Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo. Chi
ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio non ha la vita.
1 Giovanni
5:11-12
Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato,
perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
Giovanni
3:18
Quale sarà
il mio destino?
(Vangelo di Luca 23:33-34)
Raffiguriamoci questa scena. Su una collina vicino a Gerusalemme
ci sono tre croci. A destra e a sinistra ci sono due malfattori; in mezzo, c’è
un uomo di cui il giudice ha detto: “Non trovo nessuna colpa in quest’uomo”
(Luca 23:4). Il suo nome, Gesù, figura su un’iscrizione. L’angelo aveva
annunciato a Maria: “È lui che salverà il suo popolo dai loro peccati” (Matteo
1:21).
Per il Signore, era arrivato il momento di compiere l’opera della
nostra salvezza e subire, al posto di tutti quelli che crederanno in lui, il
giudizio di Dio contro il peccato. Uno dei due malfattori partecipa alle beffe
generali ingiuriando Gesù. Ma l’altro riconosce che non ha fatto nulla di male,
e che invece loro due subivano il castigo meritato. Egli discerne in Gesù colui
che doveva regnare, e gli chiede: “Signore, ricordati di me quando entrerai nel
tuo regno!” In risposta immediata alla sua fede arriva una meravigliosa
promessa: “Oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:42-43).
Questa scena è un quadro impressionante della condizione
dell’essere umano. O ci si beffa di Gesù Cristo, nonostante la sua bontà che ci
“spinge al ravvedimento” (Romani 2:4), oppure si riconosce in lui il Figlio di
Dio e si affida a lui il proprio destino. Non ci sono alternative. “Chi crede nel Figlio ha vita eterna,
chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio
rimane su di lui” (Giovanni 3:36). Il futuro eterno di ciascuno di noi dipende
dal nostro atteggiamento riguardo al Signore Gesù.