“O Eterno, io ho udito il tuo messaggio, e son preso da timore; o Eterno, dà vita all’opera tua nel corso degli anni! Nel corso degli anni falla conoscere! “ Abacuc 3:2.
È una richiesta che dovremmo fare al Signore continuamente e dal fondo dei nostri cuori. Infatti, abbiamo bisogno di essere risvegliati per fare conoscere di più l’Evangelo ai peccatori e abbiamo anche bisogno di un risveglio in mezzo al popolo di Dio. È facile diventare formalista, freddi, senza potenza, se l’anima non resta in una stretta comunione con Dio che la mantiene in esercizio davanti a Lui.
Il Signore ci ha riccamente benedetti, ma abbiamo bisogno di elevarci, per la potenza dello Spirito, alle altezze dei preziosi privilegi che sono la nostra parte in quanto figli di Dio. Se noi tutti vivessimo nel godimento intimo e nella realizzazione giornaliera della nostra posizione davanti a Dio, quanto più vive sarebbero le nostre riunioni e quanto più incisivi i messaggi per attirare le anime a Cristo, quale centro dei loro pensieri e dei loro affetti!
L’apostolo Paolo parla del “combattimento” che sosteneva per i santi di Colosse perché arrivassero alla piena conoscenza “del mistero di Dio, cioè di Cristo, nel quale tutti in tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti” (Colossesi 2:3). In (Efesini 3:3) il mistero dato a conoscere a Paolo per rivelazione è l’unione dei Giudei coi Gentili in un solo corpo col Capo che è nel cielo. Il rischio era che quei credenti non si attenessero al Capo e perdessero la realizzazione consapevole della loro unione con Lui, trascinati da un lato dalla filosofia e dall’altro dalla tradizione. Non corriamo anche oggi lo stesso pericolo? Il mondo si maschera bene per sedurre le anime; lo fa dando a credere che sia un vantaggio farsi un nome e una buona posizione su questa terra, e così distrae il credente con la carriera, gli affari, la politica ed altre cose. Ma può anche rivestire una forma religiosa seducente; il tutto per distogliere i nostri cuori da Cristo.
Viviamo in un tempo di debolezza spirituale e rischiamo di perdere e farci sfuggire anche la verità che abbiamo conosciuto. Abbiamo bisogno di grazia e di fede. In (Romani 4:20) leggiamo che Abramo “davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato per la sua fede dando gloria a Dio”. L’energia e la perseveranza della fede sono oggi più che mai necessarie perché la difficoltà più grande è di mantenerci nella consapevolezza della nostra chiamata celeste e in una vita ad essa conforme e nella consapevolezza che siamo membra del corpo di Cristo, uniti al Capo glorioso nel cielo. L’apostolo cerca di salvaguardare i santi di Colosse mostrando loro in che modo intimo erano identificati con Cristo: non solo “morti” con Lui, ma “risuscitati” con Lui che è la nostra vita; e a tal punto legati a Lui che, quando Egli sarà manifestato, anche noi saremo col Lui manifestati in gloria. Signore, “dà vita all’opera tua” e rendici capaci di elevarci all’altezza della chiamata e dei privilegi che sono la nostra parte in te!
Abbiamo un bisogno continuo della sua grazia a causa della nostra debolezza che Lui è potente da supplire ad ogni nostro bisogno se confidiamo in Lui.