Il
Dio che disse: "Splenda la luce fra le tenebre", è quello che
risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della
gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo".
2 Corinzi 4:6
Alcuni aspetti della gloria di Cristo
Nel
libro dei Proverbi (8:22-31) Salomone, parlando della "Saggezza",
enuncia alcune delle glorie del Figlio di Dio. La “saggezza” è "fin
dall'eternità" (v. 23); del Figlio di Dio l'apostolo Giovanni parla in
questi termini: "La Parola (Gesù
Cristo) era Dio. Essa era nel principio con Dio" (Giovanni 1:1-2). Al
capitolo 8 di Proverbi la vediamo presso a Dio come suo "artefice"
nell'opera della creazione. Giovanni dice: "Ogni cosa è stata fatta per
mezzo di lei (la Parola); e senza di
lei neppure una delle cose fatte è stata fatta" (Giovanni 1:3). Anche
Paolo scrisse: "Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in
vista di lui. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui"
(Colossesi 1:17).
In
presenza di Dio, la “saggezza” si rallegrava "in ogni tempo", e a
questa sua gioia se ne aggiunge un'altra, che non ci saremmo aspettati: si
rallegrava "nella parte abitabile della sua terra" (Proverbi 8:31).
Davanti a sé aveva l'immenso universo che si stava formando, quando Dio
"disponeva i cieli... tracciava un circolo sulla superficie dell'abisso...
assegnava al mare il suo limite... poneva le fondamenta della terra" (v.
27-29); ma il suo interesse si concentrava su quel piccolissimo spazio in cui
abitavano gli uomini.
Gesù
Cristo sapeva in anticipo quanto avrebbe dovuto soffrire su questa terra, sulla
quale un giorno sarebbe sceso per cercare e salvare degli uomini peccatori e
ribelli; ma si rallegrava di fronte alla prospettiva dei risultati del
sacrificio che avrebbe compiuto per salvarli: "Per la gioia che gli era
posta dinanzi egli sopportò la croce,
disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio" (Ebrei
12:2).