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sabato 16 maggio 2015

La sovranità di Dio

PREMESSA

Queste riflessioni sono il frutto di alcune risposte date nel tempo a credenti che hanno avuto corrispondenza con “IL BUON SEME” a domande sull’argomento.
La lettura non apparirà omogenea ma desidero condividere con voi queste riflessioni.

Daniele  Calamai



L’argomento della sovranità di Dio è importante ma dobbiamo fare attenzione a non lasciarci prendere da troppi ragionamenti per paura di andare oltre "ciò che è scritto".

DIO E' SOVRANO?    Certamente: non sarebbe Dio se avesse limiti.
L'UOMO E' LIBERO?  Certamente, ma credo occorra chiarire che cosa si intende per libero arbitrio.

Ci permettiamo di dire che Dio non può fare tutto. Dio non può fare il male, non può compiere ingiustizie, ecc. (ad es. leggere Tito 1:2) e questo perchè sono cose contrarie alla Sua Natura.
Dal canto suo l'uomo (peccatore) non può fare il bene perchè è contrario alla sua natura.
Dio non si prende gioco dell'uomo quando lo invita (letteralmente: "comanda") a ravvedersi (leggi Atti 17:30) e così anche quando gli offre il perdono, quando lo pone ad un bivio e lo invita a scegliere la vita (Deuteronomio 30:19), ecc..
Quello che crediamo possa essere detto è che la condizione dell'uomo, cioè la sua "libertà di scelta", è tale che se dice di no, se rifiuta, se anzichè la vita sceglie la morte, non avrà alcuna scusa, non potrà giustificarsi dicendo che Satana lo ha ingannato, che la società lo ha traviato, che le condizioni sociali lo hanno influenzato negativamente, ecc..
Satana, la società umana, le condizioni sociali, ecc. sono realtà che rappresentano ostacoli all'accettazione dell'evangelo, ma nessuno di essi è tale da rendere impossibile DIRE DI SI'.
Il NO all'evangelo è sempre un NO responsabile. Per questo nessun uomo avrà delle valide scuse.
C'è, però, la tendenza nei veri credenti a ritenere che, siccome loro hanno accettato l'evangelo, a differenza di chi lo ha rifiutato, in questa accettazione, sono stati "più bravi" degli altri e, così, molto sottilmente, si creano il merito di aver creduto.
La Parola attesta che c'è colpa nel dire di no, ma non c'è merito nel dire di sì. In questo la nostra salvezza è interamente opera di Dio ed a Lui solo daremo questo merito, questa gloria eterna.
Possiamo chiederci se è Dio che decide per l'uomo. La risposta è che Dio non gioca con gli uomini, offrendo loro la salvezza e, con la Sua volontà, impedendo che essi l'accettino.
Porci delle domande e, rispondervi, crediamo sia il modo migliore per considerare insieme l'intero argomento.

G  L'uomo è completamente libero?
L'uomo è peccatore e può solo fare il male. Perchè possa credere l'evangelo occorre che lo Spirito Santo lavori in lui. Il vero ravvedimento con conversione e fede nel valore dell'opera della croce è definito: "nascere di acqua" (la Parola di Dio) e "Spirito" (l'azione convincente  e rigeneratrice dello Spirito Santo).

G  L'uomo decide da solo se salvarsi o perdersi?
L'uomo ha l'opportunità di accettare la grazia (che si offre ai colpevoli) quando Dio gliela offre, non quando decide lui. Se uno dice di no oggi, non c'è alcuna certezza che l'occasione gli sarà ripresentata domani, anche se Dio, nel Suo amore, spesso rinnova gli appelli.

G  Dio non interviene affatto nelle vicende terrene dell'uomo?
Al contrario! Sia per i credenti (non un capello del vostro capo cade a terra se non per la volontà del Padre mio) che per gli increduli, verso i quali lo Spirito Santo cerca ogni argomento o azione persuasiva (Genesi 6:3 e Atti 7:51 non sono che due dei moltissimi e chiari esempi che la Parola ci offre).

G  Dio si preoccupa solo della salvezza eterna delle nostre anime ed interviene nella nostra vita solo a tale fine?
La salvezza è certamente il fine di maggior importanza, perchè concerne l'eternità mentre le altre cose hanno una ben misera durata, ma Dio è presente in tutto quello che ci accade e, anzi, quanto sarebbe bello se sapessimo vederLo nella Sua incessante attività a favore dell'uomo.

G  Dio si preoccupa di tutto "per il nostro bene"?
Sì, senza ombra di dubbio. Soltanto il Suo aiuto ci può consentire di accettare e mettere in pratica la Sua volontà.
Aggiungiamo, perchè di importanza fondamentale, che Dio offre il Suo aiuto a tutti, nello stesso modo, con lo stesso amore, sia quando chiama l'uomo a credere l'evangelo, che quando gli indica la via che deve seguire.
Dio non è solo il Padre dei credenti, è anche il Creatore e, come tale, è "conservatore di tutti, specialmente dei credenti" (1 Timoteo 4:10).

G  Come definire i limiti fra la libertà dell'individuo e l'intervento di Dio?
Perchè parlare di limiti? Non esiste un confine tra la mia zona di influenza e quella di Dio. "Infatti è Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il Suo disegno benevolo" (Filippesi 2:13).

G  Come comprendere ciò che Dio si aspetta da noi?
Il Signore Gesù disse ai Suoi discepoli: "se uno vuol fare la volontà di Dio ... conoscerà" (Giovanni 7:17).
Spesso crediamo di essere assolutamente sinceri e di voler veramente fare la volontà di Dio, ma è solo perchè abbiamo dei cuori ingannevoli più di ogni altra cosa e insanabilmente maligni (Geremia 17:9).
La volontà di Dio ci apparirà chiara, in ogni particolare, solo quando avremo totalmente annullata la nostra volontà.

G  Cosa fare:
Ogni cristiano ha, in pratica, un suo limite di consacrazione e non può essere imposta alcuna rinuncia. Ma nella vita della fede c'è (ci deve essere) crescita e quello che non sono stato capace di fare oggi potrei, forse, farlo domani, quello che oggi mi appare importante potrò, con il Suo aiuto, domani considerarlo come spazzatura.
Chiediamo al Signore, in preghiera e Lui con la risposta ti darà la forza di fare con gioia quello che ti chiederà.

*°*°*°*

Ecco, qui di seguito, alcune  altre considerazioni generali ed alcune precisazioni, sull’argomento. Salomone - ed era ben saggio - osservando le cose sotto il sole e, cioè, limitate a questa vita terrena, dice che tutto dipende dal tempo e dalle circostanze (Ecclesiaste 9:11/12). Tutta la saggezza di Salomone non gli permise di conoscere le vie di Dio e men che queste di dare uno sguardo sull'eternità.
Per questo i savi di questo mondo, i liberi pensatori, quelli che hanno creduto di poter vedere le cose sia dal lato divino (Sua Sovranità), che umano (nostra libertà di scelta) non possono darci alcun aiuto, perchè solo la Parola di Dio ci dice tutto quello che noi dobbiamo conoscere, tutto quello che serve per credere in Lui e servirLo.Per il resto Dio è certamente presente nella storia dell'umanità e nella storia di ogni singolo uomo. Lui mi ha fatto così, mi ha voluto così, mi chiama e mi accetta così come sono e mi vuol usare come Lui mi ha preparato e nella condizione in cui mi ha posto. Esserne convinti significa accettarsi per quello che siamo e porsi a Sua disposizione per fare quello che Lui ci richiede.Rifiuto di sedermi sul trono di Dio per stabilire io quello che Lui, Sovrano, deve fare. Appunto perchè sovrano, nessuno può resistere alla Sua volontà, ma, sapendo che Dio è luce ed amore, siamo convinti che Egli vuole veramente "che tutti gli uomini siano salvati" (1 Timoteo 2:3) e che Egli ha veramente "tanto amato il mondo che ha dato il Suo unico Figlio, affinchè chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16). Entriamo, ora, in un aspetto della responsabilità umana che è poco trattato, ma che è di fondamentale importanza.Noi abbiamo ricevuto, da Adamo, una natura portata al male. Siamo piante che possono solo fare frutti selvatici. Per questo siamo peccatori per natura e per pratica.Ora, Dio ci dice che da Adamo abbiamo ereditato questa natura, ma non ci condanna perchè siamo fatti così.Ci segnala anche che abbiamo commesso dei peccati, abbiamo trasgredito alle Sue leggi, come minimo a quelle che Lui ha scritto nella nostra coscienza ..., ma nemmeno per questi peccati, che pure sono di nostra responsabilità personale, saremo condannati. Dio deve a Se stesso, alla Sua Natura Santa e Giusta di condannare il peccato e nel Suo Amore - non volendoci condannare - ha dato il Suo Figlio perchè pagasse questo debito, in modo da poterci fare grazia.Per quale capo di accusa gli uomini saranno allora condannati? Perchè NON HANNO CREDUTO. Che cosa? Quello che Dio diceva di loro e di Se stesso e di Gesù Cristo.Dio nel Suo amore mette ogni singolo uomo ad un bivio. Gli dice che povero essere è e che lo ha amato e vuole salvarlo. Gli offre il perdono e la vita eterna. Come reagisce l'uomo? Se crede Dio, crede quello che Dio dice, si vede come Dio lo ha descritto, afferra la portata dell'amore di Dio, il valore dell'opera del Signore Gesù alla croce del calvario, allora ACCETTA con gratitudine il dono di Dio e passa dalla morte (era la sua condizione morale) alla vita.Giovanni 3:18 significa letteralmente: "... chi non crede è già giudicato, perchè HA RIFIUTATO DI CREDERE ...".Così il versetto 19 riafferma la cosa attestando che gli uomini "HANNO PREFERITO LE TENEBRE".Anche in 2 Tessalonicesi 2:10 si legge, di "coloro che periscono perchè non hanno aperto il cuore all'amore della verità (la verità di Dio che è amore) per essere salvati". Non è facile sapere come Dio faccia giungere un Suo messaggio ad ogni Sua creatura, ma conoscendo Dio siamo certi che prima di giudicare un uomo gli offre la grazia. Dio non è, certamente, obbligato ma lo fa. Il messaggio sarà la voce della coscienza, la testimonianza del creato, un sogno premonitore od altro, ma dove non giunge il chiaro messaggio dell'evangelo Dio parla con altri mezzi. Il Suo amore trova, nelle Sue vie infinite, il modo di parlare a tutti e quando lo ha fatto l'uomo è responsabile del no che oppone.
E' importantissimo osservare che Dio, nel Suo amore, ci ha fatto conoscere il criterio che usa nel giudicare l'uomo. Ogni peccato può essere perdonato (a chi crede) e perchè questo fosse possibile, con una dose di grazia che ci confonde, Dio considera gli uomini come peccatori per ignoranza.Quando leggiamo come il Signore è stato processato e crocifisso siamo portati a dire che i Suoi accusatori e giudici erano perfidi, iniqui e perfettamente coscienti di condannare un innocente. Eppure il Signore stesso ha detto sulla croce: "... Padre, perdona loro, perchè non sanno quello che fanno" (Luca 23:34). Che misura di grazia!Pietro predica al popolo che aveva gridato: "sia crocifisso" e dice: "... ora fratelli, io so che lo faceste per ignoranza" (Atti 3:17).Dio giunge fino a definire qualunque colpa un peccato di ignoranza perchè così la può perdonare. Ma il perdono è la parte di chi accetta l'evangelo di Dio e se uno lo rifiuta Dio stesso non ha altra via per salvarlo. Col rispetto dovuto a Dio crediamo di poter dire che Dio è costretto, dalla Sua giustizia, dalla Sua perfetta Natura, a condannare chi rifiuta il perdono. *°*°*°* Entriamo  ora, nel dettaglio, di alcuni passi della Parola di Dio:

& Esodo 7:3 - Notiamo che Dio ha indurito il cuore di Faraone dopo che il Faraone stesso, molte volte, aveva indurito il suo cuore.

& In Marco 4:11/12 viene citata una profezia di Isaia (quindi vecchia di 8 secoli) che dimostra solo che il popolo di Israele, nel suo carattere, non aveva approfittato della lunghissima pazienza di Dio, ma, al contrario, era andato sempre peggiorando. In altre parole già al tempo di Isaia il rifiuto del popolo alla Parola di Dio era evidente, ma Dio, con grande pazienza, aveva atteso ancora 800 anni prima di mandare ad effetto quella minaccia. Ora che il Signore era presente (ben più che Isaia) e che si contestava il Suo operato dicendo che i Suoi miracoli li compiva per la potenza di Satana e non di Dio (Marco 3:22), c'è, forse, da meravigliarsi che il Signore dica che gli insegnamenti che continuava a dare erano per i Suoi discepoli e non certo per i Suoi nemici? Nonostante questo, dopo la risurrezione, a loro per primi Dio fece annunciare l'evangelo.

& Romani 9 è più complesso (uomini come Calvino, ecc. ci si sono basati per dottrine come la "predestinazione alla salvezza", che noi tassativamente rifiutiamo di ammettere). Credo che un attento esame del capitolo ci porti a concludere che Paolo non sta parlando di singole persone (e, quindi, di giudizio eterno), ma di popolazioni e, quindi, del rapporto di Israele con Dio (ho amato Giacobbe) e di altri popoli nemici di Israele (Edomiti, ecc.) e dice: "Io ho odiato Esaù" (Edom).

&  Esaù personalmente non fu affatto odiato da Dio ed ebbe ricchezze, una patria, ecc., fondando un popolo. Ma, quando, dopo secoli e secoli, fu dimostrato che questo popolo ben trattato da Dio e rispettato da Israele al momento della conquista di Canaan, era solo capace di rallegrarsi nel male e nelle sofferenze del popolo di Israele, solo allora, nell'ultimo profeta dell'Antico Testamento, cioè in Malachia, si leggono le parole citate in Romani capitolo 9. Inoltre se crediamo di poter escludere che Dio determini la sorte eterna dell'uomo con un atto sovrano al quale l'uomo non può certo opporsi, non altrettanto ci sentiamo di dichiararlo per le cose della terra. Sulla terra esistono differenze che ci appaiono come ingiustizie. Ricchi e poveri - Schiavi e liberi - Sani e malati - ecc. Queste cose spariranno nel Regno di Cristo, ma, finchè la terra è in mano all'uomo (e Satana ne è il principe), crediamo doveroso ammettere che tuttora Dio lavora per salvare gli uomini in vista di portarli nel cielo, nella Sua casa e non per eliminare differenze sociali. E' bello, però, ricordare che i poveri sono più favoriti dei ricchi, i plebei dei nobili, ecc. e che quello che questo mondo esalta è quasi sempre un ostacolo all'accettazione dell'evangelo. A Dio preme molto più l'eternità che non la breve vita presente.
 & 1 Pietro 2:8 - E' difficile solo se mal inquadrato. Leggiamo che essi, cioè quelli che sono disubbidienti (non accettano l'ordine di Dio di ravvedersi e credere l'evangelo) inciampano nella Parola ed a questo sono anche stati destinati. Dio, perchè di Lui si tratta, ha stabilito che chi rifiuta l'evangelo inciampi nella Parola. E' uno dei riferimenti più citati nella Scrittura: "La pietra che i costruttori hanno rifiutata ... è divenuta una pietra di inciampo" (Isaia - Luca - Romani). Chi non vede in Cristo il Salvatore lo conoscerà come la Pietra che cadrà su di lui e lo sfracellerà. Avendo premesso che Dio è ben presente nella vita degli uomini, siano credenti o increduli, i passi che attestano che come un Padre riprende e disciplina i figli che gradisce ci possono solo rallegrare, mentre il riferimento ad Esodo 20:5, e cioè: "punisco l'iniquità dei padri sui figli ..." significa, come mostra tutta la storia biblica, che Dio, grande, misericordioso, lento all'ira, ecc. non interviene subito in giudizio sui padri (i primi a commettere un peccato), ma lascia passare anche varie generazioni e poi interviene solo se i figli, od i figli dei figli, od i figli dei figli dei figli continuano a comportarsi come i loro padri, nonni, ecc., senza far nessun tesoro della lunga pazienza di Dio.

& Abbiamo già citato Isaia per parlare di 8 secoli di pazienza. Possiamo aggiungere Genesi 15:16 per ricordare che i popoli di Canaan, peccatori, idolatri, che praticavano cose infami ... nondimeno ebbero ancora 400 anni di tempo per ravvedersi. La loro iniquità non era ancora giunta al massimo. Quando, dopo la testimonianza di Abraamo, di Isacco, di Giacobbe, ecc., secoli dopo, furono cacciati dagli Israeliti che conquistavano Canaan, è assurdo dire "poveretti", perchè non avevano fatto che disprezzare la pazienza di Dio.

& Dio dice in Deuteronomio 24:16: "Non si metteranno a morte i padri per colpa dei figli, nè si metteranno a morte i figli per colpa dei padri; ognuno sarà messo a morte per il proprio peccato". Nel profeta Ezechiele è ripetuto, dettagliatamente, lo stesso ordine divino. Ora noi riteniamo che Dio sia il primo a osservare la Sua Parola (non perchè debba obbedire, naturalmente, ma perchè chiede agli uomini di fare cose giuste ed offre se stesso come esempio).