Il Signore, voltatosi, guardò Pietro; e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detta: “Oggi, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte”.
Luca 22:61
Lo sguardo del
Signore Gesù
Il Signore Gesù aveva chiamato Simone, un
pescatore di professione, a seguirlo, e gli aveva dato un nome nuovo: Pietro.
Per tre anni, Pietro ha sperimentato l’amore e la potenza di Gesù, ed ha
imparato ad amarlo. Un giorno ha dichiarato: “Tu sei il Cristo, il Figlio del
Dio vivente” (Matteo 16:16).
Più tardi, quando Gesù viene arrestato e
condotto nel palazzo del sommo sacerdote per essere interrogato, Pietro lo
segue, andandosi a sedere nel cortile di quel palazzo. È lì che, per paura,
finirà col dire: “Non lo conosco” (Luca 22:57) rinnegando per tre volte il suo
Maestro. Allora, come il Signore gli aveva predetto, sente il gallo cantare. In
quel momento Gesù si volta e lo guarda con uno sguardo che gli penetra in fondo
al cuore. Quello sguardo
– ricorda a Pietro la troppa fiducia che
aveva di sé (“Quand’anche dovessi morire con te non ti rinnegherò” Matteo
26:35) e gli avvertimenti del Signore;
– gli conferma che il Signore ha udito
tutte le parole pronunciate nel cortile del sommo sacerdote, le sue
imprecazioni, il suo giuramento, le sue bugie;
– gli fa capire che Gesù sapeva anche che lui,
malgrado il suo brutto comportamento, lo amava con sincerità;
– infine, quello sguardo del Signore gli fa
comprendere che l’amore col quale Gesù l’aveva amato non era cambiato.
È lo
stesso amore che, quando abbiamo fatto dei passi falsi, ci porta al pentimento; e poi ci rialza
affinché possiamo ritrovare una felice comunione con Lui.