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martedì 5 luglio 2022

Il cristiano e le buone opere

La convinzione che per mezzo delle cosiddette “buone opere” si possa soddisfare Dio e meritare un posto in cielo, ha caratterizzato un lungo periodo della storia della Chiesa ed è tuttora diffuso fra i cristiani. E’ dunque bene precisare subito che le buone opere non ci condurranno mai a Dio né ci potranno assicurare un posto in cielo. “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, – dice la Parola – ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù” (Rom. 3:23-24); “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede…. Non è in virtù di opere” (Ef. 2:8-9).

D’altra parte, però, la Scrittura parla ampiamente delle buone opere, ed è utile riconsiderare ciò che la Bibbia insegna a proposito di questo argomento.

Dio, sorgente di ogni bene.

Prima di tutto dobbiamo essere coscienti che qualsiasi cosa buona trova in Dio la sua origine. “Ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c’è variazione né ombra di mutamento” (Giacomo 1:17). Il Signore Gesù, che sulla terra aveva rivelato il Padre, “andò dappertutto facendo del bene” (Atti 10:38) e così poté dire ai Giudei: “Vi ho mostrato molte buone opere da parte del Padre mio; per quale di queste opere mi lapidate?” (Giovanni 10:32).

Chi è nato da Dio possiede la natura divina e di conseguenza mostrerà questo carattere nella sua vita: “Chi fa il bene è da Dio” (3 Giovanni 11). Questo ci fa capire che le “buone opere” compiute da persone incredule, agli occhi di Dio sono solo “opere morte”.

Le opere buone nell’epistola di Giacomo.

E’ facile capire che all’epoca della Riforma ci fossero delle difficoltà di comprensione dell’epistola di Giacomo. I riformatori avevano compreso la dottrina dell’epistola ai Romani e ai Galati che riguardava la giustificazione per fede senza le opere, ma l’Epistola di Giacomo parla di giustificazione tramite le opere. Come interpretarla?

Siamo pur certi che non c’è contraddizione nella Parola di Dio. Non c’è una “teologia di Paolo” che smentisca la “teologia di Giacomo”. Ma per meglio comprendere potranno essere utili due precisazioni:

1. Paolo parla di giustificazione davanti a Dio, che avviene certamente per fede senza le opere; Giacomo considera invece la giustificazione davanti agli uomini: “Se uno dice di aver fede… mostrami la tua fede… ” (Giacomo 2:14, 18). Chi mi sta vicino può vedere la mia fede solo tramite le mie opere.

2.  Le opere di cui Giacomo parla sono opere derivanti dalla fede, opere di credenti, e non semplicemente atti meritevoli di lode. L’apostolo fa l’esempio di Abraamo e di Raab: Abraamo offerse il proprio figlio e Raab nascose le spie in casa sua. Normalmente nessuna di queste azioni sarebbe considerata un’opera buona, ma piuttosto un delitto, quella di Abraamo,  e un tradimento quella di Raab. Eppure, quelle opere rivelarono la loro fede in Dio, testimoniando l’amore per Dio nel caso di Abraamo, e l’amore per il popolo di Dio nel caso di Raab!

Le opere buone, caratteristica dei credenti

Dopo aver chiarito in Efesini 2:9 che la salvezza è il dono di Dio, senza il contributo di opere da parte dell’uomo, Paolo prosegue così: “Infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo”. Questo ci mostra da una parte, che Dio desidera che il suo popolo compia opere buone, e dall’altra, che non dobbiamo agitarci alla ricerca delle opere buone da compiere perché Dio le ha già preparate per noi. Siamo in grado di vederle? A noi è richiesto semplicemente abbondare in esse. “Dio é potente da far abbondare su di voi ogni grazia, affinché , avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate per ogni opera buona” (2 Corinzi 9:8).

Più consideriamo questo argomento, più ci rendiamo conto che la Parola di Dio parla spesso di opere buone nella vita di un credente.

–  “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere  e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 5:16).

–  “Avendo una buona condotta fra gli stranieri, affinché laddove sparlano di voi, chiamandovi malfattori, osservino le vostre opere buone e diano gloria a Dio nel giorno in cui li visiterà” (1 Pietro 2:12).

–  “Quanto a voi, fratelli, non vi stancate di fare il bene” (2 Tessalonicesi 3:13).

–  “Ogni Scrittura  è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e  ben preparato per ogni opera buona” (2 Timoteo- 3:16-17).

–  “Egli ha dato se stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga,  zelante nelle opere buone” (Tito 2:14).

–  “Ricorda loro che siano…. pronti a fare ogni opera buona” (Tito 3:1).

–  “Facciamo attenzione gli uni agli altri  per stimolarci all’amore e alle buone opere” (Ebrei 10:24).

I versetti che ci spingono a desiderare di compiere opere buone sono numerosi e chiari, ma la Bibbia è altrettanto chiara quando affronta l’argomento del trascurare le opere buone: “Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato” (Giacomo 4:17).

Chi può compiere opere buone?

L’invito a compiere opere buone è senz’altro rivolto a tutti, fratelli, sorelle, giovani e anziani; tuttavia la Parola di Dio, pur nell’ambito dei credenti, si rivolge in modo particolare ad alcuni gruppi di persone:

– Le sorelle. “Le donne si vestano… di opere buone, come si addice a donne che fanno professione di pietà”; “…conosciuta per le sue opere buone” (1 Timoteo 2:9-10; 5:10). Ecco un meraviglioso campo d’azione aperto per le sorelle pie. E’ più importante adornarsi di opere buone che adornarsi di oro e di perle.

– I servitori del Signore. “Presentando te stesso in ogni cosa come esempio di opere buone” (Tito 2:7). Questa è la caratteristica che dovrebbe avere ogni credente, e quindi tanto più un servitore del Signore.

– I ricchi. “Ai ricchi in questo mondo ordina…. di fare il bene, d’arricchirsi di opere buone, di essere generosi nel donare, pronti a dare” (1 Timoteo 6:17-18). Essi sono avvisati di non confidare nell’incertezza delle ricchezze, ma piuttosto di usare ciò che Dio ha loro affidato per il bene di quelli che sono nel bisogno.

– Coloro che rubavano. “Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché  abbia qualcosa da dare a colui che é nel bisogno” (Efesini 4:28).

Il desiderio di Dio non è solo che cessiamo di fare il male, ma anche che cogliamo l’occasione di fare il bene. I beneficiari delle nostre buone opere sono tutti gli uomini, in modo particolare i nostri fratelli e le nostre sorelle, come è scritto: “Finché ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti; ma specialmente ai fratelli in fede” (Galati 6:10).

La Scrittura esorta poi tutti i credenti: “Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo” (Galati 6:9). C’è una bella frase del Signore che descrive in modo appropriato l’atteggiamento che dovremmo avere quando compiamo qualcosa per Lui: “Così, anche voi, quando avrete fatto tutto ciò che vi è comandato, dite: Noi siamo servi inutili; abbiamo fatto quello che eravamo in obbligo di fare” (Luca 17:10).