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sabato 23 luglio 2016

23 Luglio

Il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione… ci consola… affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione.
2 Corinzi 1:3-4

Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono.
Romani 12:15


Essere consolati per poter consolare

Il grande predicatore inglese C. H. Spurgeon passò dei periodi di depressione legati a gravi problemi di salute. Quell’uomo di Dio che poteva predicare l’Evangelo e coinvolgere i suoi uditori con grande potenza, arrivò a dire di se stesso: “Ero così ammalato che il mio spirito affondò in me e dovetti gridare a Dio dalla profondità dell’abisso”. Tali accessi di depressione intralciarono il suo ministero, ma Spurgeon ritenne che Dio lo formasse perché potesse comprendere ed aiutare le persone afflitte dagli stessi problemi. “Ho potuto, più di un centinaio di volte, portare conforto ai miei fratelli e sorelle nella fede che erano nella mia condizione, unicamente perché io stesso avevo sperimentato il loro profondo scoraggiamento”.
Sentirsi compresi, compresi da altri che hanno conosciuto la stessa sofferenza (lutto, malattia o altre prove), è un grande conforto. Le parole che queste persone trovano sono più giuste, suonano più vere, l’aiuto portato è più appropriato. E il credente che ieri ha ricevuto un conforto speciale da parte del Signore Gesù Cristo in una determinata circostanza, saprà portare questo incoraggiamento a chi, oggi, conosce la stessa sofferenza: parlare, o tacere, o piangere con chi piange.

La camera del malato, la casa del lutto, sarà come visitata dal Dio di ogni consolazione, con la mediazione di un suo figlio che Dio ha consolato in passato. Sarà come perle di rugiada sparse su terra arida.