PREMESSA
Queste riflessioni sono il frutto di alcune risposte date nel tempo a
credenti che hanno avuto corrispondenza con “IL BUON SEME” a domande
sull’argomento.
La lettura non apparirà omogenea ma desidero condividere con voi queste
riflessioni.
Daniele Calamai
L’argomento della sovranità di Dio è importante ma dobbiamo fare attenzione a non lasciarci prendere da
troppi ragionamenti per paura di andare oltre "ciò che è scritto".
DIO E' SOVRANO? Certamente: non
sarebbe Dio se avesse limiti.
L'UOMO E' LIBERO? Certamente, ma
credo occorra chiarire che cosa si intende per libero arbitrio.
Ci permettiamo di dire che Dio non può fare tutto. Dio non può fare il
male, non può compiere ingiustizie, ecc. (ad es. leggere Tito 1:2) e questo
perchè sono cose contrarie alla Sua Natura.
Dal canto suo l'uomo (peccatore) non può fare il bene perchè è contrario
alla sua natura.
Dio non si prende gioco dell'uomo quando lo invita (letteralmente:
"comanda") a ravvedersi (leggi Atti 17:30) e così anche quando gli
offre il perdono, quando lo pone ad un bivio e lo invita a scegliere la vita
(Deuteronomio 30:19), ecc..
Quello che crediamo possa essere detto è che la condizione dell'uomo,
cioè la sua "libertà di scelta", è tale che se dice di no, se rifiuta,
se anzichè la vita sceglie la morte, non avrà alcuna scusa, non potrà
giustificarsi dicendo che Satana lo ha ingannato, che la società lo ha
traviato, che le condizioni sociali lo hanno influenzato negativamente, ecc..
Satana, la società umana, le condizioni sociali, ecc. sono realtà che
rappresentano ostacoli all'accettazione dell'evangelo, ma nessuno di essi è
tale da rendere impossibile DIRE DI SI'.
Il NO all'evangelo è sempre un NO responsabile. Per questo nessun uomo
avrà delle valide scuse.
C'è, però, la tendenza nei veri credenti a ritenere che, siccome loro
hanno accettato l'evangelo, a differenza di chi lo ha rifiutato, in questa
accettazione, sono stati "più bravi" degli altri e, così, molto
sottilmente, si creano il merito di aver creduto.
La Parola attesta che c'è colpa nel dire di no, ma non c'è merito nel
dire di sì. In questo la nostra salvezza è interamente opera di Dio ed a Lui
solo daremo questo merito, questa gloria eterna.
Possiamo chiederci se è Dio che decide per l'uomo. La risposta è che Dio
non gioca con gli uomini, offrendo loro la salvezza e, con la Sua volontà,
impedendo che essi l'accettino.
Porci delle domande e, rispondervi, crediamo sia il modo migliore per
considerare insieme l'intero argomento.
G L'uomo è completamente libero?
L'uomo è peccatore e può solo fare il male. Perchè possa credere
l'evangelo occorre che lo Spirito Santo lavori in lui. Il vero ravvedimento con
conversione e fede nel valore dell'opera della croce è definito: "nascere di acqua" (la Parola di
Dio) e "Spirito" (l'azione
convincente e rigeneratrice dello
Spirito Santo).
G L'uomo decide da solo
se salvarsi o perdersi?
L'uomo ha l'opportunità di accettare la grazia (che si offre ai
colpevoli) quando Dio gliela offre, non quando decide lui. Se uno dice di no
oggi, non c'è alcuna certezza che l'occasione gli sarà ripresentata domani,
anche se Dio, nel Suo amore, spesso rinnova gli appelli.
G Dio non interviene
affatto nelle vicende terrene dell'uomo?
Al contrario! Sia per i credenti (non
un capello del vostro capo cade a terra se non per la volontà del Padre mio)
che per gli increduli, verso i quali lo Spirito Santo cerca ogni argomento o
azione persuasiva (Genesi 6:3 e Atti 7:51 non sono che due dei moltissimi e
chiari esempi che la Parola ci offre).
G Dio si preoccupa solo
della salvezza eterna delle nostre anime ed interviene nella nostra vita solo a
tale fine?
La salvezza è certamente il fine di maggior importanza, perchè concerne
l'eternità mentre le altre cose hanno una ben misera durata, ma Dio è presente
in tutto quello che ci accade e, anzi, quanto sarebbe bello se sapessimo
vederLo nella Sua incessante attività a favore dell'uomo.
G Dio si preoccupa di
tutto "per il nostro bene"?
Sì, senza ombra di dubbio. Soltanto il Suo aiuto ci può consentire di accettare
e mettere in pratica la Sua volontà.
Aggiungiamo, perchè di
importanza fondamentale, che Dio offre il Suo aiuto a tutti, nello stesso modo,
con lo stesso amore, sia quando chiama l'uomo a credere l'evangelo, che quando
gli indica la via che deve seguire.
Dio non è solo il Padre dei credenti, è anche il Creatore e, come tale, è
"conservatore di tutti, specialmente
dei credenti" (1 Timoteo 4:10).
G Come definire i limiti
fra la libertà dell'individuo e l'intervento di Dio?
Perchè parlare di limiti? Non esiste un confine tra la mia zona di
influenza e quella di Dio. "Infatti
è Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il Suo disegno benevolo"
(Filippesi 2:13).
G Come comprendere ciò
che Dio si aspetta da noi?
Il Signore Gesù disse ai Suoi discepoli: "se uno vuol fare la volontà di Dio ... conoscerà" (Giovanni
7:17).
Spesso crediamo di essere assolutamente sinceri e di voler veramente fare
la volontà di Dio, ma è solo perchè abbiamo dei cuori ingannevoli più di ogni
altra cosa e insanabilmente maligni (Geremia 17:9).
La volontà di Dio ci apparirà chiara, in ogni particolare, solo quando
avremo totalmente annullata la nostra volontà.
G Cosa fare:
Ogni cristiano ha, in pratica, un suo limite di consacrazione e non può
essere imposta alcuna rinuncia. Ma nella vita della fede c'è (ci deve essere)
crescita e quello che non sono stato capace di fare oggi potrei, forse, farlo
domani, quello che oggi mi appare importante potrò, con il Suo aiuto, domani
considerarlo come spazzatura.
Chiediamo al Signore, in preghiera e Lui con la risposta ti darà la forza
di fare con gioia quello che ti chiederà.
*°*°*°*
Ecco, qui di seguito, alcune altre
considerazioni generali ed alcune precisazioni, sull’argomento. Salomone - ed era ben
saggio - osservando le cose sotto il sole e, cioè, limitate a questa vita
terrena, dice che tutto dipende dal tempo e dalle circostanze (Ecclesiaste
9:11/12). Tutta la saggezza di Salomone non gli permise di conoscere le vie di
Dio e men che queste di dare uno sguardo sull'eternità.
Per questo i savi di questo
mondo, i liberi pensatori, quelli che hanno creduto di poter vedere le cose sia
dal lato divino (Sua Sovranità), che umano (nostra libertà di scelta) non
possono darci alcun aiuto, perchè solo la Parola di Dio ci dice tutto quello
che noi dobbiamo conoscere, tutto quello che serve per credere in Lui e
servirLo.Per il resto Dio è certamente presente nella storia dell'umanità e nella
storia di ogni singolo uomo. Lui mi ha fatto così, mi ha voluto così, mi chiama
e mi accetta così come sono e mi vuol usare come Lui mi ha preparato e nella
condizione in cui mi ha posto. Esserne convinti significa accettarsi per quello
che siamo e porsi a Sua disposizione per fare quello che Lui ci richiede.Rifiuto di sedermi sul trono di Dio per stabilire io quello che Lui,
Sovrano, deve fare. Appunto perchè sovrano, nessuno può resistere alla Sua
volontà, ma, sapendo che Dio è luce ed amore, siamo convinti che Egli vuole
veramente "che tutti gli uomini
siano salvati" (1 Timoteo 2:3) e che Egli ha veramente "tanto amato il mondo che ha dato il Suo
unico Figlio, affinchè chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna"
(Giovanni 3:16). Entriamo, ora, in un aspetto della responsabilità umana che è poco
trattato, ma che è di fondamentale importanza.Noi abbiamo ricevuto, da Adamo, una natura portata al male. Siamo piante
che possono solo fare frutti selvatici. Per questo siamo peccatori per natura e
per pratica.Ora, Dio ci dice che da Adamo abbiamo ereditato questa natura, ma non ci
condanna perchè siamo fatti così.Ci segnala anche che abbiamo commesso dei peccati, abbiamo trasgredito
alle Sue leggi, come minimo a quelle che Lui ha scritto nella nostra coscienza
..., ma nemmeno per questi peccati, che pure sono di nostra responsabilità
personale, saremo condannati. Dio deve a Se stesso, alla Sua Natura Santa e
Giusta di condannare il peccato e nel Suo Amore - non volendoci condannare - ha
dato il Suo Figlio perchè pagasse questo debito, in modo da poterci fare
grazia.Per quale capo di accusa gli uomini saranno allora condannati? Perchè NON
HANNO CREDUTO. Che cosa? Quello che Dio diceva di loro e di Se stesso e di Gesù
Cristo.Dio nel Suo amore mette ogni singolo uomo ad un bivio. Gli dice che
povero essere è e che lo ha amato e vuole salvarlo. Gli offre il perdono e la
vita eterna. Come reagisce l'uomo? Se crede Dio, crede quello che Dio dice, si
vede come Dio lo ha descritto, afferra la portata dell'amore di Dio, il valore
dell'opera del Signore Gesù alla croce del calvario, allora ACCETTA con gratitudine
il dono di Dio e passa dalla morte (era la sua condizione morale) alla vita.Giovanni 3:18 significa letteralmente: "... chi non crede è già giudicato, perchè HA RIFIUTATO DI CREDERE ...".Così il versetto 19 riafferma la cosa attestando che gli uomini "HANNO PREFERITO LE TENEBRE".Anche in 2 Tessalonicesi 2:10 si legge, di "coloro che periscono perchè non hanno aperto il cuore all'amore della
verità (la verità di Dio che è amore) per
essere salvati". Non è facile sapere come
Dio faccia giungere un Suo messaggio ad ogni Sua creatura, ma conoscendo Dio
siamo certi che prima di giudicare un uomo gli offre la grazia. Dio non è,
certamente, obbligato ma lo fa. Il messaggio sarà la voce della coscienza, la
testimonianza del creato, un sogno premonitore od altro, ma dove non giunge il
chiaro messaggio dell'evangelo Dio parla con altri mezzi. Il Suo amore trova,
nelle Sue vie infinite, il modo di parlare a tutti e quando lo ha fatto l'uomo
è responsabile del no che oppone.
E' importantissimo osservare che
Dio, nel Suo amore, ci ha fatto conoscere il criterio che usa nel giudicare
l'uomo. Ogni peccato può essere perdonato (a chi crede) e perchè questo fosse
possibile, con una dose di grazia che ci confonde, Dio considera gli uomini
come peccatori per ignoranza.Quando leggiamo come il Signore è stato processato e crocifisso siamo
portati a dire che i Suoi accusatori e giudici erano perfidi, iniqui e
perfettamente coscienti di condannare un innocente. Eppure il Signore stesso ha
detto sulla croce: "... Padre,
perdona loro, perchè non sanno quello che fanno" (Luca 23:34). Che
misura di grazia!Pietro predica al popolo che aveva gridato: "sia crocifisso" e dice: "... ora fratelli, io so che lo
faceste per ignoranza" (Atti 3:17).Dio giunge fino a definire qualunque
colpa un peccato di ignoranza perchè così la può perdonare. Ma il perdono è la
parte di chi accetta l'evangelo di Dio e se uno lo rifiuta Dio stesso non ha
altra via per salvarlo. Col rispetto dovuto a Dio crediamo di poter dire che
Dio è costretto, dalla Sua giustizia, dalla Sua perfetta Natura, a condannare
chi rifiuta il perdono. *°*°*°* Entriamo ora, nel dettaglio, di alcuni passi della
Parola di Dio:
& Esodo 7:3 - Notiamo che Dio ha indurito il cuore di Faraone dopo che il Faraone stesso, molte volte, aveva indurito il suo cuore.
& Esaù personalmente non fu affatto odiato da Dio ed ebbe ricchezze, una patria, ecc., fondando un popolo. Ma, quando, dopo secoli e secoli, fu dimostrato che questo popolo ben trattato da Dio e rispettato da Israele al momento della conquista di Canaan, era solo capace di rallegrarsi nel male e nelle sofferenze del popolo di Israele, solo allora, nell'ultimo profeta dell'Antico Testamento, cioè in Malachia, si leggono le parole citate in Romani capitolo 9. Inoltre se crediamo di poter escludere che Dio determini la sorte eterna dell'uomo con un atto sovrano al quale l'uomo non può certo opporsi, non altrettanto ci sentiamo di dichiararlo per le cose della terra. Sulla terra esistono differenze che ci appaiono come ingiustizie. Ricchi e poveri - Schiavi e liberi - Sani e malati - ecc. Queste cose spariranno nel Regno di Cristo, ma, finchè la terra è in mano all'uomo (e Satana ne è il principe), crediamo doveroso ammettere che tuttora Dio lavora per salvare gli uomini in vista di portarli nel cielo, nella Sua casa e non per eliminare differenze sociali. E' bello, però, ricordare che i poveri sono più favoriti dei ricchi, i plebei dei nobili, ecc. e che quello che questo mondo esalta è quasi sempre un ostacolo all'accettazione dell'evangelo. A Dio preme molto più l'eternità che non la breve vita presente.