Dio mostra la grandezza del
proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è
morto per noi.
Romani
5:8
Il
Cristo nel mistero della sua croce
Nata
da una famiglia ebrea praticante, Edith Stein si allontanò dalla fede dei
genitori e finì col diventare atea. Ma nel 1917 assisté ai funerali del
filosofo Reinach, suo collega e amico. Si recò in visita alla vedova, Anna
Reinach. Non era facile; Edith si sentiva del tutto incapace di esprimere
parole di consolazione. Ma durante quell'incontro i ruoli s'invertirono. Fu la
vedova che, pur nel dolore, riuscì a trasmettere a Edith qualcosa delle
consolazioni della fede cristiana.
Più
tardi Edith parlò di quella visita in questi termini: "Era il mio primo
incontro con la croce e con la forza che essa trasmette a quelli che la
portano. Ho visto molto chiaramente per la prima volta la Chiesa nata dalla sofferenza redentrice del Cristo nel suo
trionfo sulla morte. In quel momento, la mia incredulità svanì e il Cristo
cominciò a brillare per me, il Cristo nel mistero della sua croce".
L'incredulità
era stata come un muro che nascondeva a Edith il senso e il mistero della croce
di Gesù Cristo, là dove si scopre l'amore di Dio. Questo amore lo ricevette, ma
lo visse anche in maniera eccezionale. I sopravvissuti del lager di Auschwitz
(dove fu uccisa) hanno potuto testimoniare dell'amore e della compassione che
mostrò fino alla fine verso i suoi compagni di sventura. La sua ricerca
appassionata della verità, il suo impegno senza compromessi per Cristo, suonano
come un appello e un incoraggiamento molto forte a mettere la nostra fiducia
nell'amore vittorioso di Dio.