Ogni
occhio lo vedrà.
Apocalisse 1:7
Come è
vero che vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me, e ogni
lingua darà gloria a Dio.
Romani 14:11
L’incontro inevitabile
Nella
sala interna di un bar, alcuni uomini giocano a carte, bevono e ridono. Il nome
di Gesù è menzionato, ma solo per alimentare delle battute scherzose. Io ho
pensato a quel versetto delle Scritture che si riferisce proprio a Lui: “Son
diventato lo zimbello degli ubriaconi” (Salmo 69:12). Si può cercare di
allontanare Dio dalla propria vita e anche beffarsi di Lui, ma, in ogni caso,
un giorno bisognerà incontrarlo. Dove? quando? Mentre siamo ancora su questa
terra, possiamo incontrarlo come il Salvatore che offre la vita eterna a
chiunque crede; oppure più tardi, dopo la morte, come Giudice
inflessibile, in occasione dell’ultimo giudizio, e non ci sarà possibilità di
appello per quelli che avranno rifiutato e disprezzato la salvezza che era
stata loro offerta.
Questo
incontro con Lui è inevitabile; impossibile sfuggirvi. Lo stesso Gesù, se non
sarà stato riconosciuto come il Salvatore che offre la grazia e il perdono, si troverà nella posizione di Giudice inflessibile.
Gli increduli saranno allora costretti a gettarsi ai Suoi piedi e non avranno
scuse; la salvezza che non hanno voluto accettare era stata offerta
gratuitamente anche a loro mentre erano ancora in vita.
Ma
quelli che, all’annuncio del Vangelo, hanno ricevuto Gesù come loro Salvatore,
Lo contempleranno nella Sua gloria. Vedranno nelle Sue mani i segni dei chiodi,
ricordo eterno della Sua morte espiatoria alla croce e si prostreranno davanti
a Lui e L’adoreranno.
La
responsabilità è personale: “Ciascuno di noi – scrive l’apostolo Paolo – renderà
conto di se stesso a Dio” (Romani 14:12).