Mosè fu fedele in tutta la casa di Dio come
servitore… ma Cristo lo è come Figlio sopra la sua casa; e la sua casa siamo
noi.
Ebrei 3:5-6
La nuova famiglia di Dio
Le antiche popolazioni erano costituite da
un certo numero di famiglie, ciascuna designata col nome del suo capo. Attorno
al capo famiglia, gravitavano diverse persone riconosciute come appartenenti
alla famiglia: moglie, figli, servi, "clienti" (vale a dire
protetti).
I figli non avevano molti diritti più dei servi,
almeno fino al momento in cui ricevevano il titolo di figlio col diritto
all’eredità e alla partecipazione agli affari della casa. La considerazione e
il potere che una famiglia godeva erano in rapporto alla moralità dei suoi membri, a come venivano rispettati i doveri
civici, alla rettitudine negli affari
e alla sua coesione nelle avversità.
Il comportamento di ogni membro aveva una grande influenza sulla reputazione
del capo famiglia e della famiglia nel suo insieme.
Ogni credente, oltre ad essere un membro
della propria famiglia terrena, appartiene alla grande famiglia di Dio. A
quelli che credono, Dio ha dato il diritto di diventare suoi figli (Giovanni
1:12), e “se siamo figli siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo”
(Romani 8:17).
Fino alla risurrezione del Signore, la casa
di Dio era il popolo d'Israele di cui facevano parte soltanto i discendenti di
Abraamo; i non Ebrei erano esclusi. Ma dopo la risurrezione del Signore questa
barriera è caduta. L'unica condizione per essere ammessi a far parte della
famiglia di Dio è la fede in Gesù Cristo. Per questo Paolo può
scrivere ai credenti greci di Efeso: “Non siete più né stranieri né ospiti, ma…
membri della famiglia di Dio” (Efesini 2:19). Onoriamo il nostro “Capofamiglia”
e dimostriamogli, con una vita santa, l’amore che abbiamo per Lui.