(Il
figlio prodigo)
si alzò e tornò da suo padre… suo padre lo vide e ne ebbe compassione: corse,
gli si gettò al collo, e lo baciò. E il figlio gli disse: «Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te».
Luca
15:18-20
Ritornare
a casa
(Vangelo di Luca 15:11-24)
Gesù racconta di un ragazzo che
abbandona la famiglia per andarsene in un paese lontano, alla ricerca di avventure
e nuove sensazioni, per “vivere la sua vita”. Ma non trova altro che delusione
e solitudine. Più si allontana dalla casa di suo padre, più scende nell’abisso
della disperazione. Il suo viaggio non lo porta verso “il paese nel quale
scorre il latte e il miele” (Esodo 3:17); anzi, trova lavoro in un allevamento
di maiali.
Questa parabola ci ricorda che
l’uomo è fatto per la Casa del Padre (Dio), e che ogni fuga in altra direzione non
porta altro che delusione e rimpianto. La parabola ci insegna che egli rientra
in se stesso solo quando decide di tornare a casa. E là trova un padre amoroso
che lo aspetta, con le braccia aperte e il cuore pieno di un’immensa gioia.
Quando l’anima trova la sua vera dimora, c’è sempre gioia. L’uomo ribelle si
smarrisce nelle terre lontane del materialismo, delle deviazioni sessuali,
dell’ingiustizia… Il suo viaggio provoca degrado morale e carestia spirituale.
Ma non è mai troppo tardi per tornare a Dio.
(da uno scritto di Martin Luther King)
Forse qualche lettore si riconoscerà in questo “figlio
prodigo”. Se è così, tornate a Dio. Riconoscete i vostri errori, la vostra
condizione di peccatori. È un Padre
amoroso che può perdonarvi mediante Gesù Cristo. Questo ritorno sarà il
punto di partenza di una nuova vita, quella vera, quella che porta la pace, la
sicurezza e una gioia duratura.