Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita
eterna.
Romani
6:23
La
morte è vinta
Inizio
dicembre 2002: le ceneri di Alessandro Dumas sono trasferite nel Panteon di
Parigi.
Il celebre
scrittore è così il 70° personaggio onorato dalla Repubblica francese. Eppure,
gli uomini più grandi passano, come le pagine che voltiamo di un libro. Tutti
gli uomini sono uguali di fronte alla morte, che è la prova della colpevolezza
di tutti, perché “il salario del peccato è la morte” (Romani 6:23).
Ma Dio non
vuole la morte del peccatore, né la separazione definitiva da lui. Vuole
salvare, liberare, cambiare i cuori e le vite. Se tutti sono colpevoli davanti
a lui, vuole fare misericordia a tutti. “Senza spargimento di sangue, non c’è
perdono” (Ebrei 9:22). Dove trovare il sangue, l'unico che può cancellare il
peccato, il sangue di una vittima perfetta? La Bibbia dice: “Dio è stato
manifestato in carne” (1 Timoteo 3:16). Gesù Cristo è diventato uomo per
versare il suo sangue che purifica da ogni peccato (1 Giovanni 1:7). Lui, il
Figlio di Dio, è stato l’uomo perfetto che si è dato per noi. “Con un’unica
offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati” (Ebrei
10:14). Ha vinto la morte, è risuscitato. Ora libera dalla morte chi crede,
chi prende Dio in parola, e accetta il suo dono gratuito, quello della vita
eterna.
Dio ha cura
di ripetere: “Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità”
(Ebrei 10:17). Che felicità!