Fissando
lo sguardo su Gesù... Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la
croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.
Ebrei 12:1-2
Perché un tale
contrasto?
Alla
nascita di Gesù, in piena notte il cielo si illumina e un angelo del Signore fa
questo straordinario annuncio: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un
Salvatore, che è il Cristo, il Signore” (Luca 2:11). Alla sua morte, sulla
croce del Calvario, in pieno giorno il cielo si è oscurato, e per tre ore le
tenebre avvolsero tutto il paese (Matteo 27:45).
Il
giorno della sua nascita, una moltitudine di angeli lodava Dio dicendo: “Gloria
a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce” (Luca
2:14). Ma alla fine delle tre ore di silenzio di tenebre, si udì il grido: “Dio
mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Marco 15:34).
Che
cosa è successo? La gioia della nascita di Gesù è forse scomparsa a causa dello
scatenarsi della malvagità umana contro di lui, il Figlio di Dio? Certamente
no. Abbiamo letto: “Per la gioia che gli era posta
dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia”. Nel giardino di Getsemani,
il Signore, in piena comunione col Padre, ha
accettato di caricarsi dei nostri peccati, come se fossero i suoi (Salmo
40:12). Con quel grido, Gesù ha espresso la sua infinita sofferenza mentre il
Dio giusto e santo faceva cadere su di lui il castigo che i nostri peccati
meritavano; ma subito dopo ecco un altro grido che sancisce la sua vittoria: “È
compiuto”. L’opera è completa: il Signore Gesù vede già la moltitudine di uomini e donne salvate dal suo sacrificio e, come il
Pastore che porta tra le braccia la pecora che ha appena salvato (Luca 15:6), è
pieno di gioia.