi” è accolta in modo positivo e immediato.

Anche noi, nelle nostre attività quotidiane, siamo sovente sperduti in mezzo alla folla. Forse siamo numerosi sul posto di lavoro, nella nostra scuola o nelle strade della nostra città, e possiamo pensare che nessuno si accorga di noi, che nessuno si curi di noi; ma, oggi come allora, Gesù ci vede in mezzo alla folla, conosce il nostro cuore e ci indirizza un appello personale:

Vieni e impara a conoscermi.

Seguimi sul cammino che porta alla vita: “Io sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6).


14 agosto - Il ruolo dei genitori

Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.

Deuteronomio 6:6-7

 

Il ruolo dei genitori

 

Questa mattina ho assisto, meravigliato, al primo volo di giovani rondini. Con una perfetta organizzazione, il tirocinio si svolge sotto il controllo dei genitori che si sono posati su un filo elettrico per insegnare ai loro piccoli i primi rudimenti del volo. Molto presto quelle piccole rondini potranno procurarsi il cibo e nutrirsi da sole, per vivere e poi trasmettere alla generazione successiva quello che hanno imparato dai genitori.

Questi momenti di iniziazione ci fanno pensare al nostro ruolo di genitori. È molto importante che ci mettiamo alla portata dei nostri figli e che insegniamo loro, per mezzo della Parola di Dio, tutte quelle che sono le virtù morali del Signore Gesù: ubbidienza al Padre, umiltà, amore, sacrificio di se stesso, pazienza, misericordia, rettitudine, ecc. Questo è il ruolo fondamentale dei genitori.

È vero che saranno poi loro a dover accettare personalmente il Signore come loro Salvatore, tuttavia, da parte nostra, dobbiamo aiutarli mostrando un reale attaccamento a Lui e alla Sua Parola. Guidandoli passo dopo passo nella lettura della Bibbia, daremo loro delle indicazioni che potranno seguire ogni giorno della loro vita. La nostra presenza al loro fianco non è soltanto necessaria per sostenere i loro bisogni vitali o per la loro educazione, ma anche per far loro conoscere Colui che vuole salvarli. Chiediamo a Dio la forza e la competenza per poter adempiere questo difficile compito. E affidiamo a Dio in preghiera i nostri figli, perché Lui li protegga e li accompagni nella loro crescita.  Ma ricordiamoci che è a noi che li ha affidati.

mercoledì 13 agosto 2025

13 agosto - La chiesa: corpo di Cristo

Come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo.

Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.

1 Corinzi 12:12, 27

 

La chiesa: corpo di Cristo

Leggere 1 Corinzi 12:14 a 37

 

Quale soggetto di stupore è il nostro corpo! Il re Davide scriveva in uno dei suoi salmi: “Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo” (Salmo 139:14). Quale varietà e, nello stesso tempo, quale armonia in questo complesso sistema di membra e di organi di cui anche il minimo ha la sua ragione di essere e la sua speciale funzione! L’occhio e il dito non possono sostituirsi l’uno all’altro, perché è il dito che può togliere un granello di polvere che irrita l’occhio.

Se un solo organo funziona in modo insufficiente o non regolare, l’intero corpo ne risentirà, e presto sarà malato.

Tutto questo ha il suo equivalente nella Chiesa, definita il Corpo di Cristo. La Chiesa, nel Nuovo Testamento, non è un’organizzazione né tanto meno un edificio, ma è un organismo vivente. “Le membra del corpo che sembrano essere più deboli, sono invece necessarie” (v. 22), scrive l’apostolo Paolo, e ognuno deve guardarsi dal disprezzare sia la propria funzione (v. 15, 16) sia quella degli altri (v. 21). “Se tutte le membra fossero un solo membro, dove sarebbe il corpo? Ci sono dunque molte membra, ma c’è un unico corpo” (v. 19).

Un credente avanti negli anni, oppure malato, può con le sue preghiere o con una parola di conforto o di consolazione, o con un aiuto materiale, sostenere e incoraggiare lo zelo di un servitore del Signore nello svolgimento del suo lavoro.

Dunque, “come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto, lo metta a servizio degli altri” (1 Pietro 4:10).

martedì 12 agosto 2025

12 agosto - Saper dire “no”

Resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi. Avvicinatevi a Dio, ed Egli si avvicinerà a voi.

Giacomo 4:7-8

 

O Dio, crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo.

Salmo 51:10

 

Saper dire “no”

 

Nella nostra lingua ci sono parecchie parole molto brevi ma cariche di significato: una di queste è “no”. Occorre sovente molta forza, umiltà o rinuncia per poterla pronunciare.

C’è un “no” che rifiuta Dio e i Suoi comandamenti, ed è la cosa più grave. Ma voglio parlare qui del “no” deciso di chi rifiuta tutto ciò che è male, il “no” che non è sempre facile da pronunciare ma che va detto con fermezza ogni volta che la nostra coscienza o la Parola di Dio ci danno un avvertimento.

– NO a tutto quello che la Parola di Dio vieta espressamente, anche se gli altri ci deridono.

– NO quando Satana sussurra all’orecchio: “Questo puoi farlo, nessuno se ne accorgerà”

– NO alla frode e alla disonestà.

– NO a chi tenta di trascinarci in un luogo o in una compagnia da dove usciremmo “sporchi” sul piano morale.

– NO quando una pubblicità oscena appare sul nostro schermo.

– NO alla calunnia e alla maldicenza.

– NO all’adulazione.

– NO quando il tentatore ci spingerebbe alla violenza.

Il nostro “NO” dev’essere fermo, ma detto con umiltà, senza ira né arroganza. In questo modo ispirerà rispetto e sarà una testimonianza alla verità.