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sabato 12 maggio 2018

12 maggio


Guarisci l’anima mia, perché ho peccato contro di te.
Salmo 41:4

Il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.
Isaia 53:5

Non voleva essere guarito

L’uomo che vedevo sdraiato in terra, vicino a un portone del centro storico della città, chiedeva l’elemosina. Quando passava un turista, con una mano scopriva una gamba e metteva in evidenza una piaga purulenta, con l’altra chiedeva l’elemosina. Bisognava curare quella piaga! All’ospedale che si trovava proprio di fronte, avrebbe potuto ricevere tutte le cure necessarie. Un amico del luogo mi ha spiegato che quell’uomo era lì tutti i giorni e che non voleva curarsi, perché con la sua ferita si guadagnava da vivere.
Supponi che Gesù ti chieda: “La tua anima, il tuo spirito, il tuo corpo hanno bisogno di guarigione; vuoi essere guarito?”, gli risponderesti: “Non ho bisogno di te” oppure: “Guarisci la mia anima perché ho peccato contro te”?
Dopo aver udito questa diagnosi di Dio sul proprio stato, “tutto il capo è malato, tutto il cuore è languente… dalla pianta del piede fino alla testa non c’è nulla di sano” (Isaia 1:5-6), l’uomo spesso si ribella, cerca dei colpevoli al di fuori di se stesso, accusa Dio: “Perché la sofferenza? Perché la malattia? Perché la morte?” Dio non risponde a queste domande, ma ha mandato suo Figlio per guarire il malato, perdonare il colpevole: Lui ha subìto la punizione che ogni essere umano meritava, ha sopportato tutto al suo posto, l’ira divina, la condanna; ha pagato il suo riscatto per dargli la libertà, la pace del cuore e della coscienza: “mediante le sue lividure noi siamo stati guariti”.

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