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martedì 25 febbraio 2020

25 febbraio


Di te mi ricordo nel mio letto, a te penso nelle veglie notturne. Poiché tu sei stato il mio aiuto, io esulto all’ombra delle tue ali.
Salmo 63:6, 7

Una Bibbia non scritta circola in prigione

Come procurarsi una Bibbia nelle prigioni di certi Paesi? Molti cristiani imprigionati per la loro testimonianza di fede hanno dovuto accontentarsi dei versetti che ricordavano a memoria. Sovente li hanno messi in comune, e così sono riusciti a ricostituire alcune parti della Bibbia. Ecco la testimonianza di una carcerata cristiana in un paese a regime totalitario nemico dei cristiani:
“Dopo il lavoro, alcune donne si avvicinavano a noi che eravamo conosciute per la nostra fede. Ci chiedevano con insistenza di recitare i testi della Bibbia che ricordavamo a memoria. Avevano sete di parole di speranza, di consolazione e di vita. Non avevamo una Bibbia. Noi stesse ne sentivamo il bisogno, più del pane. Se avessi imparato più versetti a memoria! Comunque sia, ogni giorno ripetevamo i passi che ricordavamo. Alcune cristiane avevano imparato lunghe porzioni della Scrittura mentre erano ancora libere, prevedendo che un giorno sarebbe toccato a loro di essere arrestate. Così avevano portato il loro tesoro in quella prigione.
Qualche volta, altre carcerate litigavano violentemente. Noi, coricate nei nostri giacigli, ricercavamo nella nostra memoria quelle parole che ci aiutavano a pregare e a pensare al nostro Dio durante le lunghe notti d’insonnia. Condividevamo con le nuove arrivate quello che sapevamo. È in questo modo che una Bibbia non scritta circolava in tutte le prigioni di quel Paese, portando pace e consolazione.”
(da uno scritto di Sabina Wurmbrand)