Il Dio e
Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni
consolazione… ci consola… affinché, mediante la consolazione con la quale siamo
noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in
qualunque afflizione.
2 Corinzi 1:3-4
Rallegratevi
con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono.
Romani 12:15
Essere consolati per poter consolare
Il grande
predicatore inglese C. H. Spurgeon passò dei periodi di depressione legati a
gravi problemi di salute. Quell’uomo di Dio che poteva predicare l’Evangelo e
coinvolgere i suoi uditori con grande potenza, arrivò a dire di se stesso: “Ero
così ammalato che il mio spirito affondò in me e dovetti gridare a Dio dalla
profondità dell’abisso”. Tali accessi di depressione intralciarono il suo
ministero, ma Spurgeon ritenne che Dio lo formasse perché potesse comprendere
ed aiutare le persone afflitte dagli stessi problemi. “Ho potuto, più di un
centinaio di volte, portare conforto ai miei fratelli e sorelle nella fede che
erano nella mia condizione, unicamente perché io stesso avevo sperimentato il
loro profondo scoraggiamento”.
Sentirsi
compresi, compresi da altri che hanno conosciuto la stessa sofferenza (lutto,
malattia o altre prove), è un grande conforto. Le parole che queste persone
trovano sono più giuste, suonano più vere, l’aiuto portato è più appropriato. E
il credente che ieri ha ricevuto un conforto speciale da parte del
Signore Gesù Cristo in una determinata circostanza, saprà portare questo incoraggiamento
a chi, oggi, conosce la stessa sofferenza: parlare, o tacere, o piangere con
chi piange.
La camera
del malato, la casa del lutto, sarà come visitata dal Dio di ogni consolazione,
con la mediazione di un suo figlio che Dio ha consolato in passato. Sarà come
perle di rugiada sparse su terra arida.