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venerdì 29 aprile 2016

29 Aprile

Poco mancò che i miei passi non scivolassero…
Ma quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio. Io ho fatto del Signore, DIO, il mio rifugio, per raccontare, o Dio, tutte le opere tue.
Salmo 73:2, 28

L’apparente assenza di Dio
Leggere il Salmo 73

Leggendo i Salmi, scopriamo dei testi singolarmente attuali! I loro autori (Davide, Asaf, e altri) hanno vissuto le nostre stesse speranze e le stesse angosce. Hanno conosciuto la povertà, la malattia, la solitudine, l’incomprensione, le beffe… Si sono posti molti problemi, come quello descritto in questo Salmo, vale a dire l’apparente assenza dell’intervento di Dio in questo mondo. Che esperienza dolorosa! Anche a noi, amici cristiani, può accadere di sentirci come feriti e quasi traditi nella nostra fiducia quando vediamo che gli increduli beffardi e malvagi prosperano, mentre tanti credenti soffrono o vivono nella povertà.
Che cosa ha fatto Asaf, l’autore del Salmo? Per capire, ha cercato di riflettere, ma il suo turbamento è aumentato… finché non si è avvicinato a Dio. Invece di guardarsi intorno, con l’atteggiamento di un giudice, si rivolge a Dio per essere illuminato (v. 17). Allora, l’amarezza si è dissolta e ha fatto posto alla pace; la percezione della realtà cambia totalmente. Accostandosi a Dio, il credente scopre di non essere solo; il suo Dio, che un giorno giudicherà i malvagi, è Colui che lo protegge e lo guida.

La soluzione alle mie sofferenze interiori non la trovo in una riflessione elaborata né in un’approfondita introspezione. Devo solo prendere conoscenza che sono profondamente amato da Dio, che le mie parole e le mie azioni non devono mai esprimere fiducia nelle mie forze o nella mia intelligenza o nei miei diritti. Per queste cose io trovo la sorgente nell’amore di Dio che non mi abbandona mai se ripongo in Lui la mia fiducia e tutte le mie speranze.