Dio stesso ha
detto: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò”. Così noi possiamo dire con
piena fiducia: “Il Signore è il mio aiuto; non temerò. Che cosa potrà farmi
l’uomo?”
Ebrei 13:5, 6
Il plotone di esecuzione
Edoardo è in
prigione in un paese totalitario, accusato ingiustamente di un delitto e
condannato a morte. Nessuno ha creduto alla sua innocenza. Ogni notte, dei
soldati fanno irruzione nella cella e chiamano alcuni nomi. Poi, al di fuori si
odono fucilate: è il plotone di esecuzione. Il giovane ha ventuno anni, non
vuole morire. Una notte in cui aspetta il suo turno, pieno di angoscia, nota un
libretto caduto dalla tasca del suo compagno di cella: “Nuovo Testamento e
Salmi”. L’apre a caso al Salmo 23: “L’Eterno è il mio pastore: nulla mi manca”.
Potrebbe veramente esistere un Dio che voglia aver cura di lui? Per tutta la
notte legge quel libro, affascinato. La mattina seguente si sente fiducioso e
s’inginocchia per parlare semplicemente a Dio. Ha capito che, se deve morire,
Gesù gli starà vicino. Dice tra sé: “Il mio Salvatore era innocente quando è
morto sulla croce; ha pagato per i miei peccati. L’anima mia andrà in
pace ad incontrarlo per essere eternamente felice”.Così, quando le guardie vengono a
prenderlo, si alza, recitando interiormente il Salmo 23, per farsi coraggio:
“Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei
alcun male, perché tu sei con me”. Ma sono venuti a dirgli che il vero
colpevole era stato arrestato: lui, Edoardo, è libero. Stupefatto, si ricorda
allora del Libro meraviglioso. Dio l’ha liberato contemporaneamente dal peso
dei suoi peccati e dalla prigione. Edoardo è trasformato. Colui che gli ha
parlato per mezzo del Libro sarà il suo compagno di viaggio per tutta la vita.