Se confessiamo i nostri peccati, egli (Dio)
è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità… Il
sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.
1 Giovanni 1:9, 7
Ho predicato che si ravvedano e si convertano a
Dio, facendo opere degne del ravvedimento.
Atti 26:20
Tormentato dal rimorso
Trentaquattro anni dopo aver commesso un
omicidio, tormentato dal rimorso, un uomo confessa il suo crimine al
commissariato di polizia della città. Alla sua confessione aggiunge: “Spero che
il buon Dio mi perdoni”.
Fatti simili, anche riportati dai giornali, ci
ricordano che ognuno di noi ha una coscienza la quale, a meno che non sia molto
indurita, non ci lascia tranquilli quando abbiamo il sentimento di una colpa.
Ma come facciamo a liberare dai pesi la nostra coscienza? Riconoscendo le nostre
colpe davanti agli uomini e anche davanti a Dio. Infatti, ogni peccato è
innanzi tutto un’offesa fatta a Dio. Secondo la giustizia umana, ogni colpevole
incorre in una pena, più o meno pesante a seconda del crimine commesso. E di
fronte alla giustizia divina? Dio è un giudice giusto (Salmo 7:11); potrà
perdonare? E se lo fa, in base a quali principi? Troviamo la risposta nel
versetto del giorno.
Il perdono di chi confessa le proprie colpe
davanti a Dio è acquisito sulla base dell’opera compiuta da Gesù Cristo alla
croce. I peccati di chi crede in Lui non possono più essere imputati a chi, per
la fede, è diventato un figlio di Dio perché Gesù ne ha subìto il castigo. Il
re Davide ha fatto quest’esperienza nella sua vita: “Davanti a te ho ammesso il
mio peccato, non ho taciuto la mia iniquità. Ho detto: «Confesserò le mie trasgressioni al SIGNORE», e tu hai perdonato l’iniquità del mio
peccato»” (Salmo 32:5). Dio condanna il peccato, ma perdona il peccatore che si
pente, anche il più colpevole. Questo è il suo amore, questa è la sua grazia!