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domenica 22 febbraio 2015

Bethel 2014 - Parole di una grande Salvezza (Capitolo 3)

PROPIZIAZIONE

Il termine ha il significato di placare l’ira attraverso l’offerta di un sacrificio. In relazione alla salvezza propiziazione significa placare l’ira divina attraverso il sacrificio espiatorio di Cristo. La teologia liberale rigetta questo concetto assimilandolo ad un’idea pagana. In realtà, nella cultura pagana sono gli uomini che cercano di rendersi favorevole la divinità attraverso doni e sacrifici propiziatori. Nella Parola di Dio l’uomo, nel suo stato di peccato, non può fare nulla per rendersi Dio favorevole.
È Dio stesso che si è provveduto l’offerta, il sacrificio.
Riguardo alla questione del peccato Dio è stato glorificato dall’opera di Cristo e quest’opera pone la base di giustizia in modo che Dio possa guardare con favore il peccatore e dispiegare il Suo amore e la Sua grazia per perdonarlo.

A.    Che cosa rende necessaria la propiziazione: lo stato di peccato dell’uomo che provoca l’ira di Dio.
Abbiamo definito come ira divina la giusta indignazione di Dio contro il peccato.
Nell’Antico Testamento più di venti termini distinti, che ricorrono circa 580 volte, esprimono il concetto di ira divina e in ogni circostanza sono i peccati che provocano l’ira di Dio. Riguardo al Suo popolo Israele, ad esempio, l’idolatria infiamma la Sua ira. “Non seguirete altri dei, presi fra gli dei degli altri popoli intorno a voi, perché il tuo Dio, il SIGNORE, che sta in mezzo a te, è un Dio geloso; l'ira del SIGNORE tuo Dio si accenderebbe contro di te e ti farebbe scomparire dalla terra” [(Deuteronomio 6:14) vedi anche: Giosuè 23:16 - Salmo 78:21 - Isaia 66:15-17].
Nel Nuovo Testamento ci sono diversi passi che ripropongono il concetto: es. Romani 1:18 “L'_ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia”; “eravamo per natura figli d'_ira, come gli altri” (Efesini 2:5).
Nella lettera ai Colossesi dopo l’elencazione di una serie di peccati è scritto: “Per queste cose viene l'_ira di Dio sugli uomini ribelli” (Colossesi 3:6).
Gesù stesso afferma che “chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36).

B.    Il mezzo della propiziazione: il sacrificio di Cristo.
Nel Nuovo Testamento vi sono tre termini utilizzati per la parola tradotta con propiziazione:
1)       Hilasmos - questa parola appare due volte: una in 1 Giovanni 2:2 ”Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati”, e l’altra in 1 Giovanni 4:10 ”Dio ... ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati”. Essa significa pacificazione, soddisfazione, propiziazione. Può anche riferirsi AL MEZZO di soddisfazione o propiziazione. Gesù Cristo è il solo mezzo utile a soddisfare le esigenze di Dio e placare la Sua ira santa contro il peccato.
2)       Hilasterion - questo sostantivo ricorre soltanto due volte: una in Romani 3:25 “Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue”, e l’altra in Ebrei 9:5 “E sopra l'arca c'erano i cherubini della gloria che coprivano con le ali il propiziatorio”, dove è parlato del propiziatorio dell’arca dell’alleanza. La fine di questa parola, terion, indica IL LUOGO di qualcosa, in questo caso il luogo di soddisfazione o propiziazione. Tutto questo ci parla in modo particolare della persona di Cristo e dell’opera da Lui compiuta sulla croce del Calvario.
3)       Hilaskomai - questa è l’ultima parola utilizzata riferita al concetto di propiziazione. Significa fare propiziazione o essere propizio. E’ utilizzata in Ebrei 2:17 e Luca 18:13. Il passo di Luca è particolarmente significativo: “Ma il pubblicano se ne stava a distanza e non osava neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: O Dio, abbi pietà  DI ME (sii propizio, placato verso di me), peccatore!”

In tutti i passi elencati, vediamo come al concetto di propiziazione siano sempre collegati i termini peccato, sacrificio e sangue.
Questo aspetto dell’opera di Cristo è, quindi, la parte “verso Dio”, evidenzia la misura della piena soddisfazione da parte di Dio delle Sue esigenze. Dio ci è propizio in Cristo perché Lui è la misura della nostra accettazione, Dio ci accetta perché siamo giustificati e non c’è nulla contrario alla Sua santità. In altri termini la propiziazione  esalta le esigenze di Dio rendendo gli uomini adatti a stare alla Sua presenza.

Se si vogliono utilizzare le parole esaminate in connessione una con l’altra, si potrebbe dire che Cristo ha placato l’ira divina (propiziazione) facendo l’espiazione per i nostri peccati.


Facciamo un’ulteriore passo avanti ed esaminiamo un’altro concetto che si collega ai precedenti.