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lunedì 23 maggio 2016

23 Maggio

Così parla il SIGNORE: “Una donna può forse dimenticare il bimbo che allatta, smettere di avere pietà…? Anche se le madri dimenticassero, non io dimenticherò te”.
Isaia 49:15
Come un uomo consolato da sua madre così io consolerò voi.
Isaia 66:13

“È colpa di…”

Al tempo del re Acaz, un re empio e omicida, il popolo d’Israele aveva abbandonato Dio e i suoi comandamenti. Dio permise allora una carestia, annunciata da Eliseo, Suo profeta. La città di Samaria è assediata e c’è una fame terribile. Quando viene a sapere che certe madri mangiavano i loro figli, quel re corrotto si straccia le vesti in segno di costernazione, ma, invece che a se stesso, attribuisce la colpa a Eliseo, il rappresentante di Dio (2 Re 6:24-33).
Anche oggi, quando si parla della sofferenza dei bambini, chi viene accusato immediatamente? Dio! Persino gli uomini più duri si commuovono di fronte alla sofferenza dei bambini. E anche se non si curano di Dio o addirittura credono che non esista, la loro conclusione è una: la colpa è di Dio! Così si accusa Dio, ci si ribella, Lo si giudica. Se vede le nostre sofferenze e tace, è segno che è indifferente e insensibile. Per quale motivo rivolgersi a Lui?
La sofferenza che c’è nel mondo è dovuta al peccato, e il più delle volte è conseguenza diretta della violenza, dell’egoismo, dell’indifferenza degli uomini. “Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1 Giovanni 5:19). Ma il silenzio di Dio non è indifferenza. Colui che ha messo l’amore materno nel cuore di una donna, come potrebbe essere duro e insensibile? E noi, sue creature, saremmo forse migliori e più sensibili di Colui che ci ha fatti?

No, Dio non è indifferente alle nostre sofferenze. Il grande amore che ha per noi ce l’ha mostrato quando Suo Figlio è stato crocifisso per dare, a chi crede in Lui, un’eternità di riposo e di gioia (Romani 5:8). “Egli è il vero Dio e la vita eterna” (1 Giovanni 5:20).