Ed
ecco levarsi una gran bufera di vento che gettava le onde nella barca, tanto
che questa già si riempiva... Gesù sgridò il vento e disse al mare: "Taci,
calmati!" Il vento cessò e si fece gran bonaccia. Egli disse loro:
"Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?". Ed essi furono
presi da gran timore.
Marco 4:37-41
Paura e stupore
Quando
ci trovassimo in una circostanza come quella descritta nei versetti citati,
subito tenteremmo di togliere l'acqua che abbiamo imbarcato per evitare di
andare a fondo; e soltanto dopo esserci resi conto che le nostre risorse sono
insufficienti faremmo ricorso al Signore.
Il
Signore Gesù non rimprovera i discepoli perché lo hanno svegliato, ma per la
loro mancanza di fede. Dubitavano del suo amore, dell'interesse che Egli aveva
per loro.
Cosa
si aspettavano i discepoli da Gesù quando lo risvegliarono? Che li aiutasse a
dirigere la barca, a togliere l'acqua, a manovrare i remi... ma non pensavano
che potesse calmare la tempesta! Allora lo stupore che provano davanti a Colui
che comanda alla natura supera la paura di morire annegati. Si chiedono:
"Chi è dunque costui?", perché non conoscono veramente Colui che era
al loro fianco.
I
discepoli dunque sono stati spaventati dalla forza della tempesta e poi
stupefatti e intimoriti dalla potenza di Gesù.
Per
noi cristiani, il Signore desidera che abbiamo fiducia nella sua potenza e nel suo amore. Questo non significa che
non dovremo più affrontare le bufere, ma stiamo certi che in quei momenti Egli
sarà accanto a noi.
E
poi, cerchiamo di conoscerlo di più. Invece della paura, faremo allora
l'esperienza del salmista che diceva: "Solo in Dio trova riposo l'anima mia" (Salmo 62:1).