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mercoledì 18 ottobre 2017

18 ottobre

Se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto.
Giovanni 12:24

L’umile venuta di Cristo

Quasi invisibile ad occhio nudo, il germoglio è la parte più importante del seme, ed è anche la più delicata. Ebbene, è questa figura che il profeta Zaccaria utilizza per parlare del Messia che doveva venire: “Ecco un uomo, che si chiama il Germoglio” (Zaccaria 6:12).
Questo linguaggio simbolico usato dai profeti sottolinea l’umiltà nella quale Gesù sarebbe nato e vissuto in questo mondo: la sua nascita in una famiglia indigente, la sua fragilità di piccolo bambino, la sua vita adulta senza una dimora stabile, il suo rapporto costante coi più poveri e con gli emarginati, e alla fine la sua morte su una croce in mezzo a due malfattori.
Il Signore Gesù si paragona ad un seme di frumento che morendo porta molto frutto (Giovanni 12:24). Il germoglio è la vita del seme; infatti, morendo sotto terra, l’involucro scompare, e il germoglio si sviluppa dando vita alla pianta. Che immagine eloquente della morte e della risurrezione! La vita che sorge dalla morte.
Gesù, nato a Betlemme nella più umile delle condizioni, è arrivato fino a dare la sua vita per noi, e questo ci attesta che questa nuova vita noi l’abbiamo grazie alla sua morte e alla sua risurrezione.

Come dichiara la Parola di Dio, colui che accetta Gesù come suo Salvatore riceve in dono la vita eterna: “Chi crede nel Figlio ha vita eterna” (Giovanni 3:36), e “chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita” (1 Giovanni 5:12).