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martedì 31 gennaio 2017

31 Gennaio

Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo per promuovere la fede degli eletti di Dio e la conoscenza della verità che è conforme alla pietà, nella speranza della vita eterna promessa da tutti i secoli da Dio.
Tito 1:1-2

L’essenza del cristianesimo

L'apostolato affidato a Paolo aveva come base "la speranza della vita eterna". Questa speranza non ha nulla di vago né d'incerto, come la speranza umana, ma è una certezza, perché essa appartiene alla fede. La vita eterna era stata "promessa prima di tutti i secoli da Dio"; e Dio, come potrebbe smentire la sua promessa eterna? Non ha Egli detto: "Nessuno è simile a me. Io annunzio la fine fin dal principio... io dico: Il mio piano sussisterà"? (Isaia 46:10).
Gli "eletti di Dio" possiedono già ora questa vita, mediante la fede in un Cristo morto e risorto (Giovanni 6:54). "Egli è il vero Dio e la vita eterna" (1 Giovanni 5:20). Chiunque crede in lui ha questa vita; non la vita umana peritura, ma una vita spirituale senza fine, la vita di Dio stesso, una vita capace di conoscere Dio, di godere di Lui, di avere comunione con Lui, il Padre, e col suo Figlio, Gesù Cristo. Senza dubbio, il godimento di questa vita da parte di noi credenti, finché saremo quaggiù, sarà imperfetto, ma ne realizzeremo tutto il valore quando saremo nella gloria, quando vedremo Lui, la nostra vita, e gli saremo simili.

Questa è l'essenza stessa del cristianesimo. Quante ricchezze. E che felicità e che pace godiamo nelle nostre relazioni con Dio! Che gioia nella comunione con Lui! Quale certezza per l'avvenire! C'è forse una conoscenza che possa essere paragonata a quella che l'Evangelo ci porta?

lunedì 30 gennaio 2017

30 Gennaio

Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: “Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato”.
Matteo 26:36

Gesù e i discepoli a Getsemani

Con i suoi undici discepoli, Gesù si reca in un luogo chiamato Getsemani. A otto di loro dice: «Sedete qui, finché io sia andato là ed abbia pregato». Pietro, Giacomo e Giovanni, invece, lo accompagnano fino a un certo punto; poi, grandemente angosciato, il Signore si allontana anche da loro, si getta con la faccia a terra e prega il Padre di allontanare, se possibile, le sofferenze della croce; però aggiunge: «Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».
Giuda, uno dei discepoli, è molto lontano dal Signore: uscito nella notte, sta per tornare con le guardie e una turba di gente per consegnarlo nelle loro mani. Nell’orto del Getsemani otto discepoli sono seduti a una certa distanza; tre sono molto più vicini; senza dubbio possono vedere Gesù prostrato in terra. Forse hanno udito anche la sua voce. Ebrei 5:7-8 ci parla delle grida e delle lacrime del Salvatore in quei momenti terribili. Ma neanche i discepoli più vicini possono penetrare nell'angoscia di Gesù, che avrebbe tanto desiderato che, almeno loro, vegliassero un'ora con Lui. Ma si addormentano di tristezza! Se fossero rimasti svegli, forse avrebbero potuto entrare nell'intimità delle comunicazioni fra il Padre e il Figlio. Lo Spirito di Dio ci dice qualcosa a questo riguardo nei Vangeli e nella Lettera agli Ebrei. Ma, come per le ore delle tenebre alla croce, è «da lontano» soltanto che possiamo contemplare tali momenti (Luca 23:49).

A quale distanza siamo noi dalle sofferenze del Signore? A quella degli otto? A quella dei tre? Svegli o addormentati? 

domenica 29 gennaio 2017

29 Gennaio

Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio.
L’Eterno formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente.
Genesi 1:27; 2:7

L’uomo e l’animale

Durante una trasmissione televisiva, un bambino fece questa domanda: Che differenza c’è fra l’uomo e l’animale?
La risposta affermava anzitutto che l’uomo fa parte del regno animale. Poi si precisava che egli ha la capacità di fare delle astrazioni, ha un linguaggio e una vita sociale molto sviluppati. Poi, che i grandi mammiferi sono in grado di amare, possono soffrire, avere dei ricordi, provare delle emozioni, avere percezioni intelligenti… E alcuni pensatori hanno ipotizzato che l’uomo sarebbe una specie di grande scimmia!
Ma che cosa dice la Scrittura, il libro del nostro Creatore?
Il libro della Genesi afferma che ogni animale ha un’anima vivente, cioè un principio di vita (1:30) che prende fine alla morte. Ma Dio ha dato all’uomo il dominio su ogni essere vivente (Genesi 1:26), e gli ha soffiato “un alito vitale” (2:7), lo spirito dell’uomo che lo rende capace di entrare in relazione con Lui. Questa relazione è stata interrotta quando l’uomo, Adamo, ha disubbidito. A causa del peccato, la sentenza di morte pesa su tutta la sua discendenza (Romani 3:22). Ma lo spirito e l’anima continuano ad esistere anche dopo la morte del corpo (Ecclesiaste 12:9).

No, lettori, noi non siamo degli animali, ma esseri umani responsabili, creati, conosciuti e dotati da Dio, che vuole sempre la nostra felicità eterna. Poiché siamo colpevoli e responsabili dei nostri peccati davanti al Dio santo, ascoltiamo il suo messaggio: “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). 

sabato 28 gennaio 2017

28 Gennaio

(Gesù disse:) “Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande”.
Matteo 7:26-27

Su chi appoggiarsi?

C’è bisogno di essere architetti per rendersi conto del pericolo che corre l’uomo “stolto”  di cui parla Gesù in questa parabola? Senza dubbio avrà impiegato molte energie per costruire quella casa, pensando che questo sarebbe stato garanzia di buona riuscita.
Ma cos’è dunque questa saggezza a cui Gesù c’invita? Egli chiama ciascuno di noi a prestare attenzione al suo insegnamento, che bisogna non soltanto ascoltare ma credere, mettere in pratica. Questo è necessario per conoscere la nostra situazione davanti a Dio, cioè la sua giusta ira nei confronti di esseri corrotti e ribelli, ma anche il suo immenso amore che vuole salvarci e cambiare la nostra vita. Ricevere il suo messaggio è l’unico mezzo per avere una relazione personale con Dio e costruire la sua vita secondo i disegni del grande Architetto. Questo è il buon fondamento; ma la nostra vita, la nostra speranza sono veramente legate a questa relazione con lui? Su quale base costruiremo la nostra vita?
Ognuno può domandarselo, e deve rispondere seriamente: Su cosa costruirò la mia casa? Essa resisterà alle tempeste? E se le fondamenta sono solide, costruirò con materiali scadenti? Sono veramente attento alla Parola di Dio, assiduo alla sua lettura, ubbidiente per metterla in pratica?

Mettiamoci sulla roccia; è una scelta importante! Ascoltiamo quella parola di saggezza che ci viene dal Vangelo, e lasciamoci istruire da essa ogni giorno. 

venerdì 27 gennaio 2017

27 Gennaio

“Essi non sono del mondo, come io (Gesù) non sono del mondo”.
Giovanni 17:16

Tutti costoro sono morti nella fede… confessando di essere forestieri e pellegrini (cioè di passaggio) sulla terra.
Ebrei 11:13

I cristiani del 2° secolo

Estratto da una lettera del 2° secolo indirizzata a un pagano, nobile, di nome Diognete.
“I cristiani si conformano agli usi locali per quanto riguarda i vestiti, il cibo e le altre cose della vita, pur manifestando le leggi straordinarie e paradossali del loro modo di vivere. Ognuno risiede nella propria patria, ma come straniero e come di passaggio. Essi compiono tutti i loro doveri di cittadini, e sopportano tutte le incombenze come degli stranieri. Passano la loro vita sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Ubbidiscono alle leggi stabilite, e il loro modo di vivere è più perfetto delle leggi. Essi amano tutti, e tutti li perseguitano. Non sono conosciuti, ma tutti li condannano. Sono disprezzati, e in questo trovano la loro forza. Sono calunniati, e in questo trovano la loro giustificazione. Sono insultati, e benedicono. Sono oltraggiati, e rendono onore. Quando fanno il bene, sono puniti come malfattori. Quando sono castigati, si rallegrano; quelli che li detestano non sanno spiegare il motivo della loro ostilità. In una parola, ciò che l’anima è nel corpo, i cristiani lo sono nel mondo. L’anima abita nel corpo, eppure non appartiene al corpo, come i cristiani abitano nel mondo, ma non appartengono al mondo.”

Quei credenti erano dei veri testimoni di Gesù Cristo. La nostra missione non è diversa dalla loro. Come la compiamo noi? 

giovedì 26 gennaio 2017

26 Gennaio

(Gesù disse:) “E io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me”.
Giovanni 12:32

Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati guariti.
1 Pietro 2:24

La mia esperienza

Riportiamo qui una testimonianza che ci è pervenuta.
«È stato durante un trasferimento, sballottato sulla piattaforma di un veicolo militare nel corso di manovre, che ho letto per la prima volta il racconto della crocifissione di Gesù. La figura del crocifisso rimase con forza nella mia mente tutta la giornata. Impaziente, aspettavo la sera per potermi intrattenere con un cristiano che avevo incontrato e che mi aveva parlato di Gesù. Guidato dalle sue parole, mi misi in ginocchio davanti a Dio e pregai: “Dio mio, eccomi, ti affido la mia vita. Togli da me ogni eccesso, le astuzie, gl’inganni, e dammi ciò che è vero. Vieni in me”.
Le parole di Gesù mi tornavano in mente: “Chi crede in me ha vita eterna” (Giovanni 6:47). Pensavo al significato della croce; la conosciamo bene come simbolo, ma sovente non conosciamo i grandi fatti che ad essa sono legati. Ci piace vederla sui campanili, si porta come pendaglio al collo; ma che impatto ha sulla nostra vita?
Per alcuni, la croce non è altro che un gioiello di grande valore; per altri è un oggetto quasi magico, per altri ancora è come un idolo. Per alcuni, è simbolo di morte, per altri un motivo di scandalo. Ma realmente che cosa rappresenta la croce per me?
Gradatamente presi coscienza del fatto che Gesù Cristo, su una croce, era morto per me, che aveva dato la sua vita per liberarmi dal male. Una pace profonda, nuova, sconosciuta fino ad allora, mi invase. Ebbi la certezza che Dio aveva perdonato i miei peccati.»

mercoledì 25 gennaio 2017

25 Gennaio

I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani.
Salmo 19:1

Le sue (di Dio) qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi (gli uomini) sono inescusabili.
Romani 1:20

Il linguaggio della natura

Ai nostri giorni, molte voci si levano in favore della salvaguardia della natura. L’abbiamo tutti saccheggiata, in questi ultimi decenni! Ma quanto si è sensibili al linguaggio della natura? È un linguaggio senza parole, è il linguaggio della potenza e della sapienza del Creatore. È per tutti, e per tutte le culture. Chi di noi non è mai stato impressionato dallo spettacolo di un tramonto, di un albero in fiore o dal fragore delle onde del mare? Sono tutti inviti a cercare l’autore di questa bellezza, di questa potenza.
Tralasciando di parlare della bellezza della natura, il semplice fatto che la creazione esiste non è forse un motivo di meraviglia? Gli scienziati devono impegnarsi in calcoli e procedure di una precisione estrema per scrutare l’universo; questo significa che il mondo non si è formato per caso, ma vi regna uno straordinario ordine interno.

Molti si fermano qui. Non cercano l’autore dell’universo. La Bibbia ci dice che è Dio. Non una forza, ma una persona che possiamo conoscere. Infatti, il Creatore è venuto a visitare la sua creatura. Il Figlio di Dio si è fatto uomo, si è avvicinato a noi, ci ha raggiunto nella nostra condizione umana. Più di questo, ha dato la sua vita per noi che eravamo morti a causa del nostro peccato, e ci ha salvati. Quelli di noi che gli credono, s’intende! 

martedì 24 gennaio 2017

24 Gennaio

Oh, quanto sono amabili le tue dimore, o Eterno…! L’anima mia langue e vien meno, sospirando i cortili dell’Eterno.
Beati quelli che abitano nella tua casa e ti lodano sempre.
Salmo 84: 1-2, 4

Il ritrovo della famiglia di Dio

È comune paragonare la vita umana a un viaggio, ma raramente si parla della meta di questo viaggio. Eppure, come si può immaginare di viaggiare per anni senza sapere dove si sta andando?
Il credente conosce la sua destinazione. Gesù ha promesso ai suoi discepoli prima di lasciarli: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore… Io vado a prepararvi un luogo. Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:2,3). Molti altri testi della Bibbia ci parlano del paradiso o della città celeste, punto d’arrivo della corsa cristiana. Ma queste parole di Gesù ci dicono già tutto ciò che ci è utile conoscere.
Il cielo, per il credente, è la casa del Padre, il ritrovo della famiglia di Dio; è “casa sua”. Fra poco il Signore Gesù ritornerà a prendere quelli che ha salvato e li farà entrare là dove Egli stesso abita.
Un predicatore scozzese aveva l’abitudine, ogni mattina appena sveglio, di uscire sulla soglia della porta di casa ed alzare gli occhi verso il cielo esclamando: “Signore Gesù, forse proprio oggi tornerai!”
Sì, forse proprio oggi. E non dimentichiamo che, per il Signore, avere i suoi riscattati con sé è un’esigenza del suo amore per loro.

lunedì 23 gennaio 2017

23 Gennaio

Cristo… morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.
2 Corinzi 5: 14-15

Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini.
Colossesi 3:23

Vivere per colui che ci ha salvati

Si chiama Ricardo. È il miglior lavoratore di una piccola fattoria isolata sulla costa del Perù. È alto, forte, pieno di energia. E soprattutto è pieno di zelo per gli interessi di Pedro, il suo padrone. La gente dei dintorni gli chiede: “Ma perché resti a lavorare da Pedro? Potresti guadagnare di più altrove”. La sua risposta è sempre la stessa: “Pedro mi ha salvato la vita”.
Dieci anni prima, Ricardo era un relitto della società. Si sentiva ferito profondamente dalla vita e reagiva spesso con violenza. Girovagando per le campagne, un giorno incontrò Pedro. Si lasciò ammansire e curare da quell’uomo; ogni giorno sotto il portico della fattoria trovava del cibo lasciato lì appositamente per lui. Pedro gli aveva poi parlato dell’amore di Dio. Ricardo aveva ascoltato, e gli aveva creduto. La sua vita era completamente cambiata, era diventato un operaio di Pedro. Era un onore per lui.

E noi, credenti, per chi viviamo? È un onore per noi mettere al servizio del Signore le nostre energie e i nostri beni? Noi sappiamo che ci ha salvati, ma sovente viviamo la nostra vita di ogni giorno senza lui. Se facciamo così, siamo su una strada in cui non potremo mai essere felici, una strada fatta di compromessi fra Dio e il mondo. Ma si può fare una scelta migliore: vivere sinceramente per il Signore. Malgrado le difficoltà, siamo allora felici e liberi nella coscienza; la sua grazia ci basta. È la sola strada che non si rimpiange mai di aver imboccato, la sola che Dio ci propone. 

domenica 22 gennaio 2017

22 Gennaio

Che profitto trae l’uomo da tutto il suo lavoro, dalle preoccupazioni del suo cuore, da tutto ciò che gli è costato tanta fatica sotto il sole?
Ecclesiaste 2:22

Anche ridendo, il cuore può essere triste; e la gioia può finire in dolore. Lo sviato di cuore avrà la ricompensa del suo modo di vivere.
Proverbi 14: 13,14

Vita da “diva”

Dalida era una cantante francese molto nota anche in Italia, adulata dalle folle. La sua carriera professionale fu un grandissimo successo, ma ventidue anni fa mise fine ai suoi giorni lasciando questo messaggio: “Perdonatemi; la vita mi è insopportabile”. Come capire una fine tanto triste per una persona, di origine modesta, che era diventata una diva, sommersa da fiumi di denaro?
La Bibbia ci rivela che l’uomo senza Dio non può mai essere realmente e durevolmente felice. Noi non siamo soltanto un insieme di molecole organizzate che hanno l’unica necessità di soddisfare dei bisogni fisici, come gli animali. No, la felicità d’un uomo dipende dalla relazione che vive col suo Creatore; se io non lo conosco, anche se apparentemente tutto procede bene, avrò il cuore triste, vuoto. Invece, se ho scoperto Gesù Cristo, anzitutto come salvatore della mia anima e poi come l’amico di tutti i miei giorni, la mia vita ne sarà profondamente influenzata. Conoscerò allora una gioia che nessuno potrà togliermi. Dio non vuole darmi una vita appena “sopportabile”, ma un’esistenza ricca di significato.
L’apostolo Paolo scrive: “Ai ricchi in questo mondo ordina… di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma in Dio… per ottenere (nel senso di afferrare, realizzare) la vera vita” (1 Timoteo 6:17-19).

Caro amico lettore, afferra personalmente questa vita! 

sabato 21 gennaio 2017

21 Gennaio

Il dio di questo secolo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del Vangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio.
2 Corinzi 4:4

(Gesù disse:) “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo”.
Matteo 11:28

Cosa m’impedisce di credere?

Hugh Ross, un conferenziere cristiano, aveva da poco tenuto una riunione con una quarantina di professori d’una università americana. “Non posso negare la vivacità del suo messaggio” – dichiarò uno dei presenti. “Allora lei può, in piena logica, rimettere la sua vita a Gesù Cristo”, rispose il conferenziere. Un altro intervenne dicendo: “Sì, posso pensarci, ma non sono ancora pronto”.
Alcuni si costruiscono un’incastellatura di argomentazioni intellettuali, o evocano il ricordo di ferite morali risalenti alla giovinezza, ricevute da persone che si dicevano cristiane. Molti ostacoli possono impedire di credere all’Evangelo. Vi sono persone che temono di approfondire i loro bisogni e i loro interrogativi interiori. Si ergono alte barriere; la loro volontà è opposta a Dio per l’orgoglio innato che non vuole sottomettersi a lui, forse in seguito a sofferenze personali subite, vere o presunte.
Noi non andiamo al Signore per dei motivi di ordine intellettuale, né in relazione alle nostre vicissitudini o a comportamenti altrui, ma a motivo dei nostri bisogni più profondi. E questi hanno a che fare con la nostra coscienza, col male che possiamo aver commesso, e col male che è in noi. Andiamo a Gesù Cristo perché il suo amore ci chiama e ci spinge a trovare il riposo e la pace che lui dà, e ad aprire il nostro cuore alla speranza.

Che cosa v’impedisce di credere? Siete disposti a riflettere su questo alla luce della Bibbia? Prendete la decisione giusta; Gesù Cristo non ha mai deluso nessuno. 

venerdì 20 gennaio 2017

20 Gennaio

Dio ha mandato il suo Figlio unico nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo.
 1 Giovanni 4:9

Io so in chi ho creduto.
2 Timoteo 1:12

Hai ricevuto l’amore di Dio?

Una sera due amici d’infanzia, Gilles e Henri, si ritrovarono a Parigi dopo molti anni. Mentre passeggiavano, Gilles propose: “Facciamo una deviazione, ti farò vedere un ristorante particolare”. Presero rue Bonaparte e arrivarono all’angolo di rue Visconti. Ma, in trent’anni, tutto era cambiato. “Qui c’era un ristorante dove ho lavorato alcuni anni – disse Gilles. – Pieno di voglia di vivere, ero alla ricerca di verità. Un giorno ebbi la visita di un compagno d’armi con sua moglie. Sapevo che era diventato credente perché mi aveva parlato della sua fede. Quel giorno, eravamo tutti e tre davanti a questo atrio, e mi ha ancora parlato dell’amore di Dio. Ho visto l’espressione del suo viso distesa e felice, e mi resi conto che aveva trovato la verità. Là, in quel momento, anch’io ho creduto”.
Commossi, i due amici ripresero la passeggiata. Henri si mise a raccontare: “È dall’infanzia che io conosco il Signore Gesù. Ti potrei mostrare un posto preciso a Parigi, sul marciapiede di avenue Wagram, dove una sera mi è venuto in mente questo versetto: «Io sono con te – dice l’Eterno – per salvarti» (Geremia 30:11). Allora ho creduto profondamente all’amore di Dio per me. Non sono io che ho cercato Dio, è lui che ha voluto venire da me in Cristo per salvarmi.”

Com’è importante aver avuto questo incontro reale e personale con Dio, e potersi appoggiare fermamente sulle sue promesse! Lettore, tu conosci l’amore di Dio? Gesù è venuto per metterlo alla nostra portata. Non lasciare le cose nel vago. Fermati, digli semplicemente e con fiducia: Signore, io vengo a te… ed Egli ti riceverà. 

giovedì 19 gennaio 2017

19 Gennaio

Ricordandoci continuamente… dell’opera della vostra fede, delle fatiche del vostro amore e della costanza della vostra speranza. Conosciamo, fratelli amati da Dio, la vostra elezione.
1 Tessalonicesi 1: 3-4

I cristiani di Tessalonica

Quei cristiani erano ancora giovani nella fede quando ricevettero la Lettera dell’apostolo Paolo. Ma la loro condotta dimostrava in modo così evidente la loro conversione che se ne parlava dovunque. Si erano “convertiti dagli idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero, e per aspettare dai cieli il Figlio suo che egli ha risuscitato dai morti; cioè, Gesù che ci libera dall’ira imminente”.
Fra loro erano in attività i grandi princìpi del cristianesimo, cioè la fede, la speranza e l’amore. Infatti l’apostolo Paolo scrive che aveva sempre presente davanti a Dio l’opera della loro fede, le fatiche del loro amore e la costanza della loro speranza.
L’opera della fede è l’insieme delle azioni prodotte dalla fede. Sono le cosiddette “buone opere” cristiane, che non sono la causa ma il risultato della conversione a Dio, della nuova vita ricevuta da Cristo.
Le fatiche dell’amore erano in relazione alle difficoltà e alle persecuzioni che incontravano; l’amore del loro Signore li spingeva ad amare gli altri e ad agire in loro favore.
La costanza della speranza li faceva aspettare, giorno dopo giorno, la venuta del Signore che aveva promesso di ritornare dal cielo in gloria.

E questi bei comportamenti erano così evidenti nei Tessalonicesi da essere la prova indiscutibile della loro elezione. Anche noi, credenti di oggi, possiamo dimostrare di essere “eletti” da Dio praticando le tre grandi virtù cristiane: fede, speranza, amore. 

mercoledì 18 gennaio 2017

18 Gennaio

Dio mostra il proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
Romani 5:8

L’amore di Cristo… sorpassa ogni conoscenza.
Efesini 3:19

Amore divino

“L’amore è da Dio”. La sua sorgente è in Lui, perché “Dio è amore” (1 Giovanni 4: 7,8,16). Infinitamente più elevato di tutto ciò che noi esseri umani, coi nostri limiti, possiamo concepire, l’amore esiste in Dio prima della fondazione del mondo. Esso esiste dall’eternità fra Dio Padre e Dio Figlio. Quando il Signore Gesù era sulla terra, poteva dire al Padre suo: “Tu mi hai amato prima della fondazione del mondo” (Giovanni 17:24). Due volte il cielo si è aperto e Dio ha dichiarato: “Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto” (Matteo 3:17; 17:5).
Perché il Figlio di Dio ha dovuto venire sulla terra per soffrire, essere abbandonato dal suo Dio sulla croce e morire? È proprio perché Egli amava Dio, suo Padre. Il Figlio Gesù veniva per fare la sua volontà, glorificarlo nella sua vita e nella sua morte: “Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita” (Giovanni 10:17).
Ma perché Dio ha dovuto separarsi da Colui che era il centro del suo amore eterno? Per amore verso gli uomini che voleva salvare: “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unico Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Soltanto Gesù Cristo poteva essere quella vittima perfetta che ci libera dal peccato e ci conduce nella benedetta sfera dell’amore divino.

Il Padre e il Figlio sono uniti in uno stesso piano d’amore verso noi. “Il Padre stesso vi ama” (Giovanni 16:27). “Come il Padre mi ha amato, così anch’io ho amato voi” (Giovanni 15:9). 

martedì 17 gennaio 2017

17 Gennaio

(Dio disse:) “Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio! Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno”.
Isaia 43:1,2

Non temere

La paura è diffusa. È vero che i motivi di preoccupazione non mancano. Però la gestione mediatica della paura è diventata insopportabile! I giovani devono avere paura del futuro e della disoccupazione, le coppie di avere dei figli, le persone mature di invecchiare, gli anziani di soffrire… e tutti di morire! Le catastrofi sempre più frequenti, oltre ai problemi dell’economia, le minacce per l’ambiente e la malvagità incurabile degli uomini… tutto questo contribuisce a mantenere la paura.
La gente dice: “Non può durare così!” Che fare? 
Questo modesto calendario non ha ricette miracolose da proporre. Il consiglio che vi dà è semplice, alla portata di tutti i lettori: andare (o ritornare) alla Bibbia.
Sapete che in questo Libro si trova molte volte l’espressione: “Non temere”?

La Bibbia non vi dirà che i pericoli descritti dai media sono immaginari. Però vi rivelerà che c’è un Dio che ha dei piani di pace e di felicità per voi, un Dio che vuole darvi dei motivi per sperare. È perché quel Dio esiste e vi ama che voi potete cominciare questo nuovo anno senza aver paura. Dio vi viene incontro nella Bibbia; incontratelo accettando di leggerla e dandogli fiducia! 

lunedì 16 gennaio 2017

16 Gennaio

Il popolo che camminava nelle tenebre, vede una gran luce.
Isaia 9:1

(Gesù disse:) “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.
Giovanni 8:12

Fiat lux (Sia la luce)

“Sia la luce” (Genesi 1:3) è il primo atto, la prima parola di Dio su una terra immersa nell’oscurità; e la luce inizia a splendere. Senza luce, nessuna forma di vita è possibile. Dio separa il giorno dalla notte. È il primo giorno della creazione.
Molti secoli dopo, la luce si è “incarnata” nella persona di quel santo bambino nato nella mangiatoia di Betlem. Egli era Emmanuele, cioè Dio con noi. Era la Parola creatrice: “In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre… La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo” (Giovanni 1: 4,5,9). Questa luce è “diventata carne” (v. 14), si è manifestata in grazia e in verità, ha preso un corpo. La nascita di Gesù Cristo è il secondo grande giorno luminoso dell’umanità.

Il terzo grande giorno è quello della grande vittoria di Gesù Cristo sulla morte, sul peccato e sulle forze del male, alla croce, dopo le tre ore più oscure della storia del mondo, durante le quali Egli ha preso su di sé il peccato dell’uomo colpevole e ne ha subìto il castigo da parte di Dio (Matteo 25:45). Ma la luce ha brillato di nuovo al suo grido di vittoria: “È compiuto” (Giovanni 19:30). Tre giorni dopo, c’è il mattino glorioso della risurrezione, in cui la tomba è aperta e vuota. Gesù è risorto! Egli è la luce spirituale per chi crede, “luce che spunta e va sempre più splendendo, finché sia giorno pieno” (Proverbi 4:18). 

domenica 15 gennaio 2017

15 Gennaio

(Gesù disse:) “In verità in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio”.
Giovanni 3:3

Grande fu il numero di coloro che credettero… ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani.
Atti 11:21,26

Un cristiano. Chi è?

Molti pensano che un cristiano sia qualcuno che è stato battezzato.
Altri diranno che si è cristiani quando ci si sforza di ubbidire ai comandamenti della Bibbia.
Altri ancora penseranno che essere cristiani significhi essere membri di una chiesa.
Ma il mezzo più sicuro per trovare la risposta esatta è cercarla nella Bibbia che è la Parola di Dio.
Quand’era sulla terra, Gesù diceva a Nicodemo, un capo dei Giudei: “Se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio… Bisogna che nasciate di nuovo” (Giovanni 3:5,7).
Dunque, non divento cristiano aderendo a un sistema religioso, o semplicemente cambiando comportamento. Divento cristiano (cioè “di Cristo”) se riconosco di essere peccatore e accetto che Gesù Cristo ha portato al mio posto, sulla croce, il giudizio che io meritavo a motivo dei miei peccati. Allora Gesù, il Figlio di Dio, diventa il mio Salvatore personale, e io sono un cristiano. Sono nato di nuovo.
La nuova nascita è un nuovo inizio. Quando divento cristiano prendendo coscienza di quale amore Dio mi ha amato dando per me il suo Figlio, non posso più vivere come prima.

E voi, lettori, avete iniziato questa vita nuova, la vita di Dio? 

sabato 14 gennaio 2017

14 Gennaio

Egli ha tratto da uno solo tutte le nazioni… finché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come a tastoni, benché egli non sia lontano da ciascuno di noi.
Atti 17:26-28

Dio non è lontano da ciascuno di noi

Quando m’infilo nei meandri della metropolitana, vedendo tanti volti diversi, mi chiedo: Che cosa hanno in comune tutti questi uomini e queste donne che incontro sulla mia strada? E penso a quella frase della Bibbia: “Egli (Dio) non è lontano da ciascuno di noi”.
Lettore, sai che Dio non è lontano da te? Di tutti quelli che ci stanno intorno, è lui il più vicino. E non solo questo; noi tutti dipendiamo da lui, perché non potremmo né respirare né tenerci in piedi se lui non ci desse la forza.

Gli antichi Ateniesi non conoscevano il vero Dio, per quanto fosse così vicino. Però gli avevano dedicato un altare con quest'iscrizione: “Al dio sconosciuto”. Anche ai nostri giorni molti ignorano tutto di Dio, perché noi esseri umani abbiamo come un velo che c'impedisce di conoscerlo: è la nostra incredulità e il nostro peccato. Ma quando riconosciamo sinceramente le nostre colpe, e ci volgiamo con fiducia verso di Lui, il velo si dilegua e poi scompare del tutto quando Gesù ci appare come l’inviato di Dio fra gli uomini, per liberarli dai loro peccati. Sulla base del suo sacrificio, Gesù Cristo ci tende la mano, lui, l’unico mediatore fra Dio e gli uomini. Egli è venuto vicinissimo a noi per rivelarci che Dio non è un Dio lontano, ma un Padre amorevole che perdona e accoglie chi va da lui con umiltà e fiducia. 

venerdì 13 gennaio 2017

13 Gennaio

Dio non renderà dunque giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui? Tarderà nei loro confronti?
Luca 18:7

Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre dandoci di essere chiamati figli di Dio!
1 Giovanni 3:1

Il Padrone dell’universo è mio Padre

Un ragazzino è in piedi sulla spiaggia. Un battello di ritorno dalla pesca costeggia la riva a una certa distanza. Allora il ragazzino fa grandi gesti per attirare l’attenzione del suo equipaggio. Un uomo lì vicino lo guarda e gli dice: “Non essere sciocco, il battello non cambierà rotta, anche se tu agiti le braccia!”
Ma il battello compie una virata e s’avvicina alla riva. Viene calata una piccola scialuppa; il ragazzino vi sale e, appena a bordo del battello, grida: “Signore, non sono sciocco; il capitano è mio padre!”
Questo raccontino contiene una lezione per noi credenti. Perché quel capitano aveva cambiato rotta? Non perché il ragazzino avesse il diritto di fermare un battello, ma perché era suo figlio.
Quando le circostanze della vita sono difficili, senza speranza, Dio può cambiare il corso degli eventi per un solo uomo che prega? Sì, colui che governa l’universo può farlo, e spesso lo fa, perché il credente che prega non è semplicemente un uomo, è un suo figlio.

Come quel ragazzino sulla riva, è possibile che siamo incompresi, ma preghiamo Dio senza stancarci, malgrado Egli sia così grande e ci sembri in silenzio, perché è nostro Padre mediante Gesù Cristo. Nel vasto universo noi siamo poca cosa, ma il nostro Padre celeste ci conosce personalmente. Il ragazzino non era granché in confronto al battello, ma aveva un gran posto nel cuore del capitano. Ecco un piccolo esempio dell’amore del nostro Padre celeste. 

giovedì 12 gennaio 2017

12 Gennaio

Signore, tu sei colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi.
Atti 4:24

Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti.
Ebrei 11:3

L’origine dell’universo

Da sempre l’origine del mondo, degli esseri viventi e dell’uomo in particolare, ha impegnato le menti. Negli ultimi secoli, molte teorie sono state elaborate con l’intento di escludere l’esistenza di un creatore. Pur ammettendo che certe mutazioni siano avvenute, chi avrebbe formato il primo elemento di questo universo e gli avrebbe dato la capacità di diversificarsi così prodigiosamente? Ammettiamo che questo è inspiegabile per la ragione umana.
Nel primo capitolo della Genesi, Dio ci rivela, con una narrazione semplice e nello stesso tempo maestosa, lo svolgimento del suo lavoro di creazione. Egli parla, e la cosa è fatta. È lui che crea partendo dal nulla. Il credente, prendendo umilmente il suo posto davanti al Creatore, crede semplicemente ciò che Dio gli dice tramite la sua Parola.

Quel Dio che ha creato l’universo con la sola potenza della sua Parola, quel Dio infinito nella sua grandezza, è anche il Dio infinito nel suo amore. “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio” (Giovanni 3:16). Se noi crediamo ciò che Dio ci dice riguardo alla sua opera di creazione, dobbiamo anche credergli per ciò che riguarda l’opera della redenzione, che ci libera dalla schiavitù del peccato. Se è per mezzo della fede che comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio, è anche mediante la fede che noi possiamo essere salvati

mercoledì 11 gennaio 2017

11 Gennaio

Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere.
Giovanni 1:18

Dio è stata manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.
1 Timoteo 3:16

Dio reso visibile

Molti dicono con leggerezza: “Dio? Io non l’ho mai visto”. Chi potrebbe, in realtà, guardare in faccia colui che ha detto: “L’uomo non può vedermi e vivere” (Esodo 33:20)?
Ma Dio si fa conoscere agli uomini. “Le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, essendo percepite per mezzo delle opere sue” (Romani 1:20). In seguito, Dio si è fatto vedere e conoscere nella persona del suo Figlio Gesù Cristo. Molti secoli prima, la venuta del Figlio di Dio sulla terra è stata annunciata dalla Bibbia. Ma il modo in cui è apparso sconcerta la logica umana. È nato in una stalla e non in un palazzo, la sua vita è stata quella di un uomo semplice, umile e benevolo. Certo, è stato visto come se non avesse “forma né bellezza”, è stato disprezzato dai suoi contemporanei che non hanno avuto per lui “stima alcuna” (Isaia 53:2,3). Nella sua vita perfetta, si è avvicinato agli uomini per ascoltarli, curarli e guarirli, mostrando così il suo amore per la sua creatura (Atti 10:38). Ancora più di questo, per salvare i peccatori ha offerto se stesso in sacrificio sulla croce.

Chi si sarebbe aspettato di vedere Dio sotto questa forma e in una tale situazione? Un Dio così potente che viene a visitare la sua creatura rivestendo un’umanità così reale? Mistero profondo! Egli era uomo senza mai cessare di essere Dio. I Vangeli ci insegnano che Dio è diventato uomo fra gli uomini. Questo messaggio divino, dopo duemila anni, è ancora rivolto a ognuno di quelli che si rendono conto di aver bisogno d’un Salvatore. 

martedì 10 gennaio 2017

10 Gennaio

Le cose occulte appartengono all’Eterno nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi.
Deuteronomio 29:28

Gesù esultò nello spirito e disse: “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli!”
Luca 10:21

Comprendere Dio, o credergli?

Il noto libro dell’astrofisico Stefano Hawking “Una breve storia del tempo” si conclude in modo abbastanza sorprendente. L’autore intravede un momento in cui tutti gli abitanti della terra saranno capaci di comprendere il motivo per cui l’universo e l’uomo esistono. E conclude: “Se troveremo la risposta a questo interrogativo, sarà il trionfo ultimo della ragione umana; in quel momento, conosceremo il pensiero di Dio”.
Per il credente, per conoscere il pensiero di Dio non occorrono ragionamenti complessi, si tratta semplicemente di dare fiducia a un Dio che si è rivelato. Come potrebbe l’uomo, essere finito, comprendere l’Essere infinito? Come potrebbe l’uomo, che è portato al male, comprendere il Dio che è Luce e Amore?
La conoscenza di Dio non può essere acquisita che tramite una rivelazione del Creatore stesso alla sua creatura: e questa è la Bibbia, la Parola di Dio. Accettare questa rivelazione divina, all’uomo fiero dei propri ragionamenti può sembrare assurdo. Ma per il credente poter accedere, per la grazia di Dio, a una sfera di conoscenza infinitamente elevata è un motivo di pace e gioia profonda.

Dio dichiara nella sua Parola: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri… le mie vie sono più alte delle vostre vie” (Isaia 55:8-9). Ammettiamo di essere “piccoli” e cerchiamo nella Bibbia ciò che Dio ci vuol dire. Egli ha per ciascuno di noi un messaggio di speranza. È il Dio d’amore. 

lunedì 9 gennaio 2017

9 Gennaio

Una donna può forse dimenticare il bambino che allatta? Anche se le madri dimenticassero, non io dimenticherò te.
Isaia 49:15

(Gesù), il Figlio di Dio, mi ha amato e ha dato se stesso per me.
Galati 2:20

Un piano saltato, una vita trasformata

Abbandonato dalla madre, maltrattato dai parenti, Stephen, un piccolo Africano, cresce nella strada. Dopo un mancato tentativo di suicidio, si aggrega a un’organizzazione terroristica. Gli insegnano a odiare, a maneggiare le armi. Gli danno un compito: creare il panico nella popolazione civile. Ma gli si presenta un’occasione: una missione cristiana organizza delle riunioni sotto un tendone. Stephen doveva gettare un esplosivo. Si intrufola fra la gente. Il predicatore parla con convinzione sull’argomento del peccato, col dito puntato sugli ascoltatori. Sbalordito, Stephen crede che parli di lui. Come poteva conoscere la sua vita? Poi il predicatore parla della grazia di Dio, del suo potere di trasformare la vita. Sconvolto, Stephen dimentica di essere venuto per seminare il terrore. Si avvicina al predicatore, gli racconta la sua vita, e in risposta si sente leggere una promessa della Bibbia: “Qualora mio padre e mia madre m’abbandonino, l’Eterno mi accoglierà” (Salmo 27:10). Stephen comprende che l’amore di Dio può cambiare la sua vita.
“Mi inginocchiai – racconta – per avvicinarmi a Dio; era la prima volta nella mia vita. Mi resi conto che Dio mi amava e mi aspettava. «Dio – gridai – io non so niente, non sono niente… I miei genitori non vogliono saperne di me. Prendimi… Sono tanto dispiaciuto per il male che ho fatto. Gesù, perdonami». Immediatamente mi sembrò che un pesante carico mi rotolasse di dosso. Mi sentii sollevato e in pace… Io, un ragazzo perduto fra milioni di Africani, sono stato trovato da Gesù”.

(Racconto vero, da “Quell’amore che mi ha guarito”, Anne Coomes)

domenica 8 gennaio 2017

8 Gennaio

Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
Romani 6:23

Dio fa grazia

La Bibbia racconta nei particolari la storia meravigliosa della grazia di Dio. Essa non è una raccolta di principi morali o di filosofia, né un libro di storia, né un libro misterioso. È il libro della Grazia di Dio.
Essa ci presenta anzitutto il quadro di uomini perduti, senza Dio, peccatori disperati, che vanno incontro al giudizio, senza possibilità di ritorno… Ci mostra ancora uomini che, sicuri di sé e delle proprie capacità, fanno di tutto, ma invano, per ritrovare il contatto con Dio. Ma poi la Bibbia ci presenta la croce di Gesù Cristo, quel monumento della grazia divina dove Gesù accetta di prendere il nostro posto e portare il castigo che i nostri peccati meritavano!
Lettore, forse cerchi da tanto tempo di uscire da una brutta situazione. Alla croce di Cristo trovi la risposta di Dio. Questa grazia di Dio è meravigliosa, incondizionata, gratuita, completamente sufficiente e definitiva; se no non sarebbe grazia.
Alla croce di Gesù Cristo non può essere aggiunto nulla. La salvezza è un dono di Dio. Un regalo, o si accetta o si rifiuta, non è oggetto di trattative. È così che la grazia dev’essere accolta. È la grazia che ci salva e che produce nel cuore la certezza che la nostra condanna è annullata e la salvezza è definitiva. È per essa che troviamo la pace e la speranza.

Il nostro augurio, caro amico lettore, è che tu riconosca di aver bisogno della grazia di Dio; accetta l’offerta che Dio ti fa oggi, ricevi la sua grazia! 

sabato 7 gennaio 2017

7 Gennaio

Ogni Scrittura è ispirata da Dio.
2 Timoteo 3:16

La fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta dalla parola di Dio.
Romani 10:17

Molto meno scamperemo noi se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo.
Ebrei 12:25

La Bibbia

Questo libro meraviglioso è unico per la sua ispirazione e per come si è formato. È composto da 66 piccoli libri scritti da più di 40 autori diversi nell’arco di 1500 anni, in località molto diverse, fra le quali Babilonia, Gerusalemme e Roma. Gli uomini che Dio ha scelto per scrivere questo libro provenivano da ogni ambiente: erano condottieri (Mosè, Giosuè), re (Davide, Salomone), c’era un ministro (Daniele), un coppiere (Neemia), uno scriba (Esdra), un pastore (Amos); due erano pescatori (Giovanni, Pietro), uno era medico (Luca), un altro molto erudito (Paolo). Questi “santi uomini di Dio hanno parlato, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2 Pietro 1:21). Senza potersi accordare perché separati dal tempo, dalle distanze, dalle condizioni sociali, hanno scritto per comporre questo Libro unico, la Bibbia, che è la Parola di Dio.
Lo scopo di questo Libro è farci conoscere Dio in relazione con gli uomini: i suoi atti, la sue parole, i suoi pensieri, ciò che ha fatto e ciò che farà. Egli solleva per noi il velo che copre l’eternità passata; ci rivela ciò che riserva l’eternità futura, sia per i credenti, sia per quelli che non credono. La Bibbia ci fa conoscere Gesù, il Figlio unico di Dio, e l’opera che ha compiuto per salvare quelli che credono in lui.

È il libro più diffuso nel mondo, non per volontà degli uomini, ma per la grazia immensa di Dio che vuole che tutti gli uomini afferrino mediante la fede il suo messaggio di pace e di speranza. 

venerdì 6 gennaio 2017

6 Gennaio

Gesù gli disse: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.
Giovanni 14:6

Giovani in crisi?

“Noi giovani viviamo tre crisi. Non abbiamo né punti di riferimento né modelli, la nostra vita non ha senso; la nostra società è sempre più materialista, mentre noi abbiamo sete di spiritualità”. È il riassunto di quanto ho letto su una rivista.
Perché sono così numerosi quelli che si tengono lontani dalla piena risposta che Cristo ha dato ai problemi essenziali della vita? Vorremmo a dire a queste persone che Dio non è lontano. Non è rimasto in silenzio ma ha parlato; la Bibbia è il suo messaggio. Essa risponde ai problemi dei giovani, come pure a quelli di chiunque altro.
Non ci sono punti di riferimento? Sì che ci sono! La Bibbia dà dei riferimenti per dirigere la nostra vita su questa terra, per distinguere il bene dal male. Questo riferimento è una persona, è Gesù Cristo. Se volete sapere come dovrebbe essere la vostra vita, leggete l’Evangelo.
La vostra vita non ha un senso? Sì che può averlo! Per il nostro bene supremo, possiamo vivere per Dio. Ma per questo bisogna andare a Gesù, riconoscere la verità del suo messaggio sul nostro stato morale, sulla grazia divina, sul valore del suo sacrificio alla croce. In lui, Dio si è avvicinato a ciascuno di noi; e per mezzo di lui, la nostra vita trova la sua pienezza.
Sete di spiritualità? Gesù spegne la sete e risponde al nostro desiderio di essere amati. Nessun commentario può sostituire ciò che Gesù dice nell’Evangelo (ad esempio, leggete Giovanni cap. 4).

Un Vangelo di Giovanni sarà inviato gratuitamente dall’editore ad ogni lettore che non lo possiede e che lo richiede.

giovedì 5 gennaio 2017

5 Gennaio

Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio non ha la vita.
1 Giovanni 5:11-12

Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
Giovanni 3:18

Quale sarà il mio destino?
(Vangelo di Luca 23:33-34)

Raffiguriamoci questa scena. Su una collina vicino a Gerusalemme ci sono tre croci. A destra e a sinistra ci sono due malfattori; in mezzo, c’è un uomo di cui il giudice ha detto: “Non trovo nessuna colpa in quest’uomo” (Luca 23:4). Il suo nome, Gesù, figura su un’iscrizione. L’angelo aveva annunciato a Maria: “È lui che salverà il suo popolo dai loro peccati” (Matteo 1:21).
Per il Signore, era arrivato il momento di compiere l’opera della nostra salvezza e subire, al posto di tutti quelli che crederanno in lui, il giudizio di Dio contro il peccato. Uno dei due malfattori partecipa alle beffe generali ingiuriando Gesù. Ma l’altro riconosce che non ha fatto nulla di male, e che invece loro due subivano il castigo meritato. Egli discerne in Gesù colui che doveva regnare, e gli chiede: “Signore, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!” In risposta immediata alla sua fede arriva una meravigliosa promessa: “Oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:42-43).
Questa scena è un quadro impressionante della condizione dell’essere umano. O ci si beffa di Gesù Cristo, nonostante la sua bontà che ci “spinge al ravvedimento” (Romani 2:4), oppure si riconosce in lui il Figlio di Dio e si affida a lui il proprio destino. Non ci sono alternative. “Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36). Il futuro eterno di ciascuno di noi dipende dal nostro atteggiamento riguardo al Signore Gesù.