Grida che ogni carne è
come l’erba e che tutta la sua grazia è come il fiore del campo… L’erba si
secca e il fiore appassisce, ma la parola del nostro Dio dura per sempre.
Isaia 40:6-8
Quanto pensi di vivere?
Che viviamo ottanta o
cent’anni, siamo pur sempre “un vapore che appare per un istante e poi
svanisce”, come scrive Giacomo. La fine verrà, salvo ovviamente per quei
credenti che il Signore troverà ancora vivi quando ritornerà per prendere la
sua Chiesa. Molti passi delle Scritture ci invitano a riflettere sulla fugacità
della vita.
Nel Salmo 90 Mosè rivolge
a Dio una bella preghiera che noi tutti dovremmo fargli: “Insegnaci a contare
bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio” (v. 12). I nostri giorni
sono pochi e importanti; “contarli”
significa proprio rendersi conto di questo, e non certo prevedere quanti
saranno o quanti ce ne restano ancora, perché non sta a noi saperlo.
Contiamo i nostri
giorni, dunque, ma non per diventare tristi e demotivati, aspettando con
angoscia la morte che presto o tardi verrà, ma per utilizzare con la sapienza che viene dall’alto il poco tempo che ci resta da vivere. Nel Salmo 92 le persone che
temono Dio sono viste come alberi “piantati nella casa del SIGNORE”, e di loro è detto:
“Porteranno ancora frutto nella vecchiaia; saranno pieni di vigore e
verdeggianti per annunciare che il SIGNORE è giusto” (v. 13-15).