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martedì 31 ottobre 2017

31 ottobre

L'uomo muore e perde ogni forza; il mortale spira, e dov'è egli?
Giobbe 14:10

Io sono il primo e l'ultimo, e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell'Ades.
Apocalisse 1:17-18

“Ho vinto la morte!”

“Ho lottato con la morte e ho vinto!” Così si esprimeva un politico dopo aver subito un’operazione a cuore aperto. L’angoscia della morte è radicata in ogni essere umano; possiamo forse scacciarla con un’affermazione provocatoria?
La morte è “il salario (la conseguenza) del peccato” (Romani 6:23); e ogni uomo, dopo la morte, dovrà comparire in giudizio davanti a Dio. Se comprendiamo questa dichiarazione della Parola di Dio, riceveremo con profonda riconoscenza l’offerta che Dio propone a ciascuno di noi adesso: “Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23). Dopo aver subìto l’ira del Dio giusto e santo a causa del peccato dell’uomo, Gesù Cristo è entrato nella morte. Lo ha fatto per amore verso di noi; ma, poiché è Dio, non è rimasto nella tomba ma ne è uscito vittorioso.

Alla croce, Dio ha condannato Gesù Cristo al posto mio; se lo credo, beneficio gratuitamente della liberazione dai miei peccati. Ma la grazia divina va oltre: se sono “morto con Cristo”, sono anche “risuscitato con lui” e ho la vita eterna. La morte del corpo, per il credente, non è altro che il passaggio dalla terra al paradiso, per essere eternamente con Colui che lo ha salvato. Cristo stesso annuncia questa buona notizia: “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Giovanni 5:24).