Di te mi ricordo nel mio letto, a te penso
nelle veglie notturne. Poiché tu sei stato il mio aiuto, io esulto all’ombra
delle tue ali.
Salmo 63:6, 7
Una Bibbia non
scritta circola in prigione
Come procurarsi una Bibbia nelle prigioni
di certi Paesi? Molti cristiani imprigionati per la loro testimonianza di fede
hanno dovuto accontentarsi dei versetti che ricordavano a memoria. Sovente li
hanno messi in comune, e così sono riusciti a ricostituire alcune parti della
Bibbia. Ecco la testimonianza di una carcerata cristiana in un paese a regime
totalitario nemico dei cristiani:
“Dopo il lavoro, alcune donne si
avvicinavano a noi che eravamo conosciute per la nostra fede. Ci chiedevano con
insistenza di recitare i testi della Bibbia che ricordavamo a memoria. Avevano
sete di parole di speranza, di consolazione e di vita. Non avevamo una Bibbia. Noi stesse ne sentivamo il bisogno,
più del pane. Se avessi imparato più versetti a memoria! Comunque sia, ogni
giorno ripetevamo i passi che ricordavamo. Alcune cristiane avevano imparato
lunghe porzioni della Scrittura mentre erano ancora libere, prevedendo che un
giorno sarebbe toccato a loro di essere arrestate. Così avevano portato il loro
tesoro in quella prigione.
Qualche volta, altre carcerate litigavano
violentemente. Noi, coricate nei nostri giacigli, ricercavamo nella nostra
memoria quelle parole che ci aiutavano a pregare e a pensare al nostro Dio
durante le lunghe notti d’insonnia. Condividevamo con le nuove arrivate quello
che sapevamo. È in questo modo che una Bibbia non scritta circolava in tutte le
prigioni di quel Paese, portando pace e consolazione.”
(da uno scritto di Sabina Wurmbrand)