Fate ogni cosa senza
mormorii e senza dispute.
Filippesi 2:14
Dall’orgoglio non viene
che contesa.
Proverbi 13:10
Umiltà e mansuetudine
Un giorno tra i discepoli del
Signore sorse una disputa per sapere chi di loro fosse il più grande. Gesù
allora prese un bambino e lo presentò loro come espressione di umiltà, di
debolezza e di dipendenza. Per entrare nel regno dei cieli bisogna diventare
così (Matteo 18:2, 3).
Quasi nello stesso momento,
Giacomo e Giovanni chiesero un posto d’autorità con il loro Maestro, nella
gloria: “Concedici di sederci uno alla tua destra e l’altro alla tua sinistra
nella tua gloria” (Marco 10:35-45). E quella domanda a sproposito era appoggiata
dalla loro madre (Matteo 20:20-22).
Alla fine, cosa ancora più
triste, ecco sorgere un’altra disputa, proprio nella notte in cui Gesù stava
per essere arrestato: “Fra di loro nacque anche una contesa: chi di essi fosse
considerato il più grande” (Luca 22:24). Allora Gesù disse loro: “Chi è più
grande, colui che è a tavola o colui che serve? Non è forse colui che è a
tavola? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve. Or voi siete quelli che
avete perseverato con me nelle mie prove; e io dispongo che vi sia dato un
regno, come il Padre mio ha disposto che sia dato a me” (v. 27-29).
Il Signore della gloria ha preso
volontariamente il posto di servo (Luca 12:37)! Senza nessun rimprovero per
quei discepoli che a volte erano tanto estranei ai suoi pensieri, li riconosce come quelli che avevano
perseverato con Lui nelle prove, e promette loro un posto d’onore e di
comunione con lui nel suo regno. Che ammirevole condiscendenza e che gloria morale in quel modo di agire e
in quelle parole! Impariamo da Lui!