“Mentre Gesù usciva dal tempio e se ne andava, i suoi discepoli gli si avvicinarono per fargli osservare gli edifici del tempio. Ma egli rispose loro: «Vedete tutte queste cose? Io vi dico in verità: Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata». Mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in disparte, dicendo: Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell'età presente?” Matteo 24:1-3.
Il fatto che il Signore esca dal tempio e si rechi al monte degli ulivi può essere un'ulteriore eco di Ezechiele 11:23, dove “la gloria del Signore”, lasciando il tempio, si ferma in quello stesso luogo. La preoccupazione dei discepoli per gli edifici è dovuta non solamente ad un sentimento di ammirazione per quelle costruzioni ma anche per l'impossibilità di credere che il Signore potesse ripudiare una così nobile struttura dedicata alla gloria di Dio. I giudei di quel tempo si facevano forti del fatto di possedere il tempio di Dio, ma era un tempio vuoto.
Ancora oggi potrebbero esserci “credenti” che si radunano convinti che il Signore sia lì in mezzo a loro, appoggiandosi sul passo di Matteo: “Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (18:20) ma questo passo garantisce la presenza del Signore, la dove si sia radunati “nel Suo nome” cioè in accordo con ciò che Egli è. Non è sufficiente possedere un bel locale e un insegna con su scritto “adunanza cristiana” per avere la garanzia della presenza del Signore.
Se la nostra vita è “igienica” quanto un sepolcro imbiancato e la nostra anima ha la stessa pulizia delle strade di questo mondo. Se pensiamo che infondo Dio sia fortunato ad averci al suo fianco, allora potremmo riunirci negli edifici più sontuosi, ma il Signore non sarà con noi.
Il Signore parlò ai discepoli di cataclismi di sciagure ma tali cose non accadranno solo a Gerusalemme e alla fine della storia. Corpi affamati e anime fredde si trovano con facilità oggi.