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mercoledì 27 maggio 2015

Sullo Spirito Santo - Capitolo 4

Cosa ha fatto all'inizio e cosa continua a fare.
                                                           
Lo Spirito Santo è sempre stato attivo in tutte le opere di Dio, iniziando dalla creazione. Lo troviamo già in Genesi 1:2 dove penso che sia descritta l'opera di Dio per preparare la terra per l'uomo e non l'atto iniziale della creazione; la Parola distingue la "creazione" del mondo, vale a dire l'azione di Dio che ha dato luogo alle cose visibili, dalla "fondazione" del mondo, cioè il Suo intervento nello stato caotico in cui il mondo si trovava, per riportare l'ordine.
Questo Suo atto è anche preso come figura dell'opera della grazia di Dio: "Il Dio che disse: “Splenda la luce nelle tenebre, è quello che risplendé nei nostri cuori" (2 Corinzi 4:6).

Lo Spirito Santo operava nei profeti, uomini che hanno parlato da parte di Dio perché sospinti dallo Spirito Santo; adoperava alcuni credenti, come Sansone (Giudici 13-25, 15:14), e persino degli increduli, come Balaam, l'indovino (Numeri 22:23-24). Anche il sommo sacerdote Caiafa profetizzò che il Signore sarebbe morto per la nazione (Giovanni 11:51).
Questo intervento di Dio, mediante lo Spirito Santo, per compiere la Sua opera fra gli uomini e in loro favore, trova la sua massima espressione nelle parole del Signore Gesù: "Se uno non è nato di nuovo... se uno non è nato d'acqua e di Spirito non può entrare nel regno di Dio" (Giovanni 3:3-5).
E' evidente che senza un lavoro interiore dello Spirito nessun uomo potrebbe accettare il messaggio del Vangelo e questo lavoro è lo stesso oggi come sempre, cioè sia prima che dopo la Pentecoste, perché nulla è cambiato o può cambiare nel modo, unico, di far "nascere di nuovo".
L'espressione "nascere di nuovo", sebbene sia la più usata per definire una vera conversione, vale a dire il passaggio per fede dalla morte alla vita, nella Parola si trova una sola volta, appunto nella conversazione del Signore con Nicodemo; sembra certo che quell'eminente giudeo ritenesse la sua "nascita" umana tale da renderlo superiore agli altri uomini e che, per contrasto, il Signore abbia dovuto insegnargli che quella nascita, di cui si faceva vanto, non aveva alcun valore, e che quindi doveva "nascere di nuovo".
La Parola ci invita a considerare i credenti come "nati da Dio", perché questo è il linguaggio universale che mette in evidenza che solo l'intervento di Dio può far passare un uomo dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce ecc.

Benché la via del cielo sia stata aperta solo mediante la morte in croce del nostro Signore e Salvatore Gesù, pure la grazia di Dio offriva il perdono agli uomini anche prima della croce, in quel lungo periodo che è definito 'il tempo della Sua divina pazienza' (Romani 3-26) ed allora, esattamente come adesso, si poteva ricevere per fede solo dopo che lo Spirito Santo aveva lavorato per produrre la consapevolezza del peccato.
Chi rifiutava o rifiuta di credere si oppone allo Spirito Santo. In Genesi 6:3 Dio dice: "Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l'uomo". E in Atti 7:51 Stefano dice: "Voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo: come fecero i vostri padri, così fate anche voi". 

Ma come è vero che il lavoro che svolge lo Spirito Santo nella conversione è identico in ogni tempo, uomo e luogo, ci sono altri aspetti della Sua attività che variano notevolmente col variare delle dispensazioni e a questo riguardo oggi, nel periodo Pentecoste-Rapimento, la Sua presenza personale nel mondo ci ha elargito alcuni benefici veramente unici. Infatti a iniziare dal giorno della Pentecoste lo Spirito Santo, quell'altro Consolatore di cui è parlato in Giovanni 14:16, ha 'iniziato' ad unire in un solo corpo, il corpo di Cristo, tutti i figli di Dio e anche oggi continua a  collocarvi ogni nuovo vero credente, nel cui corpo Egli viene ad abitare.

La Parola attesta che lo Spirito Santo venne inviato sulla terra per glorificare il Signore Gesù ed Egli, venendo ad abitare in ogni singolo credente, lo fornisce di tutto quello che gli occorre per servire con gioia il suo Signore.

Nessun uomo, in nessun tempo, ovviamente ha conosciuto o può conoscere una condizione superiore a quella del nostro Signore, che per primo e senza misura ricevette lo Spirito Santo (Matteo 3-16 e passi paralleli); Egli era veramente il Tempio di Dio, tanto che leggiamo della Parola fatta carne, che Dio era in Cristo (2 Corinzi 5-19).
Dio, nel Suo immenso amore, ha prima dato il Suo unico Figlio, e 'figlio' ci fa pensare alla Persona a Lui più cara, ma ha anche donato lo Spirito Santo, e come minimo crediamo di poter dire che sono i due doni più grandi che Dio stesso potesse fare agli uomini.
Anche se in modo diverso, tutti i credenti di tutti i tempi beneficiano di tutto l'amore di Dio ma la 'chiesa', crediamo perché associata ad un Signore rifiutato e cacciato da questo mondo, non avendo promesse o benedizioni terrene ne ha però molte, veramente grandi, che essendo solo morali e spirituali sono apprezzabili ed apprezzate solo nella misura in cui condividiamo con gioia il disprezzo di cui Lui fu oggetto.
Queste ed altre benedizioni, magari non proprio uniche ma certamente particolari del nostro tempo, dureranno fino al giorno in cui il Signore tornerà per togliere i Suoi da questo mondo e portarli nel cielo (1 Tessalonicesi 4:17).
Nemmeno gli apostoli, durante la vita del Signore, avevano lo Spirito Santo dimorante il loro, o erano uniti gli uni agli altri come lo sono i credenti di oggi; essi non formavano un solo corpo e non conoscevano ancora nulla della nuova posizione e relazione in cui lo Spirito Santo li avrebbe poi collocati. Lo stesso possiamo dire dei molti che crederanno dopo il 'rapimento' e durante il regno del nostro Signore e Salvatore Gesù (il Millennio); certamente lo Spirito Santo opererà cose meravigliose e sicuramente con grande potenza, nondimeno non abiterà  in ogni singolo credente.

Alcune grandi benedizioni personali sono rappresentate dal fatto che lo Spirito Santo è dato come sigillo (Efesini 1-13), un modo con cui Dio attesta che quel credente è di Sua proprietà e vi appone il suo "marchio", e come caparra (2 Corinzi 1-22), un vero anticipo delle eterne benedizioni future); è Lui che intercede per i santi (Romani 8-26), che contrasta la 'carne' (Galati 5, 27), che attesta insieme al nostro spirito che siamo figli di Dio (Romani 8-16) e, praticamente, l'intero nostro culto (lode, preghiera, predicazione del vangelo, servizi sia verso i credenti che gli increduli) non può essere gradito al Signore se non 'offerto' mediante lo Spirito Santo.


Probabilmente sia le operazioni che le benedizioni dello Spirito Santo che ho dimenticato di elencare sono più numerose di quelle di cui ho brevemente parlato.