Il pubblicano se ne stava a distanza e non osava neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore!”
Luca
18:13
Pietro…
disse a Gesù: “Signore, e di lui che sarà?” Gesù gli rispose: “Che t’importa?
Tu, seguimi”.
Giovanni
21:21-22
Piuttosto, chiedete aiuto
Seduto con amici intorno a
una tazza di tè, discuto tranquillamente delle statistiche nazionali sui casi
di annegamento durante l’estate scorsa. Ne parlo, ma l’argomento non mi
riguarda direttamente.
Ma supponiamo che io mi
trovi nella situazione di chi, completamente esausto, sta per annegare. Allora
grido con tutte le mie forze, cerco di farmi sentire, chiedo aiuto. Le
statistiche m’importano poco; è di me che si tratta! È in gioco la mia vita,
sto affogando! Se uno mi tende la mano per salvarmi, mi affretto ad afferrarla.
Quando si tratta del
destino eterno dell’anima, del giudizio di Dio sul peccato e della salvezza per
fede, certe persone considerano la cosa in modo distaccato e teorico, come se
si trattasse di aride statistiche che non li riguardano. Pongono domande sul
destino di quelli che non hanno mai udito l’Evangelo e sono indignate per il
fatto che non tutti gli uomini saranno salvati. Certuni ritengono ingiusto che
Dio salvi allo stesso modo un malfattore e un uomo onesto, solo per mezzo della
fede in Gesù Cristo… Ma quello che conta è essere cosciente che il problema
riguarda me, che è urgente e avrà conseguenze eterne.
Per essere salvato non
serve discutere, ma ascoltare e credere
a quel Dio di cui ognuno ha bisogno.