APPROFONDIMENTI
CHIARIMENTI SU ALCUNI TERMINI RIFERITI AL SIGNORE GESU’
FIGLIO:
Sebbene l’espressione “figlio di” può significare generato da, essa ha in sé
anche il significato: “dell’ordine di”. Così nell'Antico Testamento
l’espressione: “figli dei profeti” significava dell’ordine dei profeti (1 Re
20:35) e “figli dei cantori” significava dell’ordine dei cantori (Neemia
12:28).
FIGLIO
DI DIO - FIGLIO DELL' UOMO
I titoli Figlio di Dio e Figlio
dell' uomo sono intimamente legati ma nello stesso tempo distinti.
Il titolo di Figlio di Dio ci
illustra la Sua
deità, la Sua
potenza, la grazia, la luce, l'amore, la vita eterna e ci riporta alla sua
relazione con il Padre e alla perfetta rivelazione delle Sue caratteristiche.
Tutto questo nella Persona del Signore mentre era sulla terra. La designazione
“Figlio di Dio”, quando usata per il nostro Signore, significa dell’ordine,
ovvero, della stessa natura di Dio ed è una dichiarazione forte e chiara della
Sua piena deità.
L'espressione Figlio dell'uomo è
quella usata preferibilmente dal Signore per designare Se stesso (circa 80
volte nei vangeli) ed è un termine (in ebraico: ben adam) usato nell'Antico
Testamento per rappresentare l'essere umano nella sua condizione di creatura
davanti a Dio (Salmo 8:4 – 80:17 - Ezechiele 2:1, ecc. …) perciò ha il senso di
"uno del genere umano".
L'espressione la troviamo anche nel
libro di Daniele 7:13/14 "uno SIMILE
a un figlio d' uomo" e rappresenta la prima citazione profetica di
questo titolo riferita al Signore Gesù.
Quando il Signore è venuto sulla
terra è stato rifiutato come Figlio di Dio, così come Messia e come Figlio di
Davide; pertanto il titolo di Figlio dell'uomo assume un’importanza molto ampia
ed elevata: essa racchiude la Sua
incarnazione, le Sue sofferenze (uomo di dolore), ma anche la Sua risurrezione e la Sua gloria (uomo glorificato).
Inoltre, sempre con tale titolo, Gli è stato dato di sedersi sul trono di
Dio, di essere Sommo Sacerdote, Avvocato, Capo del Corpo (la Chiesa ) e riceverà il regno
dalle mani del Padre, per essere il Re dei re e Signore dei signori. Come
Figlio dell' uomo sarà costituito erede di tutte le cose e avrà il potere di
giudicare. Sarà coronato di gloria e di onore, sarà il centro dell' adorazione
universale.
È un titolo che porterà per
l'eternità.
E' l' UOMO PERFETTO secondo il proponimento di Dio.
UNIGENITO:
Dal greco “monogenes”, significa
letteralmente “unico del suo genere”. Ha lo scopo di distinguere il Figlio da
ogni essere creato e contiene anche l’idea di una reale comunicazione di essenza dal Padre al Figlio. E’ degno di
nota che questo termine sia utilizzato nell’epistola agli Ebrei per indicare
Isacco (Ebrei 11:17), che non era solo l’unico figlio di Abramo, ma anche colui
nel quale Abramo aveva ricevuto le promesse ed è anche una bella figura di
Cristo.
PRIMOGENITO:
La parola primogenito “prototokos” riferita al Signore Gesù indica sia
il primo
nato di donna (Matteo 1:25, Luca 2:7) sia il primo per ordine, rango e
dignità senza stretto riferimento alla nascita (Romani 8:29, Colossesi 1:15 e 18,
Ebrei 1:6, Apocalisse 1:5). Pertanto ad esclusione della
descrizione della Sua nascita, ha il senso di primato e non di origine: in questo
caso, riferendoci ad un linguaggio contemporaneo, possiamo dire che il
significato di primogenito sia "capo", "leader",
"primo". Inoltre deve essere precisato che il termine usato è proto =
primo +
tokos = generato e non proto + ktistos = creato, ribadendo con ciò che sebbene la Bibbia chiami figli
di Dio anche esseri creati come gli angeli e gli uomini, Gesù
Cristo è l'Unico Figlio di Dio, generato e non creato, della stessa natura
del Padre, Unigenito e Primogenito.
E’ interessante notare come questo
termine primogenito sia contenuto nel Salmo messianico (89:27), in riferimento
a Salomone, che non era il primogenito di Davide, ma che avrebbe avuto il
primato sulla sua casa e il regno.
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ERRATE VISIONI SULLA NATURA E SULLA PERSONA DEL
SIGNORE GESÙ
Fin dagli albori della Chiesa sono
sorti degli insegnamenti sbagliati, ne evidenziamo due in particolare:
DOCETISMO:
corrente filosofica che si è sviluppata nel primo secolo all’interno dello
gnosticismo. Il suo nome deriva dal
termine greco “DOKEO” che vuol dire: sembrare e apparire: si negava la Sua vera umanità proponendo
che Gesù Cristo era solo un’illusione, ossia che non era stato il Cristo divino
a patire la fame e a morire. Secondo questa corrente Gesù era una specie di
fantasma che aveva preso un’apparenza corporea. Questa eresia va a minare non
solo la verità dell’incarnazione, ma anche la validità dell’espiazione e della
risurrezione del corpo. Questa dottrina si è sviluppata agli albori del Cristianesimo
e Giovanni ne fa la confutazione in particolare nella sua prima lettera (1
Giovanni 4:2/6 – 5:6/7; Giovanni 19:34/35).
ARIANESIMO.
Dottrina elaborata da Ario, teologo che visse dal 256 al 336 d.C. Si
insegnava che sebbene Cristo possa essere chiamato Dio non è veramente Dio, né
uguale a Dio. Egli sarebbe stato creato prima che il tempo esistesse come
primogenito di tutta la creazione ed è Colui che è servito a modellare il
mondo. Nel momento dell’incarnazione il LOGOS è entrato in un corpo umano
prendendo il posto dello spirito umano. In questo mondo Cristo non sarebbe mai
stato pienamente Dio, né pienamente uomo. Ai nostri giorni la dottrina di Ario
è adottata dai Testimoni di Geova.