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martedì 5 aprile 2016

5 Aprile

Tutti compariremo davanti al tribunale di Dio.
Romani 14:10

Mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui.
Romani 3:20

Il diritto di Dio

Edoardo coglieva tutte le occasioni che gli fornivano gli avvenimenti dell’attualità per parlare della sua fede a Giovanni, un affezionato collega di lavoro, e per incoraggiarlo ad accettare Gesù come proprio Salvatore. Un po’ esasperato dalla sua insistenza, quest’ultimo finì per replicargli: “Mi parli sempre di un Salvatore, ma io non ho bisogno di nessuno che paghi per me! Se ho fatto qualcosa di male e se c’è un Dio, risponderò io stesso dei miei atti davanti a lui”. Edoardo riprese: “D’accordo, ma fai attenzione. In Italia saresti giudicato secondo il diritto italiano, in Inghilterra secondo il diritto inglese, ma davanti a Dio sarai giudicato secondo il diritto di Dio. E sai cosa prescrive questo diritto? Che chi trasgredisce un solo comandamento è colpevole su tutti (Giacomo 2:10). E chi non trasgredisce anche solo un comandamento di Dio? Chi può sostenere, ad esempio,  di aver “amato Dio con tutto il suo cuore e il suo prossimo come se stesso, o di non aver mai desiderato le cose degli altri?”

Questa volta fu Giovanni a riprendere la conversazione; parlarono dalla fine del lavoro fino ad ora tarda. Adesso era lui che faceva delle domande e che invidiava le certezze del collega. Nel giro di poche settimane, Giovanni credette al Signore e comprese il senso che aveva per lui il Suo sacrificio alla croce. Comprese che il nostro Dio, nella sua giustizia, dovrebbe condannarci tutti a motivo dei nostri peccati, e invece ci ha amati e ci propone di accettare la Sua grazia. Se la riceviamo diventiamo Suoi figli, perdonati e benedetti, ora e per l’eternità.