Dopo aver parlato col giovane ricco, il Signore si rivolge ai Suoi
discepoli avvisandoli che è impossibile, per coloro che sono schiavi delle
ricchezze, entrare nel regno di Dio (23).
Ø
La ricchezza: un
impedimento?
La ricchezza, tuttavia, non è un impedimento in se stessa, ma lo è in
proporzione a quanto posto occupa nel nostro cuore. Dio può benedire un
credente perché possa essere strumento di benedizione anche ad altri e vi sono,
nella Parola, esempi di credenti che hanno messo a disposizione i loro beni
materiali per i servitori del Signore che, altrimenti, non avrebbero potuto
svolgere il servizio affidatogli.
Questa affermazione (23) scuote i discepoli perché per loro i beni della
terra erano un favore da parte di Dio e non un ostacolo per entrare nel regno,
perciò pongono la vera domanda: “chi dunque può essere salvato?”
Tutti gli uomini, ricchi o poveri, buoni o malvagi sono peccatori
perduti davanti a Dio e per tutti è impossibile salvarsi da soli (26), ma tutte
le risorse sono in Dio ed il Signore Gesù era venuto per salvare ciò che era
perduto (18:11).
Ø
Rinuncia e
ricompensa
Pietro parla a nome di tutti i discepoli che hanno lasciato tutto e
hanno seguito il Signore, facendo ciò che aveva chiesto di fare al giovane
ricco. Ma il Signore ne terrà conto? La risposta del Signore è molto incoraggiante:
nessuno di coloro che Lo hanno seguito perderà la ricompensa. Quando
il Figliol dell’uomo si siederà sul trono della Sua gloria (28), coloro che
avranno sofferto regneranno con lui (2 Ti 2:12), quelli che sono stati oppressi
giudicheranno il mondo (1 Co 6:2) e tutti coloro che avranno compiuto una
qualunque opera per Lui e non per gli uomini, riceveranno, come ricompensa,
l’eredità (Cl 3:23/24).
Ci dia il Signore
di comprendere il vero valore dei beni materiali che lui stesso ci dona e
cerchiamo di farne un uso che sia secondo la volontà di Dio per il bene dei
santi e di tutti gli uomini.
D.C.