“Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà dato nelle mani dei capi dei sacerdoti e degli scribi; essi lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito, flagellato e crocifisso; e il terzo giorno risusciterà” Matteo 20:18-19.
Così fece il Signore Gesù. Con la sua missione finale davanti a lui, egli fermò i suoi discepoli e parlò loro, per la terza volta, del suo proposito e dell'opera che era venuto a compiere.
Notate la dettagliata conoscenza degli eventi. Egli dice chi agirà per primo: “i sacerdoti e gli scribi”.
Egli dice che cosa succederà: “essi lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani”.
E anticipa l'esatta scaletta delle sofferenze alle quali andrà incontro: “perché sia schernito, flagellato e crocifisso”.
E rivela loro cosa accadrà poi: “il terzo giorno risusciterà”.
Verrebbe da chiedere: Ma se questo è vero perché non torna indietro?
Noi lo sappiamo. Il Signore Gesù era venuto proprio per questo momento.
Dirà a Pietro che cercava di opporre una qualche resistenza al suo arresto: “non berrò io il calice che il Padre mi ha dato?” Giovanni 18:11.
Il viaggio verso Gerusalemme non è cominciato da Gerico. Non è iniziato dalla Galilea. Non è cominciato a Nazaret. E non è neppure iniziato da Betlemme.
Il suo viaggio alla croce è cominciato molto prima. Quando l'eco del morso del frutto era ancora udibile nel giardino di Eden, il Signore Gesù stava partendo per il Calvario.