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giovedì 26 maggio 2016

26 Maggio

Portando egli stesso la croce, (Gesù) giunse al luogo detto del Teschio, che in ebraico si chiama Golgota, dove lo crocifissero, assieme ad altri due, uno di qua, l’altro di là, e Gesù nel mezzo.
Giovanni 19:17-18

La croce di mezzo
Leggere Luca 23:13-25

Barabba era un pericoloso omicida degno di morte, ma, cedendo alle grida della folla, Pilato lo ha rilasciato e ha fatto crocifiggere Gesù al suo posto.
Proviamo ora ad immaginare il seguito della vita di Barabba. Stupito di essere stato liberato, ha potuto mescolarsi alla folla di quelli che si recano sulla collina del Golgota per assistere all’esecuzione. Giunge davanti a tre croci e vede i condannati. Conosce quello di destra e quello di sinistra; sono malfattori come lui! Ma il terzo non assomiglia a loro… e si rende conto che lui, Barabba, dovrebbe trovarsi lì, proprio su quella croce, in mezzo agli altri due…
La domanda fondamentale che s’impone è la seguente: che atteggiamento avrà avuto davanti a Gesù che moriva al suo posto? È la stessa domanda che tutti noi possiamo farci perché, in fondo, siamo tutti nella situazione di Barabba; forse non siamo omicidi, ma siamo comunque peccatori, colpevoli davanti a Dio e meritevoli del suo giudizio. Io dico: avrei dovuto subire io la maledizione di Dio, e il suo Figlio santo ha voluto prendere il mio posto. Per colpa mia è morto, abbandonato da tutti e da Dio stesso quando si è caricato dei miei peccati!

Si può restare indifferenti, o dire semplicemente: “Tutto questo è molto bello, ma non mi riguarda”. Però, così facendo, ci si priverebbe volontariamente del perdono divino e della vita eterna. Dio ci invita ancora oggi a porci davanti alla croce, quella di mezzo. Colui che vi è stato inchiodato è morto per noi, e merita tutta la nostra riconoscenza e la nostra adorazione.