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lunedì 4 aprile 2016

4 Aprile

Grida che ogni carne è come l’erba e che tutta la sua grazia è come il fiore del campo… L’erba si secca e il fiore appassisce, ma la parola del nostro Dio dura per sempre.
Isaia 40:6-8

Quanto pensi di vivere?

Che viviamo ottanta o cent’anni, siamo pur sempre “un vapore che appare per un istante e poi svanisce”, come scrive Giacomo. La fine verrà, salvo ovviamente per quei credenti che il Signore troverà ancora vivi quando ritornerà per prendere la sua Chiesa. Molti passi delle Scritture ci invitano a riflettere sulla fugacità della vita.
Nel Salmo 90 Mosè rivolge a Dio una bella preghiera che noi tutti dovremmo fargli: “Insegnaci a contare bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio” (v. 12). I nostri giorni sono pochi e importanti; “contarli” significa proprio rendersi conto di questo, e non certo prevedere quanti saranno o quanti ce ne restano ancora, perché non  sta a noi saperlo.

Contiamo i nostri giorni, dunque, ma non per diventare tristi e demotivati, aspettando con angoscia la morte che presto o tardi verrà, ma per utilizzare con la sapienza che viene dall’alto il poco tempo che ci resta da vivere. Nel Salmo 92 le persone che temono Dio sono viste come alberi “piantati nella casa del SIGNORE”, e di loro è detto: “Porteranno ancora frutto nella vecchiaia; saranno pieni di vigore e verdeggianti per annunciare che il SIGNORE è giusto” (v. 13-15).