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giovedì 7 luglio 2022

La casa del Padre

“Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio, e credete anche in me! Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che Io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono Io, siate anche voi” (Giovanni 14:1-3).

I discepoli del Signore erano tristi, quasi scoraggiati, e non c’era da stupirsi: il Signore stava per lasciarli. Aveva detto loro: “Figlioli, è per poco che sono ancora con voi. Voi mi cercherete; e, come ho detto ai Giudei: «Dove vado Io, voi non potete venire», così lo dico ora a voi” (Giovanni 13:33). Dunque, sarebbero rimasti soli in un mondo malvagio dove i nemici di Cristo erano tanti. Era una triste prospettiva. Dovevano proseguire il loro cammino senza il fedele Conduttore, senza Colui che li aveva accompagnati con tanto amore e a cui si sentivano intimamente legati.

Il Signore Gesù conosce i loro pensieri e comprende la loro tristezza; ne ha compassione e cerca di consolarli; orienta i loro sguardi verso il cielo. Sulla terra non dovevano aspettarsi altro che combattimenti e sofferenze, ma lassù li attendeva la gloria! Il Signore stava per andare in cielo e per questo Dio sarebbe stato glorificato. E Lui, come Figlio dell’uomo che Dio ha glorificato, diventava per loro un oggetto di fede: “Voi credete in Dio, credete anche in me” (v. 1).

Ma i discepoli, non credevano forse in Lui? Certo che credevano. Pietro gli aveva detto: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, e Gesù gli aveva risposto: “Non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli” (Matteo 16:16-17). Essi credevano in Lui nel modo in cui si era manifestato quaggiù. Ma ora Egli se ne andava, e tornava al Padre da dove era venuto. Dio era glorificato in Lui ed è per questo che Dio lo glorificava facendolo salire al cielo. Da quel momento in poi avrebbero creduto al Signore glorificato. Come credevano in Dio che non vedevano, così, da quel momento, dovranno credere in Lui che è alla destra del Padre. Per fede lo vedranno lassù, com’è scritto nella Lettera agli Ebrei: “Noi vediamo… Gesù, coronato di gloria e di onore” (2:9). I nostri occhi sono ora fissati su Colui che ha ripreso il Suo posto nella gloria.

Anche loro andranno da Lui dove Egli si trova; perché il Signore andava a preparare un luogo, e poi sarebbe tornato e li avrebbe presi presso di Sé, “affinché – dice loro – dove sono io, siate anche voi” (v. 2-3). Che gloriosa consolazione per i discepoli! Il Signore li lasciava, ma era per la loro gioia e la loro benedizione; se ne andava per preparare loro un posto nella casa del Padre.

La casa del Padre è l’abitazione eterna di Dio e noi, esseri umani, non vi potremmo mai arrivare. Ma il Signore Gesù, il Figlio di Dio, ha preso un corpo simile a quello dell’uomo, ha compiuto l’opera della riconciliazione e della redenzione per noi, poveri peccatori perduti, e ha glorificato il Padre in ogni cosa. Risorto dai morti, ha unito a Sé tutti coloro che credono in Lui, e li ha portati alla comunione col Padre Suo. Non si vergogna di chiamarli “fratelli”. Nella Sua preghiera al capitolo 17 dice: “Io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai dati” (v. 24)

Che privilegio straordinario! Non esiste nessun posto più glorioso della casa del Padre. È là che il Figlio di Dio abitava dall’eternità, ed è là che ben presto introdurrà tutti i Suoi riscattati. In questo luogo noi, con tutti i credenti, condivideremo la Sua gloria e ci rallegreremo della Sua gioia che è stata quella di rivelarci il Padre e fare di noi dei figli di Dio. Là un perfetto riposo e una gioia inesprimibile saranno la nostra parte. Là vivremo eternamente nella comunione con il Padre e con il nostro Signore Gesù Cristo.

Le parole del Signore mostrano quanto si rallegrasse di portarci in quella casa; non parla del cielo e non dice soltanto “nella casa del Padre”, ma dice “nella casa del Padre mio”.

“Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore”; non c’è solo una dimora per Lui, il Signore, ma ce n’è anche una per tutti noi. “Se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo?”. Quanto dev’essere glorioso questo luogo! Una gioia più grande non avrebbe potuto esserci offerta. Gesù ha sopportato la croce “per la gioia che gli era posta dinanzi” (Ebrei 12:2). Con i Suoi, con tutti coloro che ha riscattato, entrerà nella casa del Padre e dirà: “Ecco me e i figli che Dio mi ha dati” (2:13).

Ma per questo deve prenderli presso di Sé. Un posto nella casa del Padre doveva essere preparato ed ora è pronto dato che il Figlio dell’Uomo vi è entrato. Tuttavia, tutti coloro per cui un posto è stato preparato devono ancora entrarvi. È per questo che il Signore tornerà a prenderli, come ha promesso: “Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:1-3). Per entrare nella casa del Padre bisogna che “questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità” (1 Corinzi 15:53), e questo avverrà quando il Signore trasformerà il corpo della nostra umiliazione “rendendolo conforme al corpo della sua gloria” (Filippesi 3:21). Ci vuole dunque la risurrezione dei credenti deceduti e la trasformazione di quelli viventi, alla Sua venuta.

Così, lo sguardo dei credenti è rivolto verso il cielo e il loro cuore è attratto in alto. Nella Casa del Padre, vedono il Signore Gesù coronato di gloria e di onore, e lo aspettano.

Il Signore non manderà nessun’altro a prendere i Suoi; verrà Egli stesso! Come potrebbe essere altrimenti? Lo Sposo stesso verrà a prendere la Sua sposa, e la sposa gli andrà incontro (1 Tessalonicesi 4:13-18). Che glorioso momento sarà! Nello stesso modo in cui il Signore è salito nel cielo, anche i Suoi vi saliranno. Andranno incontro a Lui nell’aria e saranno da Lui portati nelle dimore della casa del Padre, dove abiteranno eternamente con Lui.