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lunedì 24 febbraio 2020

24 febbraio


Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.
Romani 8:1

Quale Dio è come te, che perdoni l’iniquità? … Egli getterà in fondo al mare tutti i nostri peccati.
Michea 7: 18-19

Colpevolezza

Molti psicologi sostengono che il sentimento di colpevolezza può nuocere allo sviluppo della personalità. Secondo loro, ognuno dovrebbe superare questo “complesso” per costruirsi un equilibrio psicologico armonioso.
Come cristiani, non possiamo condividere del tutto questo pensiero. Sovente gli psicologi vanno a scavare nel passato dei loro pazienti per analizzare i motivi del loro disagio. Ma in tale ricerca si rischia di dimenticare la nozione di bene e di male. Il problema non è come riuscire a non sentire più il peso delle proprie colpe. Quando si vuol tranquillizzare la coscienza ad ogni costo, ci si dimentica che ognuno di noi è responsabile dei propri atti, anzitutto davanti a Dio, e poi davanti ai propri simili.
Dio vuole togliere i sensi di colpa che pesano su ogni essere umano, e solo Lui può farlo. D’altra parte, però, data la Sua  perfetta giustizia, non può passare alla leggera sopra il male e il peccato. Ogni colpa, ogni peccato, dev’essere giudicato. Ed è proprio qui che è intervenuto l’immenso amore di Dio verso gli uomini. Gesù Cristo ha accettato di subire il giudizio di Dio al posto di tutti quelli che riconoscono il proprio stato di peccato e confidano in Lui. I sensi di colpa, che tutti noi inevitabilmente abbiamo, vanno confessati a Dio. Ai piedi della croce dobbiamo deporre il fardello delle nostre trasgressioni. E il perdono di Dio cancella le colpe e ci libera! “Non mi ricorderò più – dice Dio – dei loro peccati e delle loro iniquità” (Ebrei 10:17).
“Beato l’uomo a cui la trasgressione è perdonata e il cui peccato è coperto!” (Salmo 32:1).