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mercoledì 11 ottobre 2017

11 ottobre

Fissando lo sguardo su Gesù... Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.
Ebrei 12:1-2

Perché un tale contrasto?

Alla nascita di Gesù, in piena notte il cielo si illumina e un angelo del Signore fa questo straordinario annuncio: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore” (Luca 2:11). Alla sua morte, sulla croce del Calvario, in pieno giorno il cielo si è oscurato, e per tre ore le tenebre avvolsero tutto il paese (Matteo 27:45).
Il giorno della sua nascita, una moltitudine di angeli lodava Dio dicendo: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce” (Luca 2:14). Ma alla fine delle tre ore di silenzio di tenebre, si udì il grido: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Marco 15:34).

Che cosa è successo? La gioia della nascita di Gesù è forse scomparsa a causa dello scatenarsi della malvagità umana contro di lui, il Figlio di Dio? Certamente no. Abbiamo letto: “Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia”. Nel giardino di Getsemani, il Signore, in piena comunione col Padre, ha accettato di caricarsi dei nostri peccati, come se fossero i suoi (Salmo 40:12). Con quel grido, Gesù ha espresso la sua infinita sofferenza mentre il Dio giusto e santo faceva cadere su di lui il castigo che i nostri peccati meritavano; ma subito dopo ecco un altro grido che sancisce la sua vittoria: “È compiuto”. L’opera è completa: il Signore Gesù vede già la moltitudine di uomini e donne salvate dal suo sacrificio e, come il Pastore che porta tra le braccia la pecora che ha appena salvato (Luca 15:6), è pieno di gioia.