(Gesù disse
loro:) "Non contrastate il malvagio; anzi, se
uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra; e a chi vuol
litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello. Se uno ti
costringe a fare un miglio, fanne con lui due".
Matteo
5:39-41
L’onore
di essere cristiano
Lettera
all’imperatore
Atenagora,
nato ad Atene, è un filosofo che visse nell’ultima metà del secondo secolo. Si
proponeva di scrivere contro i cristiani, e a questo scopo si mise a leggere i
loro libri. Dio, con quella lettura, gli aprì gli occhi, e Atenagora diventò un
cristiano. Invece di attaccare i discepoli di Cristo, si mise a difenderli, e
presentò, nell’anno 177, all’imperatore Marco Aurelio uno scritto che diceva:
“Perché sua Maestà sarebbe offesa semplicemente dal nome che noi portiamo? Il
solo nome non merita il suo odio; è il delitto che è degno di castigo. Se siamo
colpevoli di un misfatto grande o piccolo, ci punisca, ma non unicamente a
causa del nome di cristiani. Nessun cristiano è criminale, a meno che agisca in
modo contrario a quello che pretende di essere”. Ponendo in contrasto il
comportamento dei cristiani con quello dei pagani scrisse ancora: “Da noi si
possono trovare degli ignoranti, degli umili contadini, delle vecchie donne che
non potrebbero dimostrare con dei ragionamenti la verità della nostra dottrina;
ma con le loro opere essi manifestano l’effetto benefico che questa dottrina
produce quando si è persuasi che è vera. Non fanno discorsi, ma opere buone.
Quando sono picchiati, non restituiscono i colpi; non intentano processi a
quelli che li spogliano; danno a quelli che chiedono loro e amano il prossimo
come se stessi”.